Elezioni politiche 2022, per FdI più posti nel Lazio la Lega al Nord, FI al Sud

Ai meloniani un ricco bottino di collegi, azzurri schierati in Campania e Calabria

Martedì 9 Agosto 2022 di Emilio Pucci
Per FdI più posti nel Lazio la Lega al Nord, FI al Sud

La Lega conserva la maggioranza dei collegi in Lombardia e il vantaggio di poco nel Veneto; Fratelli d’Italia prevale nel Lazio, in Sicilia e leggermente in Piemonte; Forza Italia in Calabria.

La distribuzione dei seggi nel centrodestra è stata ultimata, restano in ballo una decina di collegi in attesa che i centristi trovino la quadra e decidano se presentarsi insieme (al momento da una parte c’è l’accordo Toti-Lupi, dall’altra Cesa-Brugnaro) per formare una unica lista di moderati. Al tavolo gli sherpa della coalizione sono rimasti in riunione permanente per diversi giorni, ma ieri sera è arrivata la fumata bianca.

L’intesa sui numeri era già stata trovata durante l’incontro dei leader al quale hanno partecipato anche Meloni, Salvini e Berlusconi: a FdI 98 seggi, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia, 13 a Noi con l’Italia, Brugnaro e Italia al centro. Al momento resta in stand by l’Udc di Cesa e De Poli: FI ha ribadito il principio, se vogliono essere candidati devono farlo nel partito azzurro, altrimenti si devono presentare da soli.


Il passaggio successivo è stato la spartizione su base regionale, alla luce dei sondaggi ma anche dell’esito delle ultime Politiche. Al Nord sarà soprattutto derby FdI-Lega. Il partito di via Bellerio porta a casa le richieste avanzate, anche se FdI, al di là della Lombardia e del Veneto, avrà il bottino maggiore nelle altre regioni. Forza Italia giocherà la sua partita in particolare al Sud, a partire dalla Campania e dalla Calabria. Il criterio è che i partiti che hanno più rappresentanza in un determinato territorio conteranno di più. La divisione è in fascia A (collegi sicuri), B (quelli incerti) e C (quelli insicuri). Ma secondo le slide del centrodestra sono pochi i seggi non contendibili e racchiusi soprattutto nelle regioni rosse e in Alto Adige. 
Secondo le proiezioni dell’alleanza, esaminate nei giorni scorsi, al Senato il centrosinistra di Letta contava su appena cinque collegi blindati e una decina alla Camera. Ma la rottura dell’accordo con Calenda ha messo il vento in poppa al centrodestra. «Se non facciamo errori la vittoria è a portata di mano», il refrain. Ora c’è da “neutralizzare” il leader di Azione che potrebbe creare il Terzo polo con Renzi. Ma Berlusconi è tranchant, sia Renzi che Calenda – il suo ragionamento – sono stati eletti nelle fila del Pd, non possono attrarre il voto moderato. Il Cavaliere attaccherà proprio su quel fronte. 
IL PROGRAMMA<QA0>
Oggi intanto è il giorno della definizione del programma. Sarà consegnato dai rappresentanti della coalizione ai leader che poi lo illustreranno probabilmente in una conferenza stampa. Questa mattina il coordinatore azzurro Tajani presenterà anche il nuovo simbolo che reca il nome del Cavaliere nel logo e il riferimento al Ppe. Ulteriore chiarimento della Meloni sulla leadership che ha fatto un nuovo passo avanti: «Il partito che prende più voti in una coalizione - ha ribadito - propone al Capo dello Stato il premier», per Fdi «il nome sono io». 
Chiarimento pure di Salvini sulla definizione della squadra di governo: i nomi arriveranno dopo il 25 settembre, non prima. L’accordo è quello di evitare fughe in avanti. Pure sulle candidature, anche se circolano da giorni tra le new entry i nomi del presidente della Lazio Lotito (in quota Fdi o FI), degli ex ministri Tremonti e Terzi di Sant’Agata (sempre per Fratelli d’Italia), del sottosegretario Federico Freni, dell’ex candidata vicesindaco a Roma Simonetta Matone e della giornalista Maria Giovanna Maglie per il partito di via Bellerio. Ma è ancora presto per definire il quadro: con la riduzione del numero dei parlamentari solo Fdi è sicura di incrementare le truppe e riportare in Parlamento gli uscenti.

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