Draghi, dopo il G20 torna il tormentone sul suo futuro: Chigi, Colle o Bruxelles, dove andrà?

Alla fine del 2024 scade il mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea

Lunedì 1 Novembre 2021 di Diodato Pirone
Draghi, dopo il G-20 torna il tormentone sul suo futuro: Chigi, Colle o Bruxelles, dove andrà?

Sul futuro di Mario Draghi la politica e il giornalismo hanno ormai dato vita ad uno dei tormentoni pubblici tipicamente italiani dove il fumo la fa da padrone sull'arrosto. Mancano circa tre mesi all'elezione del nuovo Capo dello Stato e tutti sanno che i giochi si fanno negli ultimi 15 giorni. Tuttavia non c'è intervista o intervento di un leader di partito che non ruoti intorno alla domanda più gettonata del momento: Mario Draghi andrà al Quirinale?

Ultimamente anche Giuseppe Conte, a nome dei 5Stelle, dopo le sortite di una infinità di suoi colleghi,  ha dichiarato la disponibilità dei 5Stelle a votarlo per il Colle a patto che la cosa non comporti danni alla credibilità del Paese e che non si vada ad elezioni anticipate. In realtà, visto da un punto di vista italiano, è proprio la possibilità che fra i partiti non si trovi un accordo sul premier che sostituirebbe Draghi eletto al Quirinale  e che che quindi si precipiti verso nuove elezioni il dato politico che sembra frenare l'ascesa dell'ex presidente della Bce al Colle.

Non è logico che i 300 Grandi Elettori dei 5Stelle (su meno di 1.000) votino per spostare Draghi al Colle per poi perdere quasi tutti l'incarico parlamentare a seguito delle elezioni.

Ma c'è un altro tassello del puzzle che andrebbe considerato quando si discetta del futuro di Super-Mario e si tratta di un elemento importante: l'Europa. Alla fine del 2024 scade infatti il mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Lo scettro della Commissione dovrebbe tornare ad un paese del Sud Europa. Inoltre in molti ambienti che contano da sempre si fa notare il rapporto strettissimo intessuto da Draghi con Angela Merkel che negli ultimi mesi nei vari incontri di lavoro svoltisi fra i due è quasi sembrata passargli l'invisibile testimone di rappresentante di quel complesso intreccio di interessi e di visione politica che è l'Unione Europea. Draghi a Bruxelles sarebbe visto benissimo anche da Emmanuel Macron che l'anno prossimo dovrebbe riagguantare la presidenza della Repubblica francese e che è interessato non solo a riequilibrare la potenza tedesca ma soprattutto ad evitare che in qualche modo si torni alla politica di austerità. E per questa missione chi è più qualificato di Draghi che durante il settennato alla Bce sconfisse dall'interno della banca centrale  la potente Bundesbank? Del resto Draghi non difetta certo di autorevolezza e di standing internazionale come il recentissimo G-20 ha dimostrato per l'ennesima volta.

La verità è che il futuro di Super-Mario è ancora tutto da scrivere. E ridurre il tema ad una rubrica giornalistica quotidiana di gossip è inutile, se non peggio. Non è tema da cronaca rosa. 

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA