Gas russo, Draghi: «Preferite la pace o l’aria condizionata?»

Il presidente del Consiglio: «Se l’Ue chiede di bloccare il gas russo aderisco volentieri»

Mercoledì 6 Aprile 2022 di Andrea Bassi
Gas, Draghi: «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Sull'embargo andiamo con l'Ue, la seguiremo»
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Mario Draghi prova a ridare fiducia alle famiglie. «Faremo», dice, «tutto ciò che è necessario per preservare il potere di acquisto». E chiede «unità di intenti» ai partiti che sostengono la maggioranza in questo difficile passaggio per il Paese, con la guerra in Ucraina, il caro energia e l’inflazione galoppante. Una unità d’intenti che sarà anche sul tavolo di oggi con i sindacati, ai quali proporrà un nuovo patto. I dati del Def, il documento di economia e finanza approvato ieri, non sono incoraggianti. Con l’invasione russa le prospettive economiche sono peggiorate. La fiducia dei consumatori sta scemando. Proprio per questo il Presidente del consiglio invoca di nuovo «l’unità nazionale» vissuta con la pandemia. E come per la pandemia preme sull’Europa per una risposta comune. L’Italia seguirà gli alleati, se sarà deciso, anche sulla strada estrema dell’embargo al gas e al petrolio russo. «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre», ha detto. 

Draghi: «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Su embargo gas seguiremo Ue»

Embargo del gas

L’embargo non è sul tavolo.

Almeno non ancora. «Non so se lo sarà mai», ha aggiunto Draghi, «ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i Paesi alleati si chiedono che cosa si può fare per indebolire la Russia, in assenza di una nostra partecipazione diretta. È una situazione in divenire». Sulla quale, ha anche detto Draghi, a essere «pessimisti» non si sbaglia. Tanto che nel Def, è stato inserito uno scenario in cui questa eventualità potrebbe avverarsi e che avvicinerebbe il Paese a una nuova recessione. Ma almeno fino ad ottobre, rassicura il premier, problemi di fornitura non ce ne saranno. Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha ribadito che nelle prossime settimane ci sarà un nuovo decreto che userà i 5 miliardi di euro rastrellati dal Def, per nuovi aiuti a imprese e famiglie. Franco ha anche firmato l’estensione di 10 giorni, fino al 2 maggio, del taglio di 25 centesimi sulle accise della benzina. Ma sono gli ultimi 5 miliardi disponibili, dopo gli oltre 15 miliardi di euro spesi dal Tesoro nei primi tre mesi dell’anno. E poi? Roma aspetterà Bruxelles. Anche qui la speranza è una risposta comune come nella pandemia. Magari anche con quel tetto al prezzo del gas che Draghi ha ricordato essere una sua battaglia sin dall’inizio di questa crisi.

La settimana prossima sarà presentato il pacchetto di misure europee. «Non sappiamo ancora se il tetto ci sarà», ha detto Draghi. Ma nel caso non ci fosse l’Italia è pronta a muovere da sola, con misure nazionali. Intanto, però il presidente del Consiglio italiano oggi vedrà il premier olandese Mark Rutte, il principale oppositore alla fissazione di un tetto comune all’acquisto del gas. L’Olanda ospita il Ttf, la borsa sulla quale ogni giorno viene scambiato il gas e le cui quotazioni hanno raggiunto livelli definiti da Draghi «stravaganti». Se però il presidente del Consiglio chiede «unità d’intenti», e si dice fiducioso del «senso di responsabilità» dei partiti, i segnali di sfilacciamento della maggioranza che sostiene il governo non mancano. Il presidente del Consiglio continua a spingere sulle riforme: «devono andare avanti». Ma ieri le due principali in discussione in Parlamento si sono arenate. Per quella del Csm è stato un mercoledì nero. Tanto che è circolata la voce di una possibile richiesta di fiducia da parte del governo che Draghi ha detto di «sperare di poter evitare».

LA ROTTURA

Proprio mentre Draghi era in conferenza stampa a chiedere unità alla maggioranza, dalla Camera sono rimbalzate le notizie di una nuova spaccatura sul Fisco. A un mese dalla rottura sul catasto, in commissione Finanze alla Camera le divisioni fra Lega, Forza Italia e il resto della coalizione si sono riproposte. Tanto che Draghi non ha escluso la fiducia sul provvedimento: «spero di no». Parole giudicate «gravissime» dalla Lega. «Siamo leali al governo e rispettosi degli impegni di governo», ha detto il sottosegretario leghista Federico Freni, «ma sempre fedeli ai nostri principi». Passata per un voto la norma sul catasto, ora Lega e Forza Italia hanno alzato il muro all’insegna del «no a nuove tasse», sulla casa, sugli affitti e sui titoli di Stato. Draghi però non si è scomposto più di tanto. «L’opposizione della Lega era prevista», ha detto, «ma andiamo avanti». Poi ha chiosato, riferendosi agli emendamenti sul catasto: «Abbiamo già vinto due volte, speriamo di vincere di nuovo». 

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA