Giulia Bongiorno: «Prescrizione? Una bomba atomica. Bonafede superficiale, riforma vuota»

Venerdì 29 Novembre 2019 di Alberto Gentili
Giulia Bongiorno: «Prescrizione? Una bomba atomica. Bonafede superficiale, riforma vuota»

Senatrice Giulia Bongiorno, lei definì lo stop alla prescrizione una bomba sul processo penale. La bomba esploderà il primo gennaio, quando la riforma entrerà in vigore. Preoccupata?
«Solo coloro che non calpestano quotidianamente la polvere dei tribunali possono pensare che questo blocco della prescrizione non sia una bomba atomica. Chiunque conosce la procedura penale sa perfettamente che, siccome esiste un carico processuale particolarmente pesante, le udienze sono fissate in ragione di quando si prescrive il reato. Ebbene, nel momento in cui questa “ghigliottina” non ci sarà più, inevitabilmente si paralizzerà per sempre la giustizia italiana».

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L’accuseranno di esagerare.
«Esagerare? Ieri è venuta nel mio studio una persona che tra primo e secondo grado di giudizio ha atteso dieci anni. Ripeto: dieci anni. E chiedo al ministro della Giustizia, Bonafede: è giustizia fare attendere dieci anni una persona, costringerla a questo calvario, sia essa colpevole o innocente?!».

Ma non c’era un accordo tra voi i 5Stelle che stabiliva l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione solo assieme alla riforma del processo penale?
«Certo che c’era. È pacifico. Altrimenti non l’avremmo votata. Ed è singolare sentire Di Maio dire che noi abbiamo approvato la riforma. La Lega disse sì con condizione. In più, all’epoca, tutti si mostrarono consapevoli dell’effetto dirompente dell’abolizione della prescrizione: i 5Stelle garantirono che avrebbero creato le condizioni per dare tempi certi e brevi ai processi».

Quello che ora chiede il Pd. Perché Bonafede e Di Maio resistono?
«Questo andrebbe chiesto a loro. Io so con certezza che non esiste una riforma della giustizia pronta. Si parla del nulla, questa è la grande verità. In luglio, in un Consiglio dei ministri durato oltre nove ore, leggemmo la proposta da Bonafede: pagine bianche! Non c’era scritto niente. Il Guardasigilli si limitava a indicare i tempi che deve avere il processo, senza stabilire i meccanismi necessari per abbreviarne i tempi. Roba da dilettanti allo sbaraglio. E credo che questa sia stata una delle ragioni per cui si è disintegrato il governo giallo-verde».

Da allora non è cambiato nulla?
«Sembra che Bonafede voglia allargare l’accesso ai riti alternativi, come il patteggiamento e l’abbreviato, ma così si svuotano del tutto il processo e la pena della loro funzione per poter dire: i tempi si accorceranno. Ma è assurdo. Lo Stato non può dire a una persona: patteggia, oppure ti tengo in ostaggio vent’anni, ti faccio diventare imputato a vita. I riti alternativi devono essere una scelta, non una soluzione pressoché obbligata. In più si crea un danno collaterale: con il patteggiamento si baratta uno sconto di pena evitando il processo, unica sede destinata all’effettivo accertamento dei fatti. E chiedo ai 5Stelle: non eravate voi che parlavate di legalità? Come si sposa la legalità con lo svuotamento della pena?».

Se il quadro è questo, perché Bonafede non ha ascoltato voi e adesso non ascolta il Pd?
«Credo che di fondo ci sia superficialità, accompagnata dall’assenza di un serio lavoro di tecnici esperti capaci di scrivere la riforma. E poi servono risorse significative per far funzionare gli uffici giudiziari. Ma Bonafede sonnecchia, purtroppo».

Il Pd sostiene che mancano sanzioni efficaci per i pm ritardatari.
«È vero. Nelle pagine che lessi c’era scritto che i pm avrebbero dovuto rispondere in caso di ritardo nelle indagini e nel rigo successivo era aggiunto: “tutto questo non vale in caso di carico di lavoro eccessivo”. Roba da gioco delle tre carte scrivere una norma e smentirla la riga sotto».

Il primo gennaio entra in vigore anche la riforma delle intercettazioni di Orlando. Cosa ne pensa?
«È una riforma double face. Nella parte relativa alla tutela della privacy ci sono spunti condivisibili, ma c’è anche una parte destinata a distorcere l’acquisizione della prova perché prevede che le intercettazioni siano selezionate direttamente dalla polizia giudiziaria, senza lasciare traccia di tutto il materiale intercettato. Ciò introduce una limitazione gravissima delle garanzie della difesa. Ma per i 5Stelle il garantismo non è un valore».

Sono giustizialisti.
«Il garantismo è scritto in Costituzione, dove c’è la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Quindi uno non può decidere se essere o meno garantista».

Cosa ne pensa della commissione d’inchiesta sul finanziamento ai partiti proposta da Di Maio?
«Noi della Lega non abbiamo paura di nulla, siamo pronti a qualsiasi commissione. Non vorrei però che fosse un diversivo e suggerisco a Bonafede e Di Maio di non disperdere energie e di dedicarsi alla cosa più importante: la riduzione dei tempi dei processi. Il disastro della giustizia distrugge il Paese e ferma l’economia».
 

Ultimo aggiornamento: 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA