Gas, asse Meloni-Macron per convincere Berlino: sul tavolo price cap e l'opposizione al piano tedesco

Le ipotesi per il primo viaggio della premier: Parigi, Bruxelles o dall’amico Duda in Polonia

Domenica 23 Ottobre 2022 di Alberto Gentili
Gas, asse Meloni-Macron per convincere Berlino: sul tavolo price cap e l'opposizione al piano tedesco

«Ora che ha giurato nelle mani di Mattarella e il suo governo è nato, Giorgia incontrerà Macron.

Non ci sono dubbi. E non ce ne sono perché Giorgia non può non incontrarlo». Nell’entourage della nuova premier, che ieri ha preparato il terreno sentendo e rassicurando tutti i vertici Ue (von der Leyen, Michel, Metsola), si dà per scontato l’incontro domani con il presidente francese. Subito dopo o subito prima il pranzo privato al Quirinale tra Macron e il capo dello Stato Sergio Mattarella, «che sicuramente preparerà il terreno», dice un esponente di FdI che segue il dossier. E la visita del presidente d’Oltralpe da papa Francesco.

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Anche fonti dell’Eliseo confermano la «volontà» e «il forte interesse» del presidente francese a celebrare il colloquio con la nuova premier italiana. E in queste ore gli staff dei due leader sono al lavoro per definire i dettagli. Perché, come ha detto Macron cercando di mettere una toppa alle dichiarazioni sgrammaticate della sua premier Elisabeth Borne e della ministra all’Europa Laurence Boone («vigileremo su diritti, valori e libertà») seguite alla vittoria elettorale di FdI, «il popolo italiano ha fatto una scelta democratica e sovrana. Noi la rispettiamo. Come Paesi vicini e amici, noi dobbiamo continuare a lavorare insieme».

Insomma, sia per Meloni che per Macron confermare i buoni rapporti tra Parigi e Roma suggellati nel novembre scorso dalla firma del trattato del Quirinale, è «una necessità». Lo sa bene Mario Draghi che, nei seicento giorni trascorsi a palazzo Chigi e in giro per le cancellerie europee, ha intessuto «relazioni preferenziali» con il presidente francese. Tanto più dopo l’uscita di scena di Angela Merkel che ha anche segnato la crisi del tradizionale asse tra Francia e Germania.

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Ebbene, così come per la questione delle «risposte concrete» da dare all’emergenza energetica e per il sostegno all’Ucraina nella guerra scatenata da Vladimir Putin, Meloni si muoverà inevitabilmente nel solco tracciato da Draghi. E Macron, da quanto filtra dall’Eliseo, «è molto interessato» a conoscere la nuova premier. Anche perché - come dimostrano le cronache dell’ultimo vertice europeo terminato venerdì con qualche passo avanti da mettere però nero su bianco - le distanze tra il presidente francese e il cancelliere tedesco Olaf Scholz sono grandi. E come Macron in questo quadro ha bisogno del sostegno dell’Italia per tentare di ammorbidire le posizioni di Berlino sul nodo delle misure da adottare per contrastare la crisi energetica, così Meloni per raggiungere lo stesso obiettivo ha la necessità di confermare e rilanciare il buon feeling creato da Draghi con l’Eliseo.

La partita che si gioca in Europa è definita «cruciale». La decisione di Scholz di attingere all’enorme spazio di bilancio di cui gode la Germania per stanziare 200 miliardi di euro con cui sostenere famiglie e imprese tedesche, è vista sia da Meloni che da Macron come un attentato al mercato interno europeo, alla concorrenza. E come l’allarmante preludio della fine dell’Unione europea, con il prevalere dell’egoismo dei singoli Stati e l’addio a quella solidarietà (con tanto di emissione di titoli di debito comune) che ha permesso all’Ue di superare la pandemia. Tant’è che lo scontro estremamente aspro avvenuto a Bruxelles tra Macron-Draghi da una parte e Scholz-Paesi del Nord dall’altra è esploso, oltre che sul tetto al prezzo del gas, proprio sull’eventuale replica del Sure (utilizzato per contrastare la disoccupazione innescata dalla pandemia) e di altre «risorse e misure comuni» a sostegno di imprese e famiglie strozzate dal caro-bollette. 

I PASSI SUCCESSIVI

Se l’incontro di domani tra Meloni e Macron dovesse andare bene, se com’è certo il presidente francese avrà dalla premier italiana le rassicurazioni sulla linea atlantista, europeista e anti-Putin del governo di Roma, è probabile che la prima missione di Giorgia sarà a Parigi. L’alternativa: un incontro a Bruxelles con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen sentita e rassicurata ieri al telefono.

C’è chi non esclude che Meloni, con Kiev interdetta a causa dei bombardamenti russi, possa invece decidere di andare a far visita al presidente e al premier polacchi Andrzej Duda e Mateusz Morawiecki, alleati sovranisti e amici di vecchia data della leader di FdI. Mossa che non “turberebbe” le cancellerie occidentali, in quanto Varsavia gode in questa fase bellica dell’ombrello di protezione di Washington. E ne godrà anche Roma se Meloni seguirà le indicazioni del presidente americano Joe Biden che, nel congratularsi con Giorgia, ha ricordato le condizioni: il sostegno all’Ucraina e le sanzioni contro Mosca. Quelle che Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno detto mille volte di non gradire. Ma che Meloni conferma e confermerà: «L’Italia sarà sempre dalla vostra parte», ha garantito a Zelensky.

Ultimo aggiornamento: 12:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA