Draghi a Strasburgo: «Cessate il fuoco è priorità, a Bucha umanità oltraggiata. L'Ue superi i veti e decida a maggioranza qualificata»

Martedì 3 Maggio 2022
Draghi al Parlamento Ue: «Omaggio a Sassoli, sono nel cuore della democrazia europea»

Il premier Mario Draghi a StrasburgoIl presidente del Consiglio è arrivato nella sede del Parlamento Europeo, per l'intervento in plenaria alle 11.30. Draghi è stato accolto dalla presidente Roberta Metsola. È la seconda volta che Draghi si reca a Strasburgo nella sede in qualità di primo ministro.

Il 17 gennaio scorso aveva partecipato alla cerimonia di commemorazione di David Sassoli, scomparso mentre era ancora presidente dell'Aula.

Draghi a Strasburgo, il discorso

«Sono davvero felice di essere qui, nel cuore della democrazia europea. Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli, che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli. Sassoli non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, un 'nuovo progetto di speranza' per 'un'Europa che innova, che protegge, che illumina'. Lo ha detto il premier Mario Draghi al Parlamento Europeo. «La guerra in Ucraina pone l'Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica».

Con il Covid «abbiamo approvato il Next Generation EU, il primo grande progetto di ricostruzione europea, finanziato con il contributo di tutti, per venire incontro alle esigenze di ciascuno. La stessa prontezza e determinazione, lo stesso spirito di solidarietà, ci devono guidare nelle sfide che abbiamo davanti», ha aggiunto.

«Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti». Ha detto il presidente del Consiglio intervenendo alla plenaria. «Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall'economia, all'energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l'inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia», ha aggiunto.

«L'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell'Unione Europea: la pace nel nostro continente». Ha detto il premier. «Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull'utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati». «Dobbiamo sostenere l'Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il Presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste».«L'Italia, come Paese fondatore dell'Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica».

«L'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell'Unione europea: la pace nel nostro Continente. Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello Stato di diritto, della sovranità democratica; sull'utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati; sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell'esercito russo nei confronti di civili inermi. Dobbiamo sostenere l'Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste». Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando al Parlamento europeo. «Vogliamo che l'Ucraina -ha aggiunto- resti un Paese libero, democratico, sovrano. Proteggere l'Ucraina vuol dire proteggere noi stessi e il progetto di sicurezza e democrazia che abbiamo costruito insieme negli ultimi settant'anni».

«Abbiamo reso l'Ue uno spazio non solo economico, ma di difesa dei diritti e della dignità dell'uomo. È un'eredità che non dobbiamo dissipare». Così il premier Mario Draghi al Parlamento Europeo. «Ora è il momento di portare avanti questo percorso. Il 9 maggio si conclude la Conferenza sul Futuro dell'Europa e la Dichiarazione finale ci chiede di essere molto ambiziosi. Vogliamo essere in prima linea per disegnare la nuova Europa. In un quadro geopolitico divenuto improvvisamente molto più pericoloso e incerto, dobbiamo affrontare l'emergenza economica e sociale e garantire la sicurezza dei nostri cittadini». 

«La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L'Italia sostiene l'apertura immediata dei negoziati di adesione con l'Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all'ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l'Ucraina nell'UE».

«La guerra in Ucraina ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L'Italia è uno degli Stati membri più esposti». «Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L'Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell'Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l'Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro».

«Sin dall'inizio della crisi, l'Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. Mosca vende all'Ue quasi due terzi delle sue esportazioni, in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare».

Metsola a Draghi: suo lavoro ha dato fiducia a cittadini e banche

«Il suo lavoro ha dato fiducia a cittadini ed alle banche e oggi possiamo contare sulla sua perizia nel momento in cui l'Europa affronta altre sfide esistenziali come la guerra in Ucraina, è un altro momento »whatever it takes«. Cosi la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola nell'apertura della sessione plenaria rivolgendosi al presidente del consiglio italiano, Mario Draghi.

 

Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA