Governo Draghi, social e ideologie in ribasso, salgono Ue e pragmatismo

Lunedì 8 Febbraio 2021 di Mario Ajello
Governo Draghi, social e ideologie in ribasso, salgono Ue e pragmatismo

Si dice che dopo il Barocco (Conte) torna il Neo-classico (Draghi). Ma non c'è solo questo. C'è che l'Italia politica si sta capovolgendo in tutto, nelle parole, nei costumi, negli approcci, ora che si è entrati nella fase Draghi e che ci si lascia alle spalle non solo il tempo rossogiallo ma in generale, e ormai da più di un anno fino al tonfo di Trump, il periodo del populismo. Basti pensare che Salvini è passato da Orban a Draghi, via De Gasperi, Nenni e Togliatti di cui il capo leghista ha appena fatto l'elogio come esempio della politica che sa confrontarsi ma anche accordarsi.

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Dura o non dura

Una trasformazione repentina e sorprendente.

Anche duratura? Boh. Ma se lo augurano molti italiani (la maggior parte è con Draghi, secondo i sondaggi). Agli occhi dei quali è evidente, in questa svolta sperabilmente non gattopardesca, che è fallita la politica come è stata intesa finora (egoismi e piccolo cabotaggio) e che si sono innescate due spinte esattamente opposte ma conviventi: l'istinto di conservazione dei partiti e la loro oscura volontà di auto-annientamento. Il Pd sembra essere l'incarnazione di questo paradosso. E nel che cosa sale e che cosa scende in questa nuova stagione (esempio: sale l'europeismo e scende il sovranismo, sale l'aggettivo «inclusivo» e scende l'aggettivo «divisivo»), certamente crolla la presunzione del Pd di derivazione comunista di incarnare il professionismo politico e di saperla vedere sempre prima e meglio degli altri (i consiglieri del leader del Nazareno si sono rivelati dei dilettanti allo sbaraglio). E così l'onda troppo lunga della scuola delle Frattocchie viene sommersa dal primato della competenza rappresentato dalla scuola Banca d'Italia e dalle grandi istituzioni da cui arriveranno gli uomini e le donne di cui il premier è deciso ad avvalersi nella nuova stagione. La quale guarda avanti ma affonda nella tradizione: Draghi è un politico più che un tecnico e viene dalla scuola andreottiana, non certo una cattiva scuola, della Prima Repubblica.

C'è un fallimento epocale alla base della fase che si apre adesso. Se si riuscirà davvero ad inaugurarla tra le mille difficoltà che le gravano addosso: dalle divisioni e dai veti perduranti tra i partiti disposti a sostenere Draghi all'estrema complicazione delle scelte economiche sociali (che cosa fare dal 31 marzo quando scade il blocco dei licenziamenti? E Quota 100 e Reddito di cittadinanza possiamo tenerceli nella loro dannosità strenuamente difesa da Lega e M5S?). Questa è comunque la fase in cui i partiti fanno la fila davanti alla bic di SuperMario, quella con cui egli annota sul foglio bianco le cose che sente e le cose da fare, e che non dipenderà dall'uso e dall'abuso contiano della propaganda social e dagli spin di Roccobello. Il quale usava la parola «amo'» (ovvero: «Amoreeee...», incipit di molte conversazioni con i giornalisti e forse anche con i ministri), mentre adesso Draghi da del «lei» a tutti. Tranne ad Emma Bonino e a Bruno Tabacci, con cui intrattiene una stima ricambiata da decenni.

Penisola su o giù

 

Scendono i partiti ma non scende la politica. Anzi, quella sale. Perché l'abilità di Draghi, se riuscirà ad esercitarla, consiste nel costruire il consenso politico su scelte tecniche anche non convenzionali. Perciò, augurandosi che il «fare» sostituisca l'«auspicare» (verbo contiano doc), tra gli aggettivi può scendere «ideologico» e salire «concreto». Nella speranza che non accada ciò che due geni della letteratura ma in fondo anche della politica, Fruttero & Lucentini, sintetizzavano con disillusa ironia così nel 1976: «Tutti a dire concreto-concreto-concreto, ma non si può far colpa a un semplice aggettivo di aver perduto la testa». Se la testa resterà sulle spalle della concretezza, tra basta sussidi a pioggia, niente debito cattivo e investimenti che generano profitto capitalistico e più lavoro, nel chi sale e chi scende potrebbe inserirsi nella prima casella l'Italia.

Ultimo aggiornamento: 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA