Governo, Pnrr, armi e nomine: cosa può fare Draghi

La direttiva inviata ai ministri: l’esecutivo resta concentrato sulle misure più urgenti

Sabato 23 Luglio 2022 di Luca Cifoni e Francesco Malfetano
Governo, Pnrr, armi e nomine: cosa può fare Draghi

Una circolare ai ministri per delimitare il perimetro delle cose da fare ma anche per invitare tutti ad una conclusione ordinata dell’attività di governo. La firma è quella di Mario Draghi.

In cima alla lista si trovano «l’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento» ma anche gli atti urgenti: ovvero quelli che servono ad affrontare le emergenze in corso. Quindi la crisi internazionale, con tutte le mosse necessarie per la guerra in Ucraina, e poi ancora il Covid. Sul fronte della pandemia i margini di movimento sono piuttosto ampi. Al governo resta la possibilità di intervenire in caso di emergenza e, quindi, gli occhi sono ovviamente puntati sul rientro dalle ferie e la probabile impennata dei contagi che ci sarà ad inizio settembre. 

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LA ROTTA
Ad esempio c’è da impostare la campagna vaccinale per la quarta dose a tutti gli over 60 (già autorizzata), non più nelle mani del generale Francesco Paolo Figliuolo. Sul fronte internazionale invece, al netto delle discussioni che ci saranno per il probabile quarto invio di armi all’Ucraina che dovrà essere varato nelle prossime settimane, è garantita la partecipazione italiana alle riunioni previste in sede Ue e delle organizzazioni internazionali (Onu, Nato, Ocse, Osce, Ince di Consiglio d’Europa e di G7 e G20). Non solo l’annuale appuntamento Onu di settembre, ma è anche plausibile che Draghi fino all’ultimo proverà a guidare in Europa la partita per il price cap al gas importato dalla Russia (già inserito negli impegni assunti dalla Commissione Ue e dal G20). Si tratta però di una corsa contro il tempo. A settembre è infatti previsto l’arrivo dello studio di fattibilità e a ottobre il vertice in cui se ne valuterà l’approvazione. Impossibile dire ora come andrà a finire.

 


Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (con il collegato piano per gli investimenti complementari finanziati con il bilancio nazionale) è in una posizione decisamente particolare nell’agenda degli impegni. Deve essere attuato sia con nuove leggi, se necessarie, sia con provvedimenti regolamentari e con la normale azione amministrativa. In questo senso rappresenta un’eccezione alla regola per cui il Consiglio dei ministri non esaminerà nuovi disegni di legge e a quella analoga per cui non saranno emanati nuovi regolamenti a livello ministeriale. 


Un’altra eccezione è naturalmente rappresentata dai decreti d’urgenza, categoria di cui fa parte quello che dovrà entrare in vigore tra fine mese e inizio agosto per garantire la nuova tranche di aiuti a famiglie e imprese. Questo decreto dovrà poi essere convertito in legge nel mese di settembre. Ci sono però altri provvedimenti già approvati dal Consiglio dei ministri che devono ugualmente avere il via libera definitivo prima della scadenza dei sessanta giorni. Per questo è prevista anche nelle prossime settimane la presenza di ministri e sottosegretari alla Camera e al Senato, sia in aula che in commissione, quando sarà necessario.


LE NOMINE
Un capitolo a parte, politicamente delicato, è quello delle nomine. Era stato ipotizzato nelle scorse settimane che il governo ne facesse alcune particolarmente importanti prima di terminare la propria attività, anche in anticipo rispetto alle scadenze previste (si parlava ad esempio della Banca d’Italia). Invece nel rimanente scorcio di legislatura potranno essere definite solo le nomine «strettamente necessarie» perché richieste da leggi o regolamenti oppure «da esigenze funzionali non procrastinabili». Tutte le iniziative in questo ambito dovranno essere coordinate con la presidenza del Consiglio dei ministri. Vale anche per i poteri che il ministero dell’Economia e delle Finanze potrà comunque esercitare come azionista: con riguardo a Ita, questo potrebbe voler dire la possibilità di concretizzare la cessione.
La raccomandazione finale ai membri del governo è chiara: il presidente del Consiglio chiede a tutti di «fornire un elenco con tutte le attività amministrative in corso di esecuzione o comunque in scadenza». Una richiesta in linea con la volontà espressa giovedì in Consiglio dei ministri, ovvero agevolare il compito all’esecutivo che verrà.

Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 19:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA