Fuortes, via d'uscita dalla Rai: Pereira lascia il Maggio Fiorentino

Asse tra Nardella e Sangiuliano per spostare l'Ad di viale Mazzini. Ma il manager per ora resiste

Martedì 28 Febbraio 2023 di Ernesto Menicucci
Fuortes, via d'uscita dalla Rai: Pereira lascia il Maggio Fiorentino

È un Risiko complicato, quello che parte da Piazza della Signoria (leggasi Maggio fiorentino) e arriva fino a Saxa Rubra, o meglio a viale Mazzini, sede della Rai. Ma è un effetto domino – quello che riguarda soprattutto Carlo Fuortes, oggi ad della tivù di Stato – che in un modo o nell’altro comincia a muoversi. Esito incerto, ancora ma la nuova scossa tellurica è di ieri: Alexander Pereira ha rassegnato le sue dimissioni da sovrintendente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino in una lettera inviata al sindaco Dario Nardella (e oggi c’è il Consiglio direttivo).

Un passo indietro chiesto dallo stesso primo cittadino, a capo della Fondazione, venerdì scorso in un confronto (come si dice in questi casi: franco e diretto) a due. Nardella, che ieri a cose fatte ha «ringraziato Pereira per questo gesto improntato a un forte senso di responsabilità, di attaccamento al teatro e di sensibilità» e che ha ribadito «il giudizio assolutamente positivo sul rilevante lavoro svolto in questi difficili anni segnati dal Covid», era stato abbastanza diretto: serviva un passo indietro di Pereira che risulta anche indagato per peculato per le spese sostenute e messe a carico della Fondazione.

GLI EQUILIBRI
Che cosa c’entra Fuortes? C’entra perché, secondo i rumors, il nome più gettonato per il Maggio fiorentino, o almeno quello in cima alla lista di Nardella, è sicuramente quello dell’ad Rai, un big (con cui il sindaco di Firenze ha un ottimo rapporto) che farebbe decollare definitamente la rassegna toscana. E la scelta, naturalmente, sarebbe gradita anche dalle parti di piazza del Collegio romano, sede del Ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano: il ministro non ha direttamente voce in capitolo, ma per antica prassi (una sorta di gentlemen agreement) il Sovrintendente del Maggio deve essere un nome condiviso.
E se la scelta fosse Fuortes, il ministro meloniano metterebbe a segno due colpi in uno: dare un vertice di grande prestigio al Maggio, accontentando Nardella, e (soprattutto?) liberare la poltrona di viale Mazzini. Resta un aspetto, non di poco conto: convincere Fuortes. Che, secondo gli spifferi che escono dalla Rai, ancora non si sarebbe deciso ad accettare l’incarico. Per il momento, l’ad sembrerebbe ancora arroccato su una sorta di hic manebimus optime, anche se sa – in cuor suo – che specie dopo il Sanremo ad alto tasso di politicizzazione sinistrorsa, la palla della sua sostituzione ha cominciato a rotolare sul piano inclinato.

Fuortes, non è un mistero, vorrebbe un altro incarico: quello della Scala. Dove, però, il Sovrintendente Meyer resterà in carico fino al marzo 2025 e dove, con bilanci assolutamente a posto, non ci sono gli estremi per un cambio. È vero che si potrebbe procedere con la prassi del “Sovrintendente designato”, cioè scelto anche due anni prima (si fa così nelle principali istituzioni culturali, proprio per garantire la giusta programmazione a Enti, Teatri o Teatri dell’Opera) ma questo non sembra l’orientamento del governo. Che, invece, pensa ad un’altra offerta per Fuortes: accetti il Maggio, poi – se fa bene – avrà le sue chances per la Scala. E in Rai? Lì si fa il nome di Roberto Sergio, area centrista, con consensi trasversali, con Giampaolo Rossi come dg (ma serve un intervento del Cda). Un dossier che ora è sul tavolo di Giorgia Meloni. L’unica che può risolvere il Risiko.
 

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA