Covid Natale, Decaro: «Sì ai divieti per evitare la ressa in strada ma non blocchiamo lo shopping sicuro»

Martedì 1 Dicembre 2020 di Diodato Pirone
Covid Natale, Decaro: «Sì ai divieti per evitare la ressa in strada ma non blocchiamo lo shopping sicuro»

«Chiudere i centri storici durante le festività natalizie? Contingentare gli ingressi nelle strade dello shopping? Non mi paiono proposte realizzabili se non in centri abitati piccoli. Punterei su iniziative gestibili e concrete come il divieto di stazionamento utile per combattere gli assembramenti senza colpire lo shopping fatto con regole sicure». Antonio Decaro, sindaco di Bari al secondo mandato e presidente dell'Anci l'associazione degli 8.000 comuni italiani, è prima di tutto un ingegnere e fare il pragmatico gli viene bene.

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Sindaco che cosa si potrà fare in concreto per gestire il Natale senza perdere il controllo della pandemia?
«Posso raccontare quello che stiamo facendo a Bari dove il 6 dicembre si festeggia San Nicola che praticamente dà il via al periodo di festività natalizie».

Prego.
«E' scattato il divieto di stazionamento per le persone in tutte le strade adiacenti la Basilica di San Nicola, questo divieto varrà h24 in diversi luoghi della città.

Inoltre, le cerimonie si terranno a porte chiuse o con un numero ridotto di presenti. Questo vale anche per le messe per le quali sono possibili presenze limitate».

Queste disposizioni varranno anche per Natale?
«E' presto per i dettagli. Io auspico che il governo offra disposizioni valide per tutta Italia contemperate con l'evoluzione della pandemia. Ma di sicuro non potremo far finta che il virus non esista più».

Ha abbastanza vigili urbani per far rispettare le sue disposizioni?
«Le decisioni qui a Bari come per altri ambiti territoriali vengono prese nell'ambito del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Sono coinvolte tutte le forze dell'ordine».

E la città condivide?
«Capisco benissimo che il divieto di stazionamento e le limitazioni ai festeggiamenti per San Nicola che, ricordo per inciso, è strettamente legato al Natale perché in Nord Europa e non solo è venerato come Santa Klaus, sono un colpo al cuore per la città. Ma i provvedimenti severi, se utili, sono condivisi. Qui a Bari abbiamo chiuso i negozi alle 19 per smorzare il fenomeno della passeggiata serale e i cittadini hanno capito. Ovviamente tutte le misure che andranno prese devono passare attraverso una fase di ascolto dei rappresentanti di tutti gli interessi e di coordinamento con le forze sociali. Io non conosco sindaci che intendano penalizzare la forza economica della comunità che rappresentano. Ma la pandemia si può governare solo lanciando segnali corretti»

Dunque nuove chiusure in arrivo?
«Non necessariamente ma a Natale non ci sarà un tana liberi tutti. I cittadini debbono essere consapevoli che solo mantenendo comportamenti responsabili non getteremo alle ortiche i risultati che pure stanno emergendo di un contenimento dell'epidemia. Lo dobbiamo a noi e ai nostri cari ma anche agli operatori sanitari e agli uomini delle forze dell'ordine che da mesi lottano in prima linea per proteggerci contro il virus. I numeri in decrescita debbono essere di stimolo a non abbassare la guardia».

Niente cenone dunque?
«Abbiamo festeggiato fra virgolette Pasqua e Pasquetta sul balcone e faremo anche un Natale diverso dal solito. La priorità è non dare al virus l'occasione per infettare altri familiari e in particolare i meno giovani».
Passando a temi più generali. L'Anci ha condiviso il sistema di assegnate colori diversi alle Regioni?
«A suo tempo lo chiedemmo perché responsabilizza. I criteri che attribuiscono il colore alle Regioni spingono queste ultime a darsi da fare mentre l'Rt regionale quando supera quota 1 segnala ai cittadini il livello del pericolo che devono affrontare. Magari il sistema è semplificabile nel senso che andrebbero fornite cifre chiare che consentano a tutti di valutare la situazione».

Ultima domanda: non le pare che i rapporti fra lo Stato e i poteri locali vadano riscritti?
«A marzo i Comuni hanno chiesto al governo di sterilizzare il potere dei sindaci di emettere ordinanze sanitarie. L'Italia ne sarebbe uscita distrutta. Il problema va affrontato, ma non ora. Adesso la regola è una sola: zero polemiche».

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Ultimo aggiornamento: 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA