Fontana, primi dubbi nella Lega e tra gli alleati: «Attilio avrebbe dovuto spiegare di più»

Mercoledì 29 Luglio 2020 di Emilio Pucci
Fontana, primi dubbi nella Lega e tra gli alleati: «Attilio avrebbe dovuto spiegare di più»

«Alla fine il castello di carta crollerà, ma si parlerà sempre di quel conto...». Ecco il timore dei leghisti. Sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il governatore Fontana c'è il convincimento che tutto verrà chiarito, che non ci saranno conseguenze. Ma il danno è d'immagine, «è quel conto alle Bahamas che rimarrà impresso», ripete un big del partito di via Bellerio. E' una preoccupazione comune tra i lumbard. Ancora più forte di come andrà a finire il caso camici.

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Pure tra gli alleati di Salvini comincia a serpeggiare qualche malumore sotto traccia. Dalle parti di Arcore è risaputo quanto Berlusconi stimi il presidente della Lombardia. Non ne apprezza molto l'arte comunicativa e come si presenta davanti alle telecamere ma lo considera un signore prestato alla politica. «Però osserva un big azzurro riportando il pensiero del Cavaliere questa vicenda ha sorpreso un po' tutti. Pensavamo che il suo comportamento fosse irreprensibile». Anche in Fratelli d'Italia la strategia della difesa verrà portata avanti. «E' tutta una strumentalizzazione», osserva per esempio La Russa. Ma poi il braccio destro della Meloni si concede una battuta: «Diciamo che è stato un po' ingenuo. Bisogna stare attenti dai cognati». Il riferimento è legato a quanto accadde a Fini che fu rinviato a giudizio per riciclaggio per la vendita della casa di Montecarlo, acquistata, secondo l'accusa, da Tulliani, cognato dell'allora presidente della Camera, attraverso società offshore. «Ci cascò pure Craxi», osserva ancora l'esponente di Fdi.

Per i leghisti, pero', Fontana rimarrà alla guida della regione. Del resto non ci sono alternative e poco importa che non sia un leghista di provenienza salviniana. «E' un avvocato, non è certo un politicante. Magari avrebbe dovuto spiegare meglio e di più ma non ha colpe», taglia corto un altro big lumbard.

I TIMORI
Il timore è che il caso Fontana possa portare conseguenze dal punto di vista dei sondaggi, non più lusinghieri come un anno fa. Tuttavia Salvini non farà neanche un passo indietro: «E' in corso un accerchiamento giudiziario. E' la solita sinistra che non riuscendo a vincere con i voti si serve dei magistrati». L'argomento Fontana non è stato certo affrontato da Salvini nella telefonata avuta con il presidente della Repubblica Mattarella ma ai leader alleati il segretario lumbard ha sostenuto la tesi dell'attacco delle toghe.

L'obiettivo è non dividersi, schierare un centrodestra compatto sia a Roma che nelle regioni. «Vedrete che finirà tutto in una bolla di sapone», il ragionamento di Salvini che non teme contraccolpi alle prossime elezioni. Il dubbio però che «quel danno d'immagine» di cui parlano diversi deputati e senatori possa tramutarsi in un calo di consenso c'è nella Lega. «Perché confida un altro dirigente del Carroccio è chiaro che Salvini è in questo momento l'unico avversario contro il sistema che tiene in piedi Conte». Colpire Fontana per abbattere il segretario, insomma.
E allora anche qui malumori che serpeggiano nel partito di via Bellerio sono destinati a essere messi in secondo piano.

La partita della Lombardia è troppo importante, «le crepe non sono ammesse», sibila un deputato. Ma la paura è che arrivino altre novità a livello giudiziario. «Andranno avanti per tentare di abbatterci ma non ci riusciranno», ha spiegato Salvini ai fedelissimi.

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