Elezioni, c'è l'accordo Renzi-Calenda: «Ci sarà Terzo Polo. Lascio Carlo guidare campagna elettorale»

Giovedì 11 Agosto 2022
Elezioni, c'è l'accordo Renzi-Calenda: «Ci sarà Terzo Polo. Lascio Carlo guidare campagna elettorale»

Elezioni politiche 2022 - Oggi il Terzo Polo inizia ad avere un'ossatura visibile. In tarda mattinata c'è stato l'incontro decisivo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. I due hanno siglato un accordo elettorale che prevede una lista unica con i simboli dei due rispettivi partiti, Italia Viva e Azione.

Renzi punta a drenare voti sia da Forza Italia che dal Pd e dice che lavorerà su un Draghi bis. 

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  • Da domani i partiti sono chiamati a depositare i simboli e i documenti (statuto, indicazione degli organi di partito, del programma elettorale e dei capi politici) per presentarsi formalmente alle elezioni del 25 settembre prossimo. 
  • Per le candidature e la definizione delle liste, invece, c'è ancora tempo ma i partiti stanno già presentando nomi e volti di richiamo da schierare nei collegi uninominali. È il caso dell'ufficializzazione della corsa, ieri, dell'economista Carlo Cottarelli, candidato con Pd e +Europa. Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, si candiderà in Senato. Sinistra Italiana e Verdi hanno annunciato la candidatura di Ilaria Cucchi e del sindacalista Aboubakar Soumahoro.​

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  • Prime schermaglie dirette tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Il segretario del Pd ieri ha accusato la leader di FdI di aver intrapreso un'operazione di maquillage sul suo partito: «Si incipria per cambiare immagine». Lei ha replicato così: «Voi non riuscireste a coprire le vostre contraddizioni neanche con lo stucco». Poi in un video per la stampa estera ha condannato la soppressione della democrazia e le leggi razziali del 1938«Sul fascismo nessuna ambiguità», ha detto.
  • Non c'è ancora accordo sul candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Sicilia: Lega e Forza Italia hanno benedetto il nome di Stefania Prestigiacomo ma Giorgia Meloni, che puntava sul governatore uscente, l'ha bocciato: «Abbiamo sempre difeso l'unità del centrodestra e continueremo a farlo, anche in Sicilia, dove il candidato migliore per noi rimane Nello Musumeci. Una cosa però non ci si può chiedere: sostenere un candidato che saliva sulla Sea Watch con il Pd», scrive sul suo profilo Twitter.

DIRETTA Terzo Polo, ufficializzato oggi l'accordo Renzi-Calenda. Tajani: «Arriveranno quarti».

Ore 16.30 M5S, candidature plurime non previste da statuto - L'avvocato Lorenzo Borrè che ha curato molteplici ricorsi grillini avverte Giuseppe Conte: «Sulla formazione delle liste Conte dice di metterci la faccia, ma rischia di sbatterla contro il regolamento del Comitato di garanzia» nel quale siede la stessa Raggi, spiega il legale, interpellato dall'Adnkronos. «Il criterio statutario è quello, democratico, in forza del quale chi prende più voti» alle parlamentarie online «deve essere il primo in graduatoria. Nessuno - sottolinea l'avvocato dei mille ricorsi anti M5S - ha il potere di disporre le graduatorie secondo parametri diversi da quelli espressi tramite il voto di gradimento degli iscritti. Né è predicabile la candidatura in più collegi. Tanto meno la collocazione in lista in assenza di partecipazione alle primarie. Bene ha fatto Virginia Raggi a richiamare l'attenzione sul punto. Dissento solo sull'assunto che avrebbe potuto presentare la propria candidatura alle parlamentarie: i paletti del regolamento, letti alla luce dei quesiti delle consultazioni sul mandato zero, non le consentivano il salto in Parlamento». Conte ha aperto alle pluri-candidature, annunciando che si presenterà in più circoscrizioni. Un'ipotesi che avrebbe fatto storcere il naso a molti, compreso il garante Beppe Grillo. «Conte evoca una possibilità non prevista dallo Statuto né dal regolamento emanato dal Comitato di garanzia. L'ex premier dovrà pertanto presentare anche lui, al pari di tutti gli altri iscritti, la propria autocandidatura per un singolo collegio», sostiene Borrè. Il presidente del Movimento ha il potere di comporre le liste a suo piacimento? «Al presidente - risponde all'Adnkronos il legale dei ricorrenti M5S - spetta esclusivamente valutare la compatibilità delle singole candidature con i principi e i valori del Movimento. Ha dunque solo un potere di veto, ma non un potere sostitutivo della volontà della comunità degli associati». Tra gli attivisti (ma anche tra alcuni parlamentari scontenti) inizia a serpeggiare l'ipotesi di ricorsi contro le modalità di selezione dei candidati.

Ore 16.10 Albertini: «Darò contributo a Terzo polo»​ - «Certamente daremo il nostro massimo contributo a Milano e in Lombardia per la realizzazione di questo nuovo progetto ». Così in una nota Gabriele Albertini, senatore ed ex sindaco di Milano, e l'onorevole Guido Della Frera hanno commentato l'accordo raggiunto tra Matteo Renzi e Carlo Calenda per la creazione di un terzo polo in vista delle elezioni del 25 settembre. I due politici lombardi avevano firmato pochi giorni fa un appello diretto proprio a Renzi e Calenda per dare vita ad una alleanza. «Un grazie a Matteo Renzi per la rinuncia a favore di Calenda della leadership - proseguono -. Una dimostrazione di grande generosità politica per il bene del Paese, in un momento decisamente critico per il futuro. Forza e coraggio a Carlo Calenda per l'importante ruolo che lo attende. Guidare la nascita di una nuova formazione politica al centro capace di interpretare il metodo Draghi». «Una lista capace di attrarre gli indecisi, e tanti cittadini di destra e sinistra che intendono la politica come servizio al Paese, con coerenza e pragmatismo», concludono.

Ore 15.00  Meloni cita Tremonti: «Eccessiva legislazione di Draghi asfalta l'economia» - «Un'altra via che sarebbe fondamentale per creare ricchezza è ridurre la legislazione. Il Governo Draghi in 17 mesi ha 1755 decreti, 8775 pagine di Gazzetta Ufficiale. Questo significa asfaltare la vita, l'economia, le libertà». È la frase dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, condivisa sul proprio profilo Twitter dalla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Negli scorsi giorni si è intensamente parlato, in ambienti parlamentari e sulla stampa, di un possibile coinvolgimento dell'ex ministro in un possibile Governo a trazione centrodestra e di una sua candidatura nelle fila di Fdi. «Condivido - commenta nel post Giorgia Meloni -. Questo sarà possibile con un Esecutivo stabile e con una visione ben definita: l'esatto opposto di ciò che abbiamo visto negli ultimi anni. Il 25 settembre - con FratellidItalia e centrodestra al Governo - potremmo finalmente tornare a far correre l'Italia», conclude Meloni.

Ore 14.20 Presentata lista unica con i quattro partiti più piccoli del centrodestra - Si chiama «Noi moderati» la lista unica che raggruppa i quattro partiti più piccoli del centrodestra - Udc, Coraggio Italia, Italia al centro e Noi con l'Italia - che correrà insieme alle elezioni del 25 settembre. È stata presentata alla stampa a Montecitorio. Comune anche il simbolo: sullo sfondo blu, si vedono i loghi di CI e Udc (quest'ultimo con il simbolo dello scudo crociato) e quelli presentati di recente dagli schieramenti di Maurizio Lupi e Giovanni Toti. Saranno 15 i collegi uninominali assegnati ai centristi. «Si parte da 15 ma miglioremo nei prossimi giorni», ha aggiunto il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa a margine della presentazione alla stampa. Inizialmente i collegi attribuiti a Noi con l'Italia e a Coraggio Italia (due dei 4 partiti della lista) erano 11, concessi da Fratelli d'Italia. Quelli dell'Udc erano di fatto compresi nei 42 a disposizione di Forza Italia che si era fatto carico anche del partito di Cesa. Ora con la nascita della lista dei moderati, sono stati aggiunti 4 collegi, anche stavolta ceduti dal partito di Giorgia Meloni. La leader è stata più volte ringraziata dagli esponenti centristi per la generosità mostrata e quindi il riconoscimento della loro maggiore agibilità politica. Attualmente dunque FdI scende a 94 seggi, 70 restano alla Lega e 42 a FI.

Ore 14.18 Ricci (Pd): «Non c'è spazio spazio per terzi e quarti poli» - «Non c'è spazio per terzi o quarti poli. Saranno elezioni politiche spartiacque, sia sullo scenario nazionale che internazionale. O si sta con i democratici progressisti o con le destre sovraniste. Gli italiani faranno il voto utile. #TerzoPolo #pdprimopartito». Lo scrive il sindaco di Pesaro e coordinatore dei primi cittadini dem Matteo Ricci.

Ore 14.05 Calenda: «Riprenderemo temi proposti da Draghi» -  «Penso che quello che dobbiamo fare adesso è smettere di parlare di alchimie e parlare di programmi. C'è uno spazio importante per persone che vogliono un'Italia seria, che non fa una lotta contro gli altri ma fa una lotta per il Paese. Quello che è serio da fare talvolta viene considerato di sinistra, talvolta viene considerato di destra per noi è solo logico: dai rigassificatori, al combattere le false cooperative, al salario minimo, sono cose di buon senso che erano tutte nel discorso di Draghi alla Camera e che noi riprenderemo». Così Carlo Calenda, commentando l'accordo elettorale siglato con Italia viva«Io sono il leader di questa campagna elettorale, rimane l'autonomia dei partiti che definiscono di fare gruppi insieme dopo le elezioni». Lo ha detto Carlo Calenda, a proposito dell'intesa con Matteo Renzi, lasciando la sede di Azione. «Firmeremo qualcosa, ma lo stanno già firmando gli staff», ha chiarito Calenda a proposito del patto con IV. «Questo accordo dura per un semplice motivo, non credo che Renzi si metta a fare accordi con Fratoianni o Di Maio», ha detto Calenda.

Ore 14.00 Agcom richiama tutte le tv - Il Consiglio dell'Autorità si è riunito ieri per l'esame dei primi dati di monitoraggio (periodo 22 luglio-2 agosto) della campagna elettorale e degli esposti pervenuti in materia di par condicio. Ha rilevato in più casi un discostamento rispetto ai parametri fissati dalle vigenti norme. Lo comunica la stessa Agcom. L'Autorità ha rivolto un richiamo a tutta l'emittenza radiotelevisiva affinché sia garantita la piena applicazione sulla legge della par condicio, avendo riguardo anche alla rappresentazione di genere.

Ore 13.30 Il generale Camporini: «Ho dato disponibilità a candidarmi a Calenda» - «Ho dato la mia disponibilità, è altamente probabile. Ne abbiamo parlato con Carlo Calenda». Risponde così all'Adnkronos il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa e responsabile Difesa e Sicurezza di 'Azionè, alla domanda in merito a una sua eventuale candidatura. «Vedremo se sarò candidato nel proporzionale o in un collegio uninominale. Se candidato ed eletto, mi occuperei di difesa, di sicurezza strategica e di forze armate - il cui discorso si integra con la politica estera - che stanno passando un momento delicato. Bisogna infatti assolutamente ridurre l'età media nelle forze armate», conclude Camporini.

Ore 13.15 Orlando: «Meloni in Europa ha votato contro PNRR» -  «Il partito di Giorgia Meloni al Parlamento europeo si è astenuto nelle tre votazioni chiave per l'approvazione del Pnrr. Se tutti i partiti politici italiani avessero fatto lo stesso oggi le risorse previste dal piano non ci sarebbero. Questi i fatti. Il resto sono chiacchiere». Lo scrive sui social il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Pd).

Ore 12.55 Tajani (Fi): «Terzo polo arriverà quarto» - «Il Terzo polo è destinato ad arrivare quarto, è un voto inutile quello al Terzo polo». Lo dice il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani parlando con i cronisti fuori Montecitorio. «Non avrà alcuna possibilità di incidere sull'Italia di domani, sono voti sprecati, si salverà qualcuno in parlamento - aggiunge - ma non mi pare che ci siano spazi al centro. Il centro siamo noi, il centro non può essere un'aggregazione elettorale tra forze che si detestano, che si sono litigate fino all'altro giorno, mi pare molto difficile che possano rappresentare un'alternativa, è un voto sprecato». «Il terzo polo arriverà dopo centrodestra, sinistra e Movimento 5 stelle - insiste Tajani - Per fare cosa? Non si capisce, se uno vuole una politica centrista, e scelte liberali, riformiste garantiste deve scegliere Forza Italia per avere un centro-destra».

12.50 Ceccanti (Pd): «Meloni precisi su prevalenza diritto interno su Ue - «Ben due proposte di riforma costituzionale depositate in questa legislatura da Giorgia Meloni scardinano del tutto il rapporto dell'Italia con l'Unione europea, affermando la priorità del diritto interno su quello comunitario nelle materie di competenza della Ue. Non si tratta di una contestazione di singole scelte fatte in sede Ue, ossia del come si fanno le singole scelte e di cosa producono, su cui si può e si deve sempre discutere, fermo restando che la Ue è messa in difficoltà da logiche confederali e unanimistiche, ma della messa in discussione di uno dei fondamenti stessi del diritto dell'Unione». Lo afferma Stefano Ceccanti, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali della Camera. «Se ciascuno può sottrarsi unilateralmente alle scelte comuni, queste ultime -spiega- diventano inutili e si rompe quindi il rapporto con l'Unione. Chi si candida a guidare un Paese membro non può sostenere queste posizioni, a pena di un isolamento del Paese, gravemente dannoso per tutti. Tra le tante autocritiche e precisazioni di queste ore manca questa, che è quella più importante».

Ore 12.45 Calenda: «Nasce alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra» - Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato #Draghi. Ringrazio Matteo Renzi per la generosità. Adesso insieme a Italia Viva e Azione per #Italia sul serio», lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda. 

Ore 12.40 Renzi annuncia su Facebook l'accordo raggiunto con Calenda a cui sarà affidata la guida della campagna elettorale- «Abbiamo deciso di provarci. Il 25 settembre troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità». Lo scrive su Facebook Matteo Renzi, parlando del Terzo polo. «Lascio volentieri che sia Carlo Calenda a guidare la campagna elettorale. Talvolta abbiamo discusso, lo sapete, ma i punti che ci uniscono sono molti di più di quelli che ci dividono. Chi ci crede deve fare di tutto per unire, non per dividere. E io ci credo. Per questo faccio il primo passo con il sorriso: perché so che sarete in tanti a camminare con noi». Lo scrive su facebook Matteo Renzi parlando dell'accordo con Carlo Calenda. «Io faccio politica da tanti anni e ho avuto l'onore di servire ai livelli apicali la mia città, il mio Paese, la mia comunità. Ho imparato che bisogna sempre essere ambiziosi, puntare in alto, non sognare in piccolo. Ma ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol»

Ore 12.20 Continua la guerra tra Conte e Raggi in casa M5S. L'ex sindaca: «Io candidabile ma mio no è per future alleanze». «A tutti coloro che mi hanno chiesto il motivo della non candidatura alle parlamentarie. Inizio col dire che secondo le nostre regole interne, quella del doppio mandato e del mandato Zero, ritengo che sarei stata perfettamente candidabile». Lo scrive su Fb Virginia Raggi spiegando i tre motivi per cui non l'ha fatto. Tra questi, la sua «contrarietà verso le alleanze strutturali e i campi progressisti con i partiti tradizionali e ad oggi non potrei dire con certezza quali saranno, nei prossimi cinque anni, i nostri futuri compagni in Parlamento». «Ma mi immaginate in uno scenario futuro a dover lavorare gomito a gomito con chi ci ha sempre ostacolato? Eddai su, per me non è possibile!», chiarisce l'ex sindaca di Roma, contraria alla recente esperienza del "campo largo" e che vuole quindi sbarrare la strada a una possibile alleanza con il Pd. 

Ore 12.10 Renzi: «In politica servono gli assist»​ - Nei minuti in cui ha cominciato a circolare la notizia sull'accordo fra Calenda e Iv, Matteo Renzi ha pubblicato su instagram un breve video: lui che, durante una partita di calcio, passa la palla a un compagno mandandolo in gol. «Anche in politica servono gli assist», è il testo che accompagna il post.

Ore 12.00 Moles (Fi): «Chi conosce un pò gli ambienti internazionali sa che ciò che interessa realmente è il posizionamento internazionale del Paese»​ - «Di fronte a un continuo attacco spregiudicato, alle analisi del sangue sull'europeismo e l'atlantismo, è giusto che un partito della coalizione che ha sempre fatto parte del Ppe ne ribadisca l'appartenenza, difendendo così anche l'intera coalizione da attacchi strumentali. Del resto, chi conosce un pò gli ambienti internazionali sa che ciò che interessa realmente è il posizionamento internazionale del Paese, e nessuno del centrodestra ha mai detto di voler spostare il consolidato asse della politica estera». Così Giuseppe Moles, Sottosegretario all'Editoria e Vice Presidente dei Senatori di Forza Italia, in un' intervista a «Il Messaggero».

Moles: «L'Italia resta un Paese atlantista: noi di FI difendiamo anche gli alleati» (intervista integrale)

Ore 11.50 Di Maio: «Calenda è un bullo, io porgo l'altra guancia» - «Non abbiamo ancora iniziato a mettere i nomi nelle caselle. Io spero che l'uscita di Carlo Calenda dalla coalizione porti con sé tutti i vari veti e atteggiamenti impropri che ha utilizzato negli ultimi giorni. Io non ho risposto ai suoi attacchi, nonostante siano stati 10 giorni di attacchi continui in nome del 'draghismò contro il ministro degli Esteri del governo Draghi. Il che fa emergere tutte le contraddizioni di Calenda. Mi hanno sempre insegnato che con i bulli è meglio porgere l'altra guancia». Lo ha detto il ministro degli Esteri e fondatore di Impegno Civico, Luigi Di Maio, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. «Noi andiamo avanti anche per le scadenze che abbiamo davanti di presentazione dei simboli e delle liste. Il vero tema di questa campagna è spiegare bene agli italiani cosa c'è in ballo in queste elezioni e il modello di Paese che si vuole costruire», ha aggiunto Di Maio. «Dalla credibilità economica internazionale dell'Italia passano le politiche sociali, economiche e territoriali. Il nostro impegno è dare credibilità all'Italia. È questo quello che vogliamo fare, con un programma concreto che non sfasci i bilanci». Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, durante la conferenza stampa alla Camera assieme a Bruno Tabacci e Alessio Pascucci, responsabile di Rete Nazionale Civica.

Ore 11.30 Accordo Renzi - Calenda definitoÈ stato definito, apprende l'Adnkronos, l'accordo tra Matteo Renzi e Carlo Calenda per dare vita al Terzo polo per le prossime elezioni. I due leader hanno appuntamento alle 12.30 per chiudere e annunciare l'intesa. Restano davvero minimi i dettagli da limare, come quello legato al simbolo, che dovrebbe avere il nome di Calenda in risalto rispetto al logo di IV, una questione che sta creando qualche tensione dentro Italia viva. Renzi, da parte sua, sta ripetendo da giorni ai suoi che «la politica è generosità».

Carlo Calenda e Matteo Renzi: la coppia tra abbracci e liti su Twitter

Ore 10.30 Caso Anzaldo Tg1, Agcom richiama la Rai - Dopo l'esposto della Lega l'Agcom ha inviato un richiamo formale alla Rai. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, a quanto apprende l'Adnkronos, ha deliberato all'unanimità un richiamo formale nei confronti del Servizio Pubblico per la violazione dei principi in materia di par condicio e pluralismo informativo durante la campagna elettorale. Nonostante la Rai abbia chiesto l'archiviazione dell'esposto della Lega in considerazione del fatto che «la giornalista, preso atto che le proprie affermazioni erano state travisate, ha reso pubbliche scuse» e che «la Direttrice del Tg1 Monica Maggioni ha rivolto alla redazione un invito all'equilibrio e alla sobrietà nel corso della campagna elettorale», l'Agcom, analizzate le ragioni dell'Azienda, ha comunque ritenuto di richiamare la Rai.

Elisa Anzaldo, la giornalista del TG1 si scusa per la battuta su Giorgia Meloni. Monica Maggioni scrive alla redazione

Ore 9.45 Meloni: «Patto di stabilità va aperta discussione, ma parametri si rispettano» - «Siamo in un sistema di regole e le rispettiamo. Immaginare in questa fase economica di tornare al patto di stabilità come lo abbiamo conosciuto sarebbe complesso, quindi va aperta una discussione, ma i parametri quando ci sono si rispettano. Con inflazione e la situazione economica che stiamo conoscendo e la povertà dilagante il tema di diminuire la pressione fiscale sia fondamentale, su come farlo dipenderà anche dal risultato delle elezioni». Così la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni a Radio Anch'io. «La priorità per Fdi - aggiunge - è aumentare le buste paga e favorire le assunzioni, quello si fa con l'abbattimento del cuneo fiscale e con la nostra proposta "Più assumi e meno paghi" abbiamo bisogno di favorire il lavoro. Dobbiamo capire che la povertà non si abbatte con decreto, unico modo creare lavoro metter soldi in tasca a famiglie e consentire alle imprese di lavorare».

Ore 9.35 Tabacci: «Di Maio, secondo me ci si può fidare» «Ho seguito l'azione del ministro degli esteri Di Maio in questi otto mesi, ha fatto molta autocritica sul vaffa, sui 5s, su Macron e i gillet gialli, sul presidente Mattarella. Secondo me ci si può fidare ha 36 anni, non vedo su chi si dovrebbe investire. Ho fatto questa operazione con la Bonino posso farla anche con Di Maio». Così Bruno Tabacci a Radio anch'io.

Ore 9.10 La lega candida il presidente dell'Unione Ciechi - Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sarà candidato dalla Lega alle elezioni Politiche del 25 settembre. Barbuto, classe 1954, catanese di nascita ma residente a Bologna per quasi tutta la sua vita, docente universitario e formatore, già consigliere comunale a Bologna - si legge in una nota -, in passato aveva lavorato con il centrosinistra prima di conoscere Matteo Salvini. Da anni condivide le battaglie della Lega per le persone con disabilità e ha stretto un rapporto di stima, amicizia e fiducia con il leader del partito. L'associazione UICI rappresenta le istanze di circa 2 milioni di cittadini tra ciechi assoluti, ipovedenti gravi e persone pluridisabili con le loro famiglie. All'incarico nell'Unione, Barbuto affianca quelli di Presidente dell'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità e del Forum Italiano della Disabilità.

Ore 9.00 Incontro Renzi-Calenda in tarda mattinata. E su Cottarelli: «Ha commesso un grave errore» - L'incontro con Renzi «credo sarà in tarda mattinata. Ci sentiamo abbastanza spesso. È l'ora di muoversi e parlarsi sulle cose da fare. Io veramente non ce la faccio più di parlare di alleanze, mi sono rotto. Voglio iniziare a parlare agli italiani». Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Rtl 102.5. «La Bonino una volta mi disse una cosa che mi colpì molto: noi Radicali odiavamo quelli che venivano chiamati gli indipendenti di sinistra e li chiamavano i dipendenti di sinistra. Gli indipendenti di sinistra erano quelli che una volta il Partito comunista metteva nelle sue liste per far vedere che in fondo era aperto e democratico anche alle persone che non provenivano dal Partito comunista, ma che alla fine non contavano niente. Ecco, questo credo è il rischio che stiano correndo sia la Bonino che Cottarelli. Però è una scelta loro, sono persone di qualità, va bene così», ha detto. Credo che la candidatura di Carlo Cottarelli, ha aggiunto il leader di Azione, sia stata decisa «per poter dire agli elettori guardate non c'è Calenda ma c'è Cottarelli. Ma al di là di questo l'ho commentata con un certo fair play. Penso che Cottarelli commetta un grave errore, perchè va in una coalizione in cui metà del Pd e tutto ciò che sta a sinistra del Pd e i Cinquestelle, che torneranno con il Pd due minuti dopo le elezioni, non condividano nulla di quello che lui abbia raccontato agli italiani negli ultimi cinque anni. Io sono contento di avere Cottarelli in Parlamento, dopo di che sta facendo un errore».

Ore 8.30 Alleanza del Pd con M5s dopo il voto? Bettini: «La politica è imprevedibile» - Goffredo Bettini sostiene che la rottura dell'alleanza con Azione non sia «responsabilità del Pd», «Letta è stato paziente e unitario fino al punto di rischiare l'autolesionismo» e rilancia la sfida «ora siamo in campo con le nostre idee. È il momento di battersi, non di recriminare sul passato». Così in un'intervista al Corriere, l'esponente dem, Goffredo Bettini, sulle elezioni e sulla frattura con Calenda: «Abbiamo fatto bene a provarci - sottolinea -. Ma ho avvertito il mio partito che il percorso con lui sarebbe stato rischioso e difficile». Bettini non crede che la vittoria della destra sia scontata: «È divisiva, intimorisce una grande parte del Paese e nell'insieme ha un sapore illiberale condito con troppe promesse demagogiche e irrealizzabili». Poi parlando di possibili alleanza con il M5s dopo le elezioni precisa: «La bellezza della politica è nella sua imprevedibilità. Adesso la priorità è il voto al Pd e alla coalizione che siamo riusciti a costruire». Secondo Bettini «l'agenda Draghi ha realizzato obiettivi importanti. Ma è l'agenda di un governo di unità nazionale - sottolinea -. Molti di essi vanno semplicemente portati a compimento, ma in una prospettiva nuova che il Pd ha il compito di indicare». 

Ultimo aggiornamento: 18:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA