Giovanni Donzelli: «FdI è il partito dei conservatori. Schlein? Vediamo in Friuli»

Il responsabile dell'organizzazione: «Nessuno degli alleati sabota il governo. La sinistra la smetta di delegittimare l'avversario, serve una democrazia matura»

Martedì 28 Marzo 2023 di Ernesto Menicucci
Giovanni Donzelli: «FdI è il partito dei conservatori. Schlein? Vediamo in Friuli»

«Non accettiamo patenti di democrazia dalla sinistra. La patente, casomai, ce l'hanno data gli italiani alle urne».
Giovanni Donzelli, deputato di FdI, responsabile dell'organizzazione del partito, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni, non arretra di mezzo millimetro.

Anzi, a dire il vero, rilancia: «L'effetto Schlein nei sondaggi? Lo vedremo tra cinque giorni alle elezioni in Friuli...».

Verrebbe da dire, con una battuta, le piace vincere facile: il centrodestra è favorito, il leghista Fedriga è governatore uscente...
«Ma il Friuli è un territorio contendibile, dove c'è stata sempre alternanza. Prima di Fedriga vinse un'esponente di punta del Pd come Debora Serracchiani. Non è la Lombardia: un centrosinistra con un personaggio di spicco e contando sull'effetto Schlein potrebbe anche vincere...».

Intanto sono passati sei mesi dalla vostra affermazione alle urne. Bilancio?
«Sei mesi di grande cambiamento. Per la prima volta dopo tanto tempo si è formato un governo che fa politica, che non si nasconde dietro ai tecnici e che rappresenta la volontà della maggioranza degli elettori. Un governo che dà risposte concrete, che ha una sua visione della società. Mi auguro che quella stagione, della politica che si nasconde, sia definitivamente finita».

Che significa? Meglio, per assurdo dal suo punto di vista, che vinca la sinistra piuttosto che si torni alle larghe intese?
«Tra cinque anni rivincerà Giorgia Meloni, ne sono certo. Ma vorrei che si fosse superata davvero la Prima e seconda Repubblica e che si arrivi ad una democrazia matura, basata sul bipolarismo e l'alternanza».

Sta mettendo le mani avanti?
«Macché. Per essere chiari: l'unica crisi che vedo è quella delle opposizioni, che si presentano con quattro mozioni sull'Ucraina e che ogni giorno chiedono le dimissioni di un ministro diverso».

Ammetterà che, in alcuni casi, dalle polemiche su Cutro a quelle sulle Fosse Ardeatine, ci possono essere stati errori di comunicazione da parte vostra?
«Per la sinistra è un errore di comunicazione tutto quello che a loro non piace. Bé, non inseguiremo il Pd, non siamo disponibili a dire delle cose solo per fargli piacere. L'unica cosa che sanno fare è polemizzare sul secolo scorso: tanto, qualunque cosa dica la Meloni, per loro non basta mai... La sinistra non ha la supremazia morale o democratica, non sono loro a dare bollini verdi».

La svolta governista di Forza Italia, con il cambio del capogruppo alla Camera e il ridimensionamento di Ronzulli, vi avrà fatto piacere...
«Sono ricostruzioni giornalistiche... Nel centrodestra c'è grande compattezza, nei Cdm e anche in Parlamento. Poi ci possono essere opinioni diverse su alcuni punti specifici, ma non ho mai visto nessuno degli alleati mettere il bastone nelle ruote del governo».

Cospito resta al 41 bis, giusto così?
«È giusto che decida la magistratura ma sono contento che il governo non abbia ceduto alle minacce degli anarchici».

Ridirebbe quanto disse in aula sul Pd?
«Certo che sì. Vorrei chiedere al centrosinistra se porterebbe di nuovo avanti 45 giorni di sollevazione popolare per scoprire poi che il Giurì d'onore dà ragione a noi».

In giro non c'è un bel clima. E non solo per la minaccia anarchica: le aggressioni di studenti di sinistra a Firenze, le targhe o le corone dei ragazzi di destra e sinistra uccisi negli anni di Piombo vandalizzate...
«La violenza va condannata in tutte le sue forme, è la negazione della politica. Bisogna abbassare i toni, tutti quanti, evitando come fa la sinistra di delegittimare l'avversario. Mi viene da dire che non giova neppure alla sinistra, visti i risultati elettorali...».

Che fa, si candida a spin doctor dei dem?
«No, no, per carità. Da una parte mi verrebbe da dire "lunga vita a questa opposizione". Ma dall'altra spero che prevalga il senso di responsabilità».

Secondo lei nascerà mai il partito unico dei conservatori italiani?
«Quel partito c'è già, ed è Fratelli d'Italia. Il partito unico non serve: con Lega e Forza Italia siamo compatibili ma poi ognuno ha le sue sensibilità. E le fusioni a freddo di solito non aiutano...».

Sta dicendo che fu un errore di Fini accettare la fusione di An nel Pdl berlusconiano?
«Il Pdl era un bel progetto, che purtroppo non ha funzionato. Tornare indietro non ha senso».

Ci sarà maggior dialogo con il Terzo Polo?
«Parliamo con tutti. Lo facevamo quando eravamo all'opposizione di Conte e Draghi, figuriamoci ora».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 12:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA