Sindaco Roma, Gualtieri si candida: «Zingaretti al mio fianco, la Capitale deve correre più del Paese»

Domenica 9 Maggio 2021 di Mario Ajello
Sindaco Roma, Gualtieri si candida: «Zingaretti sarà al mio fianco, la Capitale deve correre più del Paese»

Ha saputo aspettare Roberto Gualtieri. Ben conoscendo gli arabeschi del Pd, di cui è conoscitore profondo e in cui si rispecchia in maniera identitaria da giovane anziano dirigente politico. E adesso? «Adesso tocca a me», dice agli amici dopo aver ricevuto la telefonata di Enrico Letta il quale, ad affondamento grillino della candidatura Zingaretti appena avvenuto, lo ha chiamato per chiedergli: «Roberto, sei pronto?». Ma certo che lo è. E ha le idee molto precise su quale sarà la cifra della sua campagna elettorale e poi, se dovesse andare al secondo turno e vincere, su come andrà in scena il format della sua sindacatura. Pensa al un doppio livello, quello della gestione e del funzionamento della Capitale, un campo nel quale la Raggi dopo tanto stentare sembra aver trovato una sua condotta (ovvero le strade vengono riparate, ormai, e si fa anche altro) ma occorre migliorare tutto senza fare polemiche ideologiche e campagne contra personam, e quello delle grandi strategie per questa città guida della nazione. «Quello che manca veramente alla sindaca uscente - ragiona Gualtieri con i suoi - è la capacità si smuovere cose più grandi.

Serve che Roma, anche grazie all’imminente Giubileo del 2025, faccia in tre anni ciò che il resto d’Italia, farà in 6 anni per effetto del Recovery Plan».

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Come si rilancia questa metropoli? Interloquendo con tutti, con le grandi istituzioni, con le grandi aziende, con lo Stato e con i privati. L’esperienza da ex ministro dell’Economia e della finanza varrà come standing importante. Insieme alla convinzione che Roma, al di là dei soldi che il Recovery destina a questa città, che non sono tanti sulla carta, è la Capitale da cui si decideranno come e dove mettere sul terreno gli investimenti. E nell’interlocuzione con Palazzo Chigi - alza il telefono e Gualtieri parla con Draghi - e con il Mef da cui proviene e con Bruxelles dove da europarlamentare è stato considerato uno dei cinque politici più influenti in ambito Ue, il ruolo del sindaco di Roma, se interpretato con «ambizione e coraggio» - queste le parole-guida dell’ex ministro - diventerà cruciale. 

IL RILANCIO
«Pronto? Sono prontissimo», è il suo mantra e il profilo che terrà Gualtieri nella battaglia delle primarie e poi nella sfida con la Raggi (ma c’è anche Calenda che prenderà voti da sinistra e Bertolaso o altri nel centrodestra) si baserà sulla convinzione di Roma motore di tutto. Anche perché i soldi del piano di ricostruzione nazionale saranno gestiti dalla Capitale e questo sarà il luogo della nuova centralità nella quale graviteranno industria, servizi professionali, finanza. «Da Roma riparte l’Italia», ecco il senso. 
Con Zingaretti ovviamente ieri si sono sentiti e Nicola ha assicurato: «Sarà continuamente al tuo fianco in campagna elettorale». «Con lui», racconta sempre Gualtieri, «i rapporti sono ottimi e abbondanti. È stato lui un anno fa il primo a dire che il candidato del Pd sarei dovuto essere io. Ci parliamo sempre, ci conosciamo da una vita. Certo che sarà al mio fianco». Procederanno in tandem. E la cifra, così Gualtieri confida, «sarà quella della civiltà nei confronti dei competitor, nessuna guerra ideologica. C’è da battere la destra ed è sui deficit di governo della destra, da sempre dimostrati sia a livello romano sia a livello nazionale, che occorre battere e ribattere». Insomma, non ci sarà la mostrificazione della Raggi. 

Anche perché Gualtieri, dal tempo del governo rossogiallo, è stimato in M5S ed è convinto di poter prendere - e ne è convinto anche Conte che ha abbracciato la Raggi ma non è convintissimo di Virginia - i voti grillini al secondo turno. Ma attenzione: al ballottaggio bisogna arrivarci. E la partita è lunga. Gualtieri ieri ha chiamato anche Guerini, il leader di Base Riformista e gli ha detto: «Ci tengo al vostro sostegno». Che per ora si limita a questo: «Gualtieri è un ottima persona - dice Patrizia Prestipino, coordinatrice laziale di questa corrente - e pone fine a un bailamme che stava durando troppo». 

LA WAR ROOM
«Una volta che c’è il candidato - così si ragiona nella war room dell’ex ministro, dove siedono figure di rilievo e di assidua conoscenza della città, come il deputato Claudio Mancini appena dimessosi da tesoriere del Pd romano - il partito si riattiva sul territorio, si rimettono in circolo tutte le energie esistenti». A cominciare dall’appuntamento delle primarie. Con la candidatura di Zingaretti sarebbero state inutili o inesistenti. Con Gualtieri, contro il quale da fuori Calenda farà fuoco e fiamme e ha già cominciato («Avete fatto decidere ai 5 stelle il nome del vostro candidato») serviranno a far conoscere il profilo della sua corsa. Appuntamento, dunque il 20 giugno. E nella nebbia che ha impazzato in questi mesi da tutte le parti, almeno questo appuntamento è il primo fatto materiale visibile. 

Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 00:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA