Sciogliere Forza Nuova? Il governo valuta il decreto (e c'è il sì dei Costituzionalisti)

Lunedì 11 Ottobre 2021 di Alberto Gentili
Sciogliere Forza Nuova? Il governo valuta il decreto (e c'è il sì dei Costituzionalisti)

Il Pd, come annunciato domenica dopo l’assalto di sabato dei No pass guidati dai leader di Forza Nuova alla sede della Cgil e a palazzo Chigi, ha presentato alla Camera e in Senato due mozioni per chiedere lo scioglimento di tutti i partiti e le organizzazioni che si richiamano al fascismo.

E analoga iniziativa è stata assunta da Matteo Renzi. «Ci auguriamo che tutte le forze politiche autenticamente democratiche sottoscrivano la mozione, chiederemo in conferenza dei capigruppo che il testo venga calendarizzato al più presto al Senato e alla Camera», hanno dettato le presidenti dei gruppi del Pd di Senato e Camera, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani.

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Draghi valuta

A palazzo Chigi, in attesa che il Parlamento si esprima, stanno valutando il da farsi. Ma in ambienti di governo non si esclude affatto che alla fine possa essere varato un decreto per sciogliere Forza Nuova e Casa Pound. Tanto più che diversi costituzionalisti indicano il decreto come una strada percorribile, anche in assenza di una sentenza di un giudice penale che abbia accertato la ricostituzione del partito fascista .

Il sì di Guzzetta

«In assenza di una sentenza di un tribunale ed in casi straordinari di necessità», spiega Giovanni Guzzetta, professore ordinario di Diritto Pubblico presso l’Università di Roma Tor Vergata, «si può sciogliere un partito o un’organizzazione politiva, ma solo attraverso un decreto legge». Guzzetta poi spiega: «In questa materia ci sono due fondamentali leggi: la Scelba del 1952 e la Mancino del 1993. È sulla base di queste leggi che sono state sciolte in passato Ordine nuovo, Avanguardia nazionale e Fronte nazionale. O meglio: le prime due in base alla legge Scelba (che non prevede a differenza della legge Mancino la sospensione cautelativa dell’associazione ma solo lo scioglimento), la terza con la legge Mancino che prescinde dal riferimento al colore politico dell’associazione, ma si concentra sul colpire finalità di discriminazione razziale, etnica e religiosa». «In entrambi i casi - prosegue Guzzetta - la regola è che lo scioglimento possa essere compiuto da organi dell’esecutivo solo previa sentenza di accertamento della natura illecita dell’associazione. Unica eccezione è prevista dalla legge Scelba, che applicando la dodicesima disposizione finale della Costituzione italiana sul divieto di ricostituzione del partito fascista, all’articolo 3 richiede in assenza di una sentenza ed in casi straordinari di necessità e urgenza, che il governo possa intervenire solo mediante decreto legge».

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Clementi conferma

«Per come sembrano essersi svolti i fatti, il caso rientra fra le fattispecie previste dalla legge Scelba. Ovvero una manifestazione ripetuta ed evidente di metodi violenti», conferma il professore di diritto pubblico comparato all’università di Perugia Francesco Clementi. Il costituzionalista spiega che il divieto di ricostituzione del partito fascista è previsto dalla «dodicesima disposizione finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione sotto qualunque forma di quel partito. Tuttavia, l’applicazione di quella disposizione – ai sensi della legge Scelba del 1952 – dice che il divieto scatta quando un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, “usando o minacciando la violenza quale metodo di lotta politica, o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”». Il professore ricorda i casi dello scioglimento di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, che risalgono agli anni Settanta. Poi Clementi spiega come si può procedere nei confronti del partito di Roberto Fiore e Giuliano Castellino: «Ci sono due strade. La prima: una sentenza di un giudice penale che certifichi la ricostituzione del partito fascista. In questo caso il ministro per gli Interni, sentito il Consiglio dei ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni». Oppure: «Il governo, di fronte al conclamato ed evidente manifestarsi delle ragioni indicate dalla legge Scelba, può adottare un decreto legge di scioglimento senza attendere un giudice». E conclude: «Sulla base degli elementi fattuali di questi giorni, i trentotto feriti fra le forze dell’ordine, il materiale documentale prodotto dalla stampa, penso che il governo abbia tutti gli elementi per intervenire».

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA