Draghi, cosa succede se diventa Presidente della Repubblica? Chi va al governo? Gli scenari e le incognite

Ci sono rebus e passaggi di non facile soluzione: un premier che viene eletto Capo dello Stato sarebbe un inedito assoluto

Martedì 11 Gennaio 2022 di Stefania Piras
Cosa succede se Draghi diventa Presidente della Repubblica? Chi va al governo? Gli scenari e le incognite

Occhio alle date: il 24 gennaio 2022 comincia la votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e il 3 febbario 2022 scade formalmente il mandato di Sergio Mattarella. Allacciate le cinture di sicurezza perché nella storia della Repubblica non è mai successo che un presidente del Consiglio in carica sia stato eletto Capo dello Stato. Esatto, la domanda che vi sta balenando in testa è questa: cosa succede se Mario Draghi diventa Presidente della Repubblica? La risposta non è così intuitiva e semplice. È una materia che sta facendo dibattere i costituzionalisti. 

E allora leggiamo la Costituzione, l'articolo 84. «L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica».

Quindi un Presidente del Consiglio non può fare anche il Presidente della Repubblica. E allora chi lo sostituisce se accetta una nuova carica? 

Prima di tutto Draghi dovrebbe rassegnare le sue dimissioni da premier. E dovrebbe dimettersi andando da Mattarella, cioè dalla persona che ricopre la carica a cui lui deve succedere.

Quando un premier si dimette la prassi è che rimanga in carica per il «disbrigo degli affari correnti». Cosa signfica? Semplicemente che un Paese non può rimanere senza un governo, senza una guida. Il premier può quindi continuare a prendere decisioni, a riunire il Consiglio dei Ministri per approvare decreti-legge, per esempio (in Italia vige lo stato d'emergenza fino a fine marzo). 

Ma la Costituzione dice che il ruolo di Capo dello Stato è incompatibile con qualsiasi altra carica. E allora ecco che arriva il possibile cortocircuito. Per trovare un nuovo premier, il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni. Se Draghi fosse eletto, chi condurrebbe le consultazioni? Lui o Mattarella? «Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune», dice la Cosituzione all'articolo 91. Quindi: prima il giuramento, e poi le consultazioni. Mattarella è in carica fino al 3 febbraio, abbiamo detto. E se le votazioni vanno avanti, oltre il 3 febbraio? 

Ci sono leggi per orientarsi? Sì c'è la legge n. 400 del 23 agosto 1988 che dice che «in caso di assenza o impedimento temporaneo» il presidente del Consiglio può essere sostituito dal vicepresidente del Consiglio (o dal vicepresidente più anziano, nel caso ci siano più vicepresidenti) oppure dal ministro più anziano del governo. L'elezione al Quirinale può considerarsi assenza o impedimento temporaneo? Non è certo. Ad ogni modo: nell'attuale esecutivo non ci sono vicepremier. Perciò questa legge apre alla possibilità che il disbrigo degli affari correnti spetti al 71enne ministro della Pa Renato Brunetta

​Se si continua a votare anche dopo il 3 febbraio, ultimo giorno del mandato di Mattarella? Il mandato si proroga? Potrebbe anche qui rispondere la Costituzione: «Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato».

Insomma, i possibili scenari sono pieni di incognite. Incognite non solo su quello che metterà in moto l'eventuale esito del voto ma sul voto stesso. Ci sono diversi parlamentari positivi o in quarantena. Ci sono norme anti contagio da mettere in pratica. Come si voterà? Oggi è stata rimandata la riunione dei questori di Camera e Senato sulle misure Covid per il voto sull'elezione del presidente della Repubblica. Si terrà entro la settimana, forse giovedì. 

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA