G20, l'asse di Draghi con il Papa e Biden: multilateralismo e nuova economia

Domenica 31 Ottobre 2021
G20, l'asse di Draghi con il Papa e Biden: multilateralismo e nuova economia

ROMA «Insieme stiamo costruendo un nuovo modello economico», sostiene Mario Draghi nel suo intervento di apertura del G20 che nella prima giornata licenzia la Minimum-tax per i giganti del web e l'obiettivo di mandare vaccini ai Paesi più poveri in modo che dal 5% possano arrivare al 70% di copertura.

La drag-economics prende quota con l'assenso dei Grandi della terra. A condividerla anche i presidenti di Russia e Cina che sono collegati a distanza.

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La prima giornata del vertice dimostra che la comunità internazionale può andare avanti sulla linea del multilateralismo anche senza gli autocrati. La sfida delle democrazie a tali regimi sta per Draghi nella capacità di dare risposte alla crisi economica e climatica tenendo conto di chi sta più in difficoltà ma senza venir meno al pieno rispetto dei diritti fondamentali. In questo Draghi si trova in piena sintonia con il presidente Usa Joe Biden e lo si è registrato anche ieri l'altro nel corso del bilaterale che si è tenuto a Palazzo Chigi, al termine del quale l'americano ha indicato l'Italia di Draghi «un esempio» della nuova stagione economica dell'Occidente.
Obiettivo di Biden è dimostrare che le democrazie funzionano e sono ancora un modello di vivere civile che non ha eguali. Draghi mette a terra il principio quando esorta i colleghi, ad agire per ridurre le disuguaglianze nella lotta alla pandemia e chiederà oggi ai Paesi più ricchi dell'Occidente di caricarsi parte degli obiettivi climatici di chi non può rispettarli. Un aumento delle differenze tra i Paesi e delle iniquità nelle nostre società rappresenta per Draghi una minaccia che va affrontata con politiche redistributive tenendo sempre presente la differenza tra debito buono e quello cattivo.


Quindi più crescita, meno diseguaglianze e, soprattutto, più sostenibilità per delineare un «nuovo modello economico» dei piani di ripresa che vengono presentati in tutti i Paesi dopo la crisi innescata dal Covid. Un sistema di cui «tutto il mondo beneficerà» o almeno quella parte di mondo che metterà da parte «il protezionismo» e il «nazionalismo». Il messaggio di Draghi sul multiculturalismo riporta un po' a ciò che lo stesso premier disse prima dell'estate al termine del G7 in Cornovaglia. «Rispetto alla Cina - disse allora Draghi - il comportamento di governi come quelli del G7 deve essere fondato su tre principi. Innanzitutto bisogna cooperare, poi bisogna competere. Nessuno disputa che la Cina debba essere una grande economia. Quello che è stato messo in discussione sono i modi che utilizza, è una autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali, non condivide la stessa visione del mondo che hanno le democrazie».


ASSENZE
Se questa è la cornice che Draghi compone insieme a Biden e con la benedizione di Papa Francesco, l'assenza di Putin e Xi Jinping non risulta un problema ma un'opportunità perché si potrà dimostrare che il G20 va avanti comunque. Il russo e il cinese devono averlo capito quando ieri sera hanno chiesto di convocare al più presto un vertice dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «per cercare una risposta efficace alle attuali sfide e minacce globali». Un tentativo che conferma le difficoltà che Pechino e Mosca hanno nel muoversi in consessi multilaterali ampi. L'annuncio di un fondo mondiale per il clima, che dovrebbe arrivare in chiusura del G20 serve a Draghi per rispondere alle aspettative delle nuove generazioni dimostrando che una nuova visione dello sviluppo economico è possibile e che solo le democrazie sono in grado di offrire.
Marco Conti
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Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 02:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA