Concretezza.
I VENTISETTE
Un passo in avanti tutt’altro che scontato. Per quanto la lettera della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen di lunedì vada nella «giusta direzione» infatti, il rischio di tornare a mani relativamente vuote dalla missione europea è abbastanza elevato. Ed è per questo che l’Italia non chiederà solo nuovi stanziamenti, ma anche un maggiore coinvolgimento dei singoli Paesi. La premier, che nel pomeriggio ha avuto una conversazione telefonica con l’omologo greco Kyriakos Mitsotakis e con la stessa von der Leyen ha concordato sulla necessità di un’azione Ue, fa riferimento al «principio del coinvolgimento degli stati di bandiera delle navi Ong nelle operazioni Sar, che non devono più gravare solo sugli stati di approdo». Ovvero i Paesi che finanziano le Ong, come la Germania, «devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare assegna loro». Al Senato Meloni, strappando una standing ovation degli eletti di centrodestra, torna poi a difendere anche l’operato dell’esecutivo, della Guardia Costiera e delle forze dell’ordine durante il naufragio di Cutro. Sul punto però si condensa ancora una volta lo scontro con le opposizioni. «La mia coscienza è completamente a posto - ha attaccato la premier - spero che sia a posto anche la coscienza di chi usa le morti di povera gente per fare propaganda». E ancora, in una dura replica alla senatrice dem Tatiana Rojc che aveva citato il “so ma non ho le prove” di Pier Paolo Pasolini rispetto alle supposte negligenze nei soccorsi, Meloni ha chiosato: «Il governo, me, le scelte che facciamo, i provvedimenti, le nostre eventuali mancanze ma, vi prego, fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza». Un invito non recepito dalle opposizioni che, proprio ieri, con un’inedita formazione compatta che va da Terzo Polo a Sinistra Italiana-Verdi, hanno presentato una richiesta di accesso agli atti rivolta alla premier e ai ministri Matteo Piantedosi e Matteo Salvini, e al Centro nazionale di Coordinamento del soccorso in mare. «Chiediamo di avere informazioni su quanto accaduto perché non si ripeta» ha spiegato la capogruppo dem alla Camera Deborah Serracchiani.
GLI ALTRI PUNTI
Oltre al rinnovo del sostegno a Kiev, tra le «priorità» indicate da Meloni in vista del Consiglio Ue, ci sono anche la riforma del Patto di stabilità e crescita da realizzare «entro il 2023» («Le nuove regole devono sostenere investimenti pubblici. Il tempo dell’austerità è finito»), e «il percorso verso una economia verde». Un obiettivo che secondo la premier deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico: «Per questo ci opponiamo a proposte come il regolamento sulle emissioni dell’anidride carbonica delle auto» e alle norme sull’efficientamento energetico degli immobili. «Si traducono in una penalizzazione dei nostri cittadini e delle nostre imprese - ha concluso Meloni - rischiando di sottoporci ad altre dipendenze energetiche».
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