Crisi di governo, Conte: delega servizi a un fedelissimo. Poi via allo spacchettamento per poter distribuire più posti

Martedì 19 Gennaio 2021
Crisi di governo, Conte: delega servizi a un fedelissimo. Poi via allo spacchettamento per poter distribuire più posti

Per ora solo una delle caselle di cui si discute da giorni è destinata a cambiare. Ed è quella ai Servizi di intelligence che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha promesso di trasferire così come da tempo chiedeva Iv e il Pd.

I lacci

«Mi avvarrò della facoltà di assegnare un'autorità delegata di Intelligence sui Servizi, una persona di mia fiducia», ha detto il premier che ha però anche chiesto di tenere fuori il comparto di intelligence dalle polemiche.

Il riferimento era forse legato alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi su possibili interventi di ufficiali dei Servizi per convincere senatori a sostenere il voto. E' probabile che Conte tenga fede all'annuncio anche prima di sistemare le altre caselle rimaste vuote dopo l'uscita di Italia Viva delegando Mario Turco, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli investimenti, o Roberto Chieppa, attuale segretario generale di Palazzo Chigi.

Sulla delega che Conte ha voluto tenere per sé si è sviluppata da giorni una pesante polemica soprattutto con Matteo Renzi che aveva chiesto a Conte di cederla così come avevano fatto molti dei suoi predecessori. «Chiedono di liberarmi dai miei poteri? Ma non posso», era stata la replica di Conte che poggia sulla legge del 2007 che attribuisce al premier la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale. «Il tempo trascorso è già troppo. Come Partito democratico pensiamo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, debba nominare al più presto un'autorità delegata ai Servizi. È necessario per il Paese ma è un atto che va anche a tutela del Presidente del Consiglio», disse a metà dicembre anche il dem Enrico Borghi, componente del Copasir. Ieri l'annuncio anche se al Nazareno c'è ancora chi ritiene che quella poltrona vada ad un Pd.
Le altre tre caselle lasciate disponibili a seguito delle dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto, finiranno nella trattativa per allargare la maggioranza che inizierà dopo il voto di oggi a palazzo Madama. Il ministero dell'Agricoltura è, tra le tre, quella più appetibile e già nei giorni scorsi si era molto parlato di un interesse da parte del gruppo centrista dell'Udc come anche dei socialisti di Nencini. La delega alla Famiglia, prima assegnata alla Bonetti, è stata offerta più volte alla senatrice centrista Binetti che però ha rinviato, come tutto il suo partito, al dopo voto qualunque tipo di trattativa.

La sorte

Ma i posti potrebbero non bastare ed è probabile che per allargare la maggioranza occorra allargare anche il numero dei posti di governo regolati dalla legge Bassanini. Già un anno fa è stato spacchettato il ministero dell'Università e dell'Istruzione ora in mano a Gaetano Manfredi e Lucia Azzolina.
Le ipotesi sono molte e derivano dalle promesse che alcuni senatori si sono sentiti rivolgere. In testa lo spacchettamento del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ora nelle mani della ministra Paola De Micheli. Inoltre è possibile che venga divisa la delega di Vincenzo Spadafora con un ministero per lo Sport e uno per le politiche giovanili. Ovviamente per procedere ad un ampliamento della compagine ministeriale occorre un decreto e rimescolamento delle deleghe obbligherebbe i partiti a metter mano ad un Conte-ter con tanto di passaggio del premier al Quirinale e nuovo voto di fiducia. E' però probabile che tutto ciò dipendere sia dalla disponibilità di sostenere la maggioranza da parte di senatori che sinora sono stati all'opposizione. E, visto come è andata sinora la campagna acquisti, i tempi non si annunciano brevi.

 

 
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Ultimo aggiornamento: 07:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA