Elezioni 2022, Salvini gioca in difesa: «Il leader dell’alleanza si decide alle Politiche»

Il capo della Lega: «La coalizione prima del partito». Delusione per i voti al Nord

Martedì 14 Giugno 2022 di Mario Ajello
Elezioni 2022, Salvini gioca in difesa: «Il leader dell alleanza si decide alle Politiche»

Che tegola. Talmente dura che Matteo Salvini, a un certo punto, nella conferenza stampa a via Bellerio che cerca di non diventare una valle di lacrime ma non è facile esibire sorrisi impossibili, sembra quasi sfinito dopo aver appreso al telefono l’ennesima cattiva notizia: «Stiamo perdendo a Lodi...». Dove poi la candidata sindaca leghista, Sara Casanova, perderà.

E però tra i motivi di soddisfazione Matteo cita Ponza: «In quest’isola il sindaco ha la tessera della Lega, e chi vuole farsi una bella vacanza tranquilla può andare lì».

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Salvini gioca in difesa

Ma non è facile per Salvini dissimulare la botta presa. Dove si gira non può non vedere le ruote sgonfiate del Carroccio, da Nord a Sud, e soprattutto nella riunione al quartier generale del partito il leader non vede la presenza di Giancarlo Giorgetti, la cui assenza - così spiega Matteo, per rassicurare e rassicurarsi - «è dovuta a motivi di salute, spero che quando si parla di salute nessuno faccia ricostruzioni bizzarre, anche perché ci vedremo in settimana». 

 


Sarebbe in programma, per i prossimi giorni da qui al ballottaggio, anche un super-vertice dei tre leader del centrodestra e uno spot con abbraccio in piazza o in video tra Matteo, Giorgia e Silvio ma adesso, per due di loro, è il momento di leccarsi le ferite. Salvini dà l’impressione di attribuire la batosta leghista all’eccessiva fedeltà al governo Draghi. E la strategia di recupero nei prossimi mesi fino al 2023 la baserà tutta su un atteggiamento combat nei confronti del premier su energia, bollette, Ue, riforma fiscale e delle pensioni. Quasi un programma da opposizione. E c’è chi nel partito gli consiglia: «Matteo, non parlare più di viaggi in Russia, e occupiamoci tutti dei problemi veri che riguardano gli italiani. Sennò Giorgia ci sbrana». Questo lo pensano tutti al vertice leghista. E occuparsi degli italiani, questo chiedono dirigenti e base, a cominciare dagli italiani del Nord. Ecco, quello che è accaduto in queste ore è la debacle del Carroccio nella sua culla territoriale. Da Alessandria a Padova, da Como a Parma, da Genova e di qua e di là è un tonfo.

 
AGITAZIONE
Il mondo del nord-est che fa riferimento a Zaia è agitato. E la fronda nordista, che attribuisce il flop alle strambate del segretario, e non crede ai motivi di salute che hanno portato Giorgetti a non esserci, è destinata a farsi sentire di più. Già ieri il caso Padova ha agitato le schiere leghiste. Ovvero è riemersa nelle conversazioni off la vicenda dello sceriffo salviniano, il candidato sindaco Peghin che è andato a sbattere. Molti militanti e amministratori si aspettavano questo esito e volevano infatti un’altra candidatura: quella di Roberto Marcato, fedele assessore di Zaia, trasversalmente apprezzato. Invece, è andata come è andata: cioè, male. E non ci si aspetta niente di buono dal ballottaggio di Verona, dove l’arci-nemico ex leghista Tosi probabilmente appoggerà Tommasi. 


L'ALLEANZA
E ora Salvini romperà con Meloni, buttandosi sul proporzionale e sul partito unico con Berlusconi? No, ha deciso che cercherà di stringere di più, e non di meno, l’alleanza con Giorgia. «Per me, la coalizione conta più del partito. La mia sfida non è all’interno del centrodestra». Eppure, la sfida con l’alleata-rivale la sente e infatti: «Il leader della coalizione lo decideranno gli elettori alle politiche, chi farà il premier lo decidono gli italiani». Il che significa: cara Giorgia, ora hai vinto il derby ma posso recuperare e batterti da qui al 2023. Salvini è convinto che alle politiche sarà un’altra storia e che la nuova offensiva sul terreno sociale e anti-Ue, tutta dalla parte dei cittadini vessati dalle scelte dall’alto, comprese quelle del governo, premierà. Non ne sono affatto tutti convinti in casa Lega. Ma non è questo il momento per infierire. Anche se nel Carroccio, area Nord, zona Giorgetti, mondo Zaia e Fedriga, la preoccupazione sale e anche la richiesta al segretario di un vero chiarimento. Lui si dice «orgoglioso, felice e soddisfatto» del risultato del centrodestra, ma nel suo partito crescono quelli insoddisfatti di lui. 
 

Ultimo aggiornamento: 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA