Giuseppe Conte verso la leadership M5S. Grillo lo vorrebbe a capo da solo (ma i big frenano)

Domenica 28 Febbraio 2021 di Francesco Malfetano
Giuseppe Conte verso la leadership M5S. Grillo lo vorrebbe a capo da solo (ma i big frenano)

L’uomo giusto al momento giusto. Il principale pregio politico di Giuseppe Conte si dimostra ancora una volta essere il tempismo. Mollata la casacca da federatore di un progetto politico per l’intero centro-sinistra, da ieri l’ex premier si è detto pronto a vestire quella di leader del Movimento 5 stelle.

Con qualche riserva ancora, ma presto se ne saprà di più. Intanto l’adesione è arrivata al termine di un vertice di due ore tenuto ieri in pieno centro a Roma, sulla terrazza panoramica dell’Hotel Forum (location simbolo del grillismo nella Capitale). Un incontro in cui Conte ha «raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo» caricandosi sulle sue spalle, con un ruolo ancora da decidere ma che con grande probabilità sarà creato ad hoc, la rifondazione grillina e l’annunciato riposizionamento «liberale e moderato» dei 5s. «Una ristrutturazione integrale», come spiega un post sulla pagina Facebook del Movimento, che mira a trasformare i cinquestelle in una forza politica «sempre più aperta alla società civile», capace di farsi punto di riferimento «nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050». Una rivoluzione come rimarca in serata Luigi Di Maio: «È morto il Movimento, evviva il Movimento».

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Il progetto

Il progetto è evidentemente ambizioso ed è per questo che Conte non ha ancora accettato del tutto di guidarlo. Il professore ha infatti preso qualche giorno di tempo, in modo da definire e mettere prima su carta il tutto, per poi sciogliere la riserva. I dubbi dell’ex premier sono legati alla formula da adottare, anche perché Conte si assumerebbe la responsabilità civile del Movimento e con tutte le grane giudiziarie in corso non è un dettaglio da poco. L’ultima risale a qualche giorno fa, quando il Tribunale di Cagliari ha nominato un curatore per il Movimento, in quanto privo di rappresentanza legale dopo la modifica dello Statuto. «La situazione - ammettono dal M5S - è parecchio ingarbugliata, nei prossimi giorni Conte dovrà prendere in considerazione se fare una cosa nuova o intervenire, in maniera significativa, sullo statuto preesistente». 
Per il momento la sola certezza è che i vertici sono d’accordo sul fatto che «l’avvocato del popolo» possa guidare il progetto. Al summit, a cui Grillo si è presentato indossando una sorta di “casco spaziale” al posto della mascherina, hanno infatti preso parte diversi big (tra gli altri Vito Crimi, Di Maio, Roberto Fico ma anche Rocco Casalino e Andrea Ciannavei, legale di fiducia del Movimento e uomo di Davide Casaleggio) chiarendo al fondatore del M5S e allo stesso Conte, che bisognerà studiare bene le mosse. Dopo il “chi”, serve definire il “come”, facendo digerire la scelta agli iscritti e agli eletti. Poche settimane fa infatti, su Rousseau la base ha votato a favore di un cambio di statuto per affidare la guida del Movimento ad un “direttorio” di 5 persone. Una struttura invisa a Grillo che, proprio da quel momento, ha aumentato il pressing sul partito e sullo stesso Conte.

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Formula

Resta quindi da capire come indorare la pillola. Sembrerebbe accantonata per ora la possibilità che l’ex premier prenda il posto del reggente leader Crimi e assuma i galloni di guida da un giorno all’altro (ipotesi per cui sembra abbia spinto il solo Grillo, immaginando un mandato a termine, da rimettere poi al voto della base). Ma le ipotesi sono tante e vanno dall’ingresso dei Conte nei 5 dell’organo collegiale (data come improbabile) fino alla costituzione di una nuova Associazione che sostituisca quella del 2017, con il professore tra i suoi fondatori. L’idea è quindi di cucirgli addosso una posizione che lo legittimi a tutti gli effetti, anche perché tra le sue richieste ci sarebbe proprio quella di non essere imbrigliato da continue consultazioni o veti. E per questo non è escluso che si passi ancora per Rousseau per modificare lo statuto. Magari per porre il direttorio a 5 un gradino sotto all’ex premier, che così, in un colpo solo, otterrebbe spazio e legittimazione. E inoltre permetterebbe a Grillo di tentare di nuovo il passo di lato. Per l’ex comico infatti, è impensabile che debba tornare in campo ogni volta che la partita si fa difficile. Preferirebbe il ruolo di “grande saggio” che detta la linea ideologica più che quella politica. Proprio come ha fatto ieri quando, dopo aver saltato a piè pari il vertice (se non per un post sui social «Bellissima giornata. Tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere»), sul blog ha celebrato la formazione del ministero della Transizione ecologica e rilanciato l’identità ambientalista del “nuovo” Movimento. 
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