Prove di accordo, o per lo meno di dialogo, fra il Movimento 5 stelle e il Pd in Lombardia. Oggi in conferenza stampa il presidente dei Pentastellati Giuseppe Conte ha detto che il partito è pronto a «confrontarsi con altre forze politiche e sociali».
La questione candidato «per ora è da accantonare». «Abbiamo un candidato forte che non ha un problema di identità e che farà un buon lavoro sul programma» è la replica del Nazareno. Di un «buon approccio» da parte dei 5 stelle ha parlato Majorino, mentre il segretario regionale Vinicio Peluffo si è detto «disponibile a parlare di contenuti ma subito, perché la campagna elettorale è già iniziata» e «probabilmente si voterà il 12 e il 13 febbraio».
Lega: Election Day 12 e 13 febbraio insieme al Lazio
Questa è la data in cui la Lega, che oggi ha tenuto il consiglio federale, vorrebbe si tenesse l'election day, accorpando le elezioni in Lombardia e Lazio. «Non credo che si parlerà di tempi particolarmente lunghi - ha spiegato il coordinatore lombardo dei 5 stelle Dario Violi -. Se non ci sarà l'accordo di pace, noi ci siamo sempre presentati da soli e non ci spaventa la cosa». La speranza è che si possa chiudere prima di dicembre. D'altronde il 3 dicembre il centrosinistra ha già in programma un appuntamento a Milano per presentare - ha annunciato Majorino - «il cuore della nostra proposta per il futuro della Lombardia» . Di certo la possibilità dell'arrivo dei 5 stelle non piace a +Europa. E infatti da Milano, dove partecipa al festival de Linkiesta, il leader di Azione Carlo Calenda si è rivolto direttamente al partito di Emma Bonino. «Sarebbe importante averli dentro. Non sono solo i benvenuti, le porte a loro sono spalancate» ha detto con tanto di frecciata alla situazione in Lombardia. «Non posso credere - ha aggiunto - che qui in Regione Lombardia appoggino Majorino, Agnoletto e i M5s. Spero che vengano con noi a fare un lavoro dignitoso. Non perché abbia qualcosa contro Majorino, ma perché non rappresenta la loro parte politica». Mentre invece per il Pd il vero segretario ideale sarebbe «Giuseppe Conte: prendessero Conte, che si veste in perfetto stile comunista, e con quella inflessibilità morale, che però poi porta a fare niente» perché «il Pd oggi - ha concluso Calenda - non fa politica, fa moralismo».