Draghi media ma se M5S lascerà l'Aula ddl Senato lui salirà al Quirinale da Mattarella

A Palazzo Chigi ottimismo sulla tenuta del governo ma in caso di strappo il confronto con Mattarella è inevitabile

Lunedì 11 Luglio 2022 di Francesco Malfetano
Draghi media ma se M5S lascerà l'Aula ddl Senato lui salirà al Quirinale da Mattarella

Il mandato con cui Mario Draghi si presenta all’inizio di una settimana che si annuncia esplosiva è chiaro: bisogna trovare una soluzione per tenere in piedi la maggioranza attuale. E se alla Camera il premier si accontenterà della fiducia al governo e del “non voto” cinquestelle sul testo del Dl Aiuti, al Senato la situazione appare molto più esplosiva. 
Per questo già domani, al tavolo convocato con i sindacati, si proverà ad offrire a Giuseppe Conte una qualche apertura su salario minimo o cuneo fiscale. Cioè due delle richieste messe nero su bianco nel documento consegnato a Draghi. Per le altre poi si vedrà, ma alcune ora paiono irricevibili (come il no a nuove estrazioni di gas o il cashback fiscale). Intanto anche Matteo Salvini alza la tensione. «Dentro o fuori? Noi da oggi voteremo solo ciò che serve all’Italia e agli italiani» ha annunciato ieri sera in un comizio nel bresciano.
L’ottimismo però è ancora il sentimento prevalente ai vertici del governo, convinti che la “mini crisi” rientrerà, magari con un voto positivo al Senato seppur con la messa a verbale della contrarietà sui contenuti.

Tuttavia è impossibile dirsi sicuri ora che una soluzione venga trovata. 


IL SENATO


E allora cosa farà il premier se, come ripetono da giorni in tutte le salse i big pentastellati, giovedì il M5S dovesse finire per abbandonare l’Aula al momento della chiama? Formalmente i grillini non avrebbero votato “no” e la fiducia ci sarebbe lo stesso. Palazzo Chigi non commenta l’ipotesi. «Non c’è una posizione» si limitano a spiegare. Ma l’idea che circola tra chi lavora alla mediazione è che lo strappo potrebbe essere percepito come troppo grave. Il «patto con Mattarella» che ha portato Draghi all’esecutivo è stato concepito su uno «schema definito». Un equilibrio, «talvolta precario», che però è l’unico accettabile. Anche perché è il solo bilanciamento capace di garantire una simmetria tra le richieste dei partiti. Del resto il premier è stato chiaro: «Il governo non si fa senza il M5S». 
In altri termini, lo scenario in cui i grillini si sottraggono dal voto in Senato, potrebbe spingere Draghi a salire al Quirinale. E anche se c’è chi è disposto a giurare che a quel punto Mattarella proverà a convincere il premier a restare, sono in pochissimi a credere che si arriverà alla fine della settimana con un Draghi “bis”. 

 

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA