Bonus, caccia ai furbetti. Renziani all'attacco: Tridico lasci. E il Pd: cambiamo la legge

Martedì 11 Agosto 2020 di Emilio Pucci
Bonus, caccia ai furbetti. Renziani all'attacco: Tridico lasci. E il Pd: cambiamo la legge

 Il cerchio si stringe attorno ai deputati che hanno chiesto il bonus destinato alle partita Iva. Tre sarebbero riusciti nell'impresa, ad altri due non sarebbe stato corrisposto il tesoretto' dei 600 euro. Divesri consiglieri comunali, da Milano a Trento, hanno fatto outing, spiegando: «Noi non viviamo di politica». Il punto, ovviamente, non sono loro. E al di là delle caccia ai nomi la vicenda dei furbetti' si intreccia con il referendum sul taglio dei parlamentari con i pentastellati che prendono la palla al balzo per lanciare la campagna elettorale mentre la gestione del caso da parte del presidente dell'Inps, Tridico, è finita nel mirino di Iv ma anche di una parte del Pd.
In difficoltà la Lega che conta due dei tre beneficiari del bonus. All'interno del partito di via Bellerio è partita una verifica interna, Salvini è per la linea della sospensione dal partito dei colpevoli. Un processo avviato anche nel Movimento 5Stelle pronto a cacciare chi si è macchiato del peccato mentre i renziani accusano: «La vicenda non riguarda i nostri, siamo pronti a difenderci anche in Tribunale». Iv chiederà che Tridico riferisca in Parlamento e avanzerà la richiesta di un suo passo indietro.

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LA DICHIARAZIONE
E' diventato l'affaire dell'estate, occorre che i responsabili escano allo scoperto, è il refrain' in tutti i partiti. L'opposizione però sostiene che ci sia stata una manovra montata ad arte per favorire il Movimento e i sospetti si annidano anche in una parte della maggioranza. M5s va all'attacco: «I deputati che hanno chiesto il bonus partite Iva dovranno chiedere scusa pubblicamente, dire abbiamo sbagliato, restituiamo i soldi», l'affondo del presidente della Camera Fico.
Tutti i deputati M5s sono stati esortati, tramite e-mail, dal capogruppo alla Camera, Crippa, a inviare entro oggi una dichiarazione in cui si autorizza l'Inps a comunicare al capo politico Crimi chi abbia fatto richiesta e successivamente usufruito del bonus Covid 600 euro: «Tutti rinunciano alla privacy». Poi le differenze: è giusto che un consigliere comunale che ha uno status economico diverso possa accedere ai bonus. Ma i parlamentari no: «Chi ha fatto quella richiesta, seppur legalmente legittima, dovrebbe vergognarsi e di onorevole' non ha proprio nulla», la linea M5s. Nel decreto Agosto la maggioranza è pronta a intervenire con un emendamento che costringa alla restituzione chi ha percepito il bonus avendo gia' un reddito cospicuo. «Parlamentari e non solo», annuncia Pezzopane, della presidenza del gruppo Pd alla Camera. «Il legislatore può sempre intervenire quando si ravvisa qualcosa di sbagliato e il Parlamento deciderà», sottolinea la terza carica dello Stato mentre il vice ministro al Mef, Misiani spiega che nel pieno dell'emergenza sanitaria si è preferito andare sulla tempestività, da qui gli errori compiuti.
Il premier Conte non si espone ma dal fronte pentastellato trapela che il presidente del Consiglio ritiene che ci sia stato un danno, non solo all'immagine del Parlamento, ma anche a svantaggio dei cittadini onesti. «Questione di etica», osserva ancora Fico che allo stesso tempo invita a non andare avanti con le campagne di odio. Per il partito del Nazareno «è una vergogna» che deve essere sanata, ma sotto traccia tra i gruppi parlamentari monta il malessere perché il caso dei furbetti' rischia di gonfiare le vele alla battaglia pentastellata del 20 e 21 settembre.
Del resto Di Maio lo dice apertamente: «Ora possiamo dare insieme una bella sfoltita e fare la storia». Tuttavia la tesi che sia stata tutta colpa di qualche commercialista non tiene. «Però in questo modo rimarcano i lumbard' sono riusciti a spostare l'attenzione dai guai di Conte. C'è un clima da piazzale Loreto». I responsabili del misfatto, tra minacce di querele e tutela della privacy, tacciono. Nelle chat dei partiti non si parla d'altro ma, considerato che l'Inps non farà i nomi, l'ipotesi è che - al di à dei gossip di palazzo già in moto - i deputati del bonus possano farla franca.
 

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