Fontana e i camici «donati» dalla società della moglie: la procura apre un fascicolo

Martedì 9 Giugno 2020
Fontana i camici «donati» dalla società della moglie: la procura apre un fascicolo

La procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla fornitura di camici e altro materiale sanitario avvenuta in piena emergenza covid-19: da un lato la Regione Lombardia, dall'altro la Dama spa. Una società che vede tra i soci la moglie del governatore Attilio Fontana ed è gestita dal cognato.

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La vicenda, finita su alcuni quotidiani, riguarda una fornitura dello scorso 16 aprile, quando Aria spa, centrale di acquisti della Regione Lombardia, ha ordinato camici per 513mila euro alla Dama, di cui è socia al 10 per cento Roberta Dini, moglie del governatore. L'ad della società è invece Andrea Dini, cognato di Fontana ed erede di una famiglia di imprenditori storici di Varese che produce il noto marchio Paul&Shark.

Della vicenda si è occupata la trasmissione Report, che ha anche intervistato gli interessati. Sia Aria che l'ad Dini hanno replicato che si è trattato solo di una donazione e che nemmeno un euro è uscito dalle casse della Regione a vantaggio della società, come dimostrato dallo storno delle fatture, datato 22 maggio. Lo stesso Fontana ha commentato: «Sono stati comprati tutti i camici da tutti quelli che li producevano perché noi ne avevamo bisogno. Nel caso dell'azienda di mio cognato sono stati donati - ha concluso - Quindi mi sembra che la donazione fughi qualunque tipo di problema».

I TEST
La procura ha aperto anche un altro fascicolo, che riguarda l'affidamento diretto da parte della Regione della sperimentazione dei test sierologici. Neppure in questo caso è stato ipotizzato un reato. Della vicenda si è occupato anche il Tar della Lombardia, che ha annullato l'accordo tra la Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici e disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti, perché ritiene che l'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico abbia «impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalità illegittime».

Il contenzioso riguarda la validazione degli esami per la ricerca degli anticorpi del Covid nella popolazione lombarda. In primo grado è stato accolto il ricorso di TechnoGenetics, l'azienda di Lodi che opera nel campo dell'immunodiagnostica e che, dopo la sottoscrizione del contratto tra la multinazionale con sede a Saluggia (Vercelli) e l'Irccs pavese, ha lamentato un'alterazione della concorrenza. Una battaglia di cui già si annuncia un secondo round: la Fondazione è pronta a impugnare la sentenza per chiedere la sospensione, rivendicando la libertà di ricerca come principio costituzionale fondamentale.

Secondo il Tar, che ha accolto il ricorso dello studio legale Abiosi, Diasorin «ha acquisito un illegittimo vantaggio competitivo rispetto agli operatori del settore, perché ha potuto contare in modo esclusivo sul determinante apporto di mezzi, strutture, laboratori, professionalità, tecnologie e conoscenze scientifiche messe a sua esclusiva disposizione» dal polo di cura e ricerca di Pavia». Inoltre, i prodotti e i kit realizzati «sono venuti ad esistenza solo per effetto delle attività svolte» dall'Istituto scientifico «in base all'accordo e dietro compenso».

La precisazione di Diasorin.
La Diasorin S.p.a. precisa che l'unico rapporto intercorso con la Regione Lombardia è costituito dal provvedimento di affidamento diretto della fornitura di test (e non della sperimentazione degli stessi) stabilito dalla medesima Regione Lombardia, in conformità al Decreto Cura Italia, che non riguarda in alcun modo il contratto stipulato tra la DiaSorin S.p.a. e la Fondazione San Matteo di Pavia.
Il contratto stipulato tra la fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin S.p.a.  ha invece ad oggetto la validazione clinica di un nuovo test IVD già sviluppato, quale fabbricante, dalla DiaSorin S.p.a., essendo tale validazione necessaria per ottenere la certificazione CE prodromica alla commercializzazione.

Precisiamo che tale contratto è messo a disposizione del pubblico presso il sito internet della Fondazione per pronta consultazione, in ottemperanza alla normativa vigente.

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA