Draghi: «Covid, via d'uscita non lontana: accelerare sui vaccini. Recovery, opportunità per le donne»

Lunedì 8 Marzo 2021
Draghi: «Covid, via d'uscita non lontana: accelerare sui vaccini. Recovery, opportunità per le donne»

«L'accelerazione del piano dei vaccini». È la leva su cui Mario Draghi investe tutto, per indicare agli italiani la possibilità di «intravedere» una «via d'uscita non lontana» dalla pandemia. Il presidente del Consiglio parla per la prima volta dell'emergenza sanitaria, a quasi un mese dal discorso con cui ottenne la fiducia in Parlamento, nelle ore in cui si registra la drammatica soglia dei centomila morti. In queste settimane ha soppesato i dati, messo a punto la nuova «regia» nella trincea della lotta al virus, firmato il suo primo dpcm. La curva del contagio, a causa delle varianti, continua a crescere, tanto che torna ad affacciarsi l'ipotesi di un irrigidimento delle misure, da qui ai prossimi dieci giorni. La spinta dei "rigoristi" per un nuovo lockdown per "mettere in salvo" la riuscita della campagna di vaccinazione, sembra però infrangersi sulla contrarietà del centrodestra.

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Il ruolo del governo

E lo stesso Draghi si mostra prudente con gli interlocutori.

Saranno non decisioni politiche ma i dati e l'algoritmo scientifico che li combina, a definire le chiusure. Il progressivo aumento di zone arancioni e rosse è già un dato di fatto: da qui a Pasqua, il «rosso» potrebbe estendersi a quasi tutta Italia. Se si dovrà intervenire ancora lo diranno il monitoraggio e gli scienziati. Una riunione della cabina di regia con i ministri sul Covid potrebbe tenersi nelle prossime ore e mettere a confronto la linea di chi, da destra, vuole evitare nuove strette nazionali e chi, da sinistra, spinge almeno per interventi come lo stop ai centri commerciali dove sono chiuse le scuole, maggiori strette - simili a lockdown - nei weekend o un anticipo del coprifuoco alle 18 o alle 20. Draghi intanto si mostra concentrato sul piano vaccini: nel pomeriggio vede a Palazzo Chigi i ministri della Salute e per gli Affari regionali, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini, il commissario straordinario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Si parla in concreto di come accelerare il piano, di come organizzare la logistica, coinvolgendo anche le Poste, rappresentate al tavolo di Palazzo Chigi dall'ad Maurizio Del Fante. 

 

Il "no" ai furbetti del vaccino

Poi c'è l'aspetto dell'approvvigiornamento: il premier, che nei prossimi giorni potrebbe sentire il presidente americano Joe Biden e parlare anche di vaccini, ha spinto in Europa per il blocco all'export delle aziende inadempienti e sarebbe pronto ad aprire alla somministrazione di dosi di tutti i vaccini validati dall'Ema, incluso Sputnik. Ma l'aspetto su cui il presidente del Consiglio sceglie di soffermarsi nel suo primo intervento pubblico è quello del coordinamento del piano su base nazionale e dei criteri per la somministrazione. L'accelerazione, che deriva anche da scelte come quella di autorizzare Astrazeneca per gli over 65, porterà a un «deciso potenziamento» delle dosi nelle prossime settimane: «Si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio», spiega. E fa un appello a non provare a saltare la fila: «Aspettare il proprio turno - dice - è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli». 

Recovery, opportunità per le donne

«Oggi, per le vittime dei troppi femminicidi e anche come reazione prodotta dalla pandemia, sembra formarsi una nuova consapevolezza che trova un'opportunità straordinaria nel programma Next Generation Eu per diventare realtà nell'azione di governo, del mio Governo. Tra i vari criteri che verranno usati per valutare i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sarà anche il loro contributo alla parità di genere», la posizione presentata da Draghi sul Recovey. Il premier ha elencato quindi gli strumenti da impegare in questo senso: «Penso tra gli altri ai congedi parentali, penso al numero dei posti negli asili nido che ci vede inferiori agli obbiettivi europei, e sulla loro distribuzione territoriale che va resa ben più equa di quanto non sia oggi».

La situazione della pandemia

Draghi interviene con un messaggio video alla conferenza «Verso una Strategia nazionale sulla parità di genere», in occasione della festa della donna. Ma parte dal contesto della pandemia, che vede in questi giorni peggiorare l'emergenza anche se «mai avremmo pensato che un anno dopo ci saremmo trovati» ancora in questa condizione, annota. «Ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus. Ma soprattutto il governo deve fare la sua. Anzi deve cercare ogni giorno di fare di più», dichiara. Draghi non rinuncia a mandare un «segnale vero di fiducia. Anche in noi stessi». Ringrazia cittadini, famiglie, insegnanti, operatori sanitari e forze armate. Quanto al governo, afferma: «Questi esempi di responsabilità civica e professionale, di cittadinanza italiana attiva che impongono al governo di moltiplicare ogni sforzo. Siamo solo all'inizio». L'appello alle forze politiche è non dividersi, mentre bisogna «permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta», dichiare. Non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide«, è il suo programma. 

Più nel dettaglio entrerà nei prossimi giorni. Mercoledì, quando con il ministro Renato Brunetta e i sindacati presenterà un piano per la pubblica amministrazione. Ma soprattutto venerdì, quando visiterà un centro vaccini a Roma e dettaglierà le scelte future dell'esecutivo. La scelta è una sempre maggiore presenza. Che si tradurrà in atti del governo, come il decreto sostegni, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri tra venerdì e più probabilmente l'inizio della prossima settimana. »Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni. Il mio pensiero costante è diretto a rendere efficace ed efficiente l'azione dell'esecutivo nel tutelare la salute, sostenere chi è in difficoltà, favorire la ripresa economica, accelerare le riforme«. Un anno fa era zona rossa nazionale. In un anno un italiano su venti è stato contagiato. Ci sono oggi un milione di poveri in più. L'emergenza morde. Draghi fa capire di avere ben presente la drammaticità del momento e da dove ripartire. I vaccini, prima di tutto.

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Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA