Elly Schlein, il saluto a Conte e le parole di Grillo che mettono in imbarazzo la segretaria con l'ala riformista del Pd

La direzione del partito di domani si preannuncia piena di tensioni. D'Amato si dimette dall'Assemblea Nazionale dem

Domenica 18 Giugno 2023 di Luca Pulejo
Il saluto a Conte e le parole di Grillo su mettono in imbarazzo Schlein con l'ala riformista del Pd

Il giorno dopo la doppia sorpresa alla manifestazione del M5S (iniziata con il saluto di Schlein a Conte e finita con le «brigate di cittadinanza» e l'invito a mettere il «passamontagna» di Beppe Grillo), il Pd fa i conti con le scelte della propria segretaria. Per Schlein non il miglior viatico in vista della direzione del partito, convocata per domani alle 15 al Nazareno.

La segretaria dem - che fino all'ultimo aveva mantenuto il riserbo sulla sua partecipazione al corteo "Basta vite precarie" - aveva messo in conto che la sua scelta di tendere la mano alle opposizioni avrebbe sollevato qualche mugugno, soprattutto nell'ala più centrista. Ciò che però non poteva prevedere erano le parole di Beppe Grillo, che sono sembrate riportare i 5 Stelle ai loro esordi, ai tempi del Parlamento come «scatoletta di tonno» da aprire. Parole che, anche per il tempismo con cui sono arrivate, mettono in grande dubbio ogni ipotesi di campo largo delle opposizioni, anche solo limitato ad alcuni temi comuni come il salario minimo.

Ed è ai riformisti più scontenti del Pd che si rivolge su Twitter il leader di Italia viva Matteo Renzi: «Aver mandato a casa Conte per portare Mario Draghi a Chigi è stata un'operazione difficile e rischiosa, ma ne andremo fieri per sempre. Poi vedo Elly Schlein rincorrere il corteo grillino e domando ai riformisti del Pd: ma davvero volete finire così la vostra esperienza politica?». E che segnano già conseguenze pesanti, come le dimissioni di Alessio D'Amato, consigliere della regione Lazio: «Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall'Assemblea Nazionale del Pd», ha annunciato via social il candidato per il centro-sinistra alla presidenza del Lazio contro Francesco Rocca, aggiungendo: «È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S.

Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica».

Conte: «Brigate di cittadinanza? Parole di Grillo strumentalizzate»

Le reazioni nel partito

Già ieri sera Pina Picierno (vicepresidente dem al Parlamento Europeo) aveva polemizzato via Twitter: «Unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull'Ucraina ("la guerra nasce all'espansione della Nato", ndr) o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?». La stessa Picierno aveva nelle settimane scorse polemizzato contro le parole del neo vice-capogruppo dem alla Camera, l'esponente di Demos (non iscritto al Pd) Paolo Ciani, che da esponente della Comunità di Sant'Egidio aveva espresso la propria opposizione all'invio di armi a Kiev.

Nel partito però c'è anche chi difende la scelta della segretaria dem, come l'esponente della segreteria Francesco Laforgia, («era giusto esserci, pur nelle differenze») o il capodelegazione del Pd a Bruxelles Brando Benifei (secondo cui delle parole di Grillo «non può rispondere Elly Schlein»).

I fatti

Come detto, all'ultimo la segretaria del Pd aveva scelto di passare a salutare Giuseppe Conte al corteo indetto contro il governo Meloni. «Lavorare insieme contro la precarietà, per il salario minimo e per il reddito. Avete fatto bene a mobilitarvi Giuseppe», aveva detto Schlein a Conte, dopo averlo salutato con un abbraccio e due baci sulle guance. L'armonia del nuovo possibile campo largo però è durata lo spazio di un pomeriggio. In serata infatti, Beppe Grillo (assente dalle scene da tempo e riapparso a sorpresa sul palco del M5S) ha pronunciato parole che hanno destato molte polemiche: «Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate».

Ieri sera, ovviamente, non sono mancate le reazioni: dalla Lega di Matteo Salvini («Ci chiediamo se anche Schlein sia pronta a indossare il passamontagna») a Tommaso Foti di Fdi (parole «vergognose e indecenti»), fino a Maurizio Lupi di Noi Moderati («incitamento alla violenza» come «ultimo rifugio degli incapaci. E anche degli imbecilli»). E ancora, sono arrivate risposte da Carlo Calenda («Invocare passamontagna e violenza in piazza è gravissimo e rischioso») e Maurizio Gasparri di Forza Italia («Grillo evoca il passamontagna, richiamando nella memoria collettiva gli anni del terrorismo»), fino stamattina al tweet di Matteo Renzi («Schlein rincorre il corteo grillino, volete finire così?»).

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