Eva Kaili, buste piene di contanti a casa della deputata greca. Faro sui visti per il Qatar

Arrestato anche il papà della donna: stava scappando con una valigia di soldi

Sabato 10 Dicembre 2022 di Gabriele Rosana
Eva Kaili, buste piene di contanti a casa della deputata greca. Faro sui visti per il Qatar
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Sospesa dalla funzione, Eva Kaili potrebbe adesso essere rimossa dalla vicepresidenza del Parlamento Ue con un voto d’urgenza. Sacchi pieni di banconote sarebbero stati trovati nell’appartamento dell’eurodeputata greca, agli arresti da venerdì sera per il presunto coinvolgimento nel caso delle mazzette del Qatar per influenzare le decisioni dell’Ue, su cui la giustizia belga indaga da alcuni mesi. Il che spiegherebbe perché Kaili sarebbe stata posta in stato di fermo nonostante goda dell’immunità parlamentare: sulla base del regolamento interno dell’Eurocamera, la misura decade infatti in caso di flagranza di reato. Gli inquirenti, stando a quanto riferito dai media belgi, avrebbero apposto i sigilli nei locali del suo ufficio al bâtiment Spinelli, come anche in quelli che ospitano i collaboratori di un paio di altri europarlamentari del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D), tra cui la presidente della sotto-commissione Diritti umani Maria Arena. 

GLI SVILUPPI

Secondo il quotidiano belga L’Echo, inoltre, ieri sarebbe stato arrestato pure il padre di Kaili, colto in flagranza di reato mentre cercava di scappare con una valigia piena di contanti. Mentre oggi pomeriggio la magistratura belga dovrà decidere la convalida dell’arresto dei cinque fermati ieri nell’ambito dell’inchiesta: oltre a Eva Kaili e al suo compagno Francesco Giorgi, collaboratore parlamentare di un eurodeputato del Pd che ad oggi non risulta indagato, pure l’ex europarlamentare di Articolo 1 Pier Antonio Panzeri (di cui Giorgi era stato in precedenza assistente), fondatore dell’associazione no-profit “Fight Impunity”, il neo-presidente della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) ed ex Uil Luca Visentini e il segretario generale dell’Ong di estrazione radicale “Non c’è pace senza giustizia” Niccolò Figà-Talamanca. 

LA PRESIDENTE

«Il Parlamento europeo si schiera con fermezza contro la corruzione», ha commentato ieri mattina, con un tweet, la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. «In questa fase non possiamo commentare le indagini in corso, se non per confermare che abbiamo collaborato e collaboreremo pienamente con tutte le autorità giudiziarie e di polizia competenti. Faremo tutto il possibile per aiutare il corso della giustizia», ha aggiunto Metsola, che ha disposto con effetto immediato il congelamento dei poteri e delle deleghe della sua vice. Il terremoto fra i ranghi socialisti del Parlamento Ue finisce, però, dritto nell’agenda della plenaria che comincia domani a Strasburgo. Il gruppo della sinistra ha chiesto un dibattito dedicato, mentre già domani - su istanza di vari raggruppamenti politici - si potrebbe decidere di stoppare il via libera al provvedimento di liberalizzazione dei visti con Doha. Durante il negoziato della risoluzione sulle violazioni dei diritti umani legati alla Coppa del Mondo (in agenda solo dopo un voto preliminare passato sul filo del rasoio), «ho visto con i miei occhi alcuni colleghi (vedi la Kaili, ndr) prendere le difese del Qatar», ha ricostruito ieri la co-capogruppo di The Left Manon Aubry. «Già a fine novembre avevo lanciato l’allarme sull’aggressiva attività di lobbying del Qatar».

 

Duro anche il presidente della commissione parlamentare speciale sulle ingerenze straniere, il socialista francese Raphaël Glucksmann: «Potrebbe essere solo l’inizio. Dobbiamo mettere in chiaro che la democrazia non è in vendita. La verità e la giustizia devono prevalere sulla solidarietà di partito». Nel resto del gruppo S&D, molti si trincerano dietro il no comment, in attesa di sviluppi, mentre altri indicano che un primo confronto a porte chiuse si avrà domani, a Strasburgo. Dopo l’espulsione dal Pasok, lo storico movimento socialista panellenico, S&D ha, intanto, sospeso Eva Kaili dal gruppo. E adesso ne chiede la rimozione da vicepresidente del Parlamento, dove era stata eletta a gennaio, per «proteggere la rispettabilità dell’istituzione e la fiducia dei cittadini», ha annunciato la capogruppo Iratxe García Pérez. Il regolamento prevede che per «seri episodi di cattiva condotta» la capigruppo può proporre, con la maggioranza dei tre quinti in rappresentanza di almeno tre gruppi politici diversi, di far decadere la greca dalla carica. La plenaria dovrà poi ratificare la decisione con i due terzi dei votanti, ferma restando la presenza della maggioranza dei 705 eurodeputati. 
 

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA