Tajani: «Governo di unità nazionale? L'ipotesi non esiste. Non prevedo altre fughe da FI»

Venerdì 22 Gennaio 2021 di Fabrizio Nicotra
Tajani: «Governo di unità nazionale? L'ipotesi non esiste. Non prevedo altre fughe da FI»

Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, il centrodestra ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo il passaggio alla Camera e al Senato di Giuseppe Conte, cosa avete chiesto al Capo dello Stato?

«Abbiamo manifestato la nostra grande preoccupazione per la situazione economica e sanitaria che deve affrontare il Paese e abbiamo anche illustrato i rischi di una crisi occupazionale che si presenterà in futuro.

Di fronte a queste emergenze la maggioranza non c'è, non ha i numeri per affrontare e risolvere queste grandi questioni. Lo abbiamo visto al Senato. Abbiamo ribadito la nostra disponibilità di collaborazione istituzionale. Abbiamo dimostrato che sui temi fondamentali come il Recovery Fund siamo disposti a collaborare, però è mancata la risposta da parte del governo. Noi abbiamo sempre risposto positivamente all'appello all'unità del Quirinale, ma non abbiamo mai trovato riscontri da parte del governo e della maggioranza. Anche sul Recovery plan nulla».


Riuscirà l'operazione del presidente del Consiglio di creare nuovi gruppi alla Camera e al Senato per puntellare la maggioranza?
«Guardi, sono in atto una compravendita di parlamentari e un tentativo di spaccare i gruppi dell'opposizione. Queste non sono certo le premesse per affrontare le emergenze attuali, le maggioranze raccogliticce non servono. Questo governo non è in grado di governare ed è inadeguato ad affrontare le emergenze attuali».


Polverini, Rossi e Causin hanno votato la fiducia al governo. Se lo aspettava? Cosa è successo?
«Questo bisognerebbe chiederlo a loro. Chi viene da noi (come la ex grillina Veronica Giannone alla Camera) lo fa per motivi nobili e non per le poltrone, chi se ne va non credo. La storia ha dimostrato che chi abbandona la forza politica con cui è stato eletto nel futuro è destinato all'irrilevanza».


Prevede altre sorprese o il gruppo di FI al Senato reggerà?
«Da un punto di vista etico quello che sta accadendo è inaccettabile. Chi lascia offende gli elettori, che hanno votato un progetto ben preciso. Chi se ne va lo fa per fatti personali. Come fanno Polverini e Rossi a stare in una maggioranza con Leu e M5S? In ogni caso ribadisco che questa compravendita è inaccettabile. I tre parlamentari che hanno votato con il governo sono fuori da Forza Italia, gli faccio un in bocca al lupo».


Se la sente di garantire a Lega e Fratelli d'Italia che dai gruppi azzurri non si muoverà più nessuno?
«Non ho notizie in questo senso. Ho grande fiducia e stima in tutti i senatori di Forza Italia. Anche coloro che sono stati tentati o accarezzati hanno risposto di no. Un patto di legislatura con transfughi, eletti all'estero e senatori a vita che prospettive può dare?».


Se Conte non ce la facesse quale sarebbe la soluzione migliore per uscire dall'impasse?
«Ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato, è lui che deve tirare le somme. Abbiamo fiducia nel Quirinale. Vedremo cosa accadrà. Sicuramente siamo in presenza di un governo che non è in grado di governare, questo è evidente».


Ma un esecutivo di unità nazionale sarebbe la soluzione migliore o non ci sono le condizioni?
«E' una domanda che va posta ai partiti di maggioranza. Hanno fatto la crisi e hanno anche detto che non c'è nessuno spazio per un governo di unità nazionale. Sono loro che hanno escluso ogni possibilità di questo tipo quindi è un'ipotesi che non è sul tavolo».


Ma se si presentasse la possibilità voi come rispondereste?
«E' una proposta che non c'è, quindi è inutile parlarne. Quello che è successo è tutto frutto di lotte interne alla sinistra».


Il 27 gennaio prima prova importante in aula per il governo, la relazione Bonafede sulla giustizia. Il fronte del no è ampio.
«I numeri non li hanno e per noi è impossibile votare a favore. La riforma di Bonafede è un testo fortemente giustizialista, che va in direzione contraria alle convinzioni e ai valori nei quali ci riconosciamo».


Ha incontrato Lorenzo Cesa, cosa pensa dell'inchiesta di Catanzaro e dell'avviso di garanzia al segretario dell'Udc?
«Sono un garantista e fino a che non c'è la dimostrazione delle accuse che muovono i pm, per me Lorenzo è innocente. Per come lo conosco è estraneo a tutta questa vicenda. Mi colpisce un fatto: l'Udc vota no al governo Conte e dopo due giorni arriva l'avviso di garanzia a Cesa. Mi preoccupa questa coincidenza temporale».


A Roma è ancora tutto fermo per le candidature alle elezioni della prossima primavera. Colpa della crisi? Si è fermato tutto?
«Chiusa questa fase, dalla prossima settimana riprenderemo la trattativa sul nome migliore. Noi siamo sempre dello stesso avviso: il miglior candidato è Guido Bertolaso».

Ultimo aggiornamento: 07:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA