Dl Semplificazioni, per le imprese spunta la norma per non far lievitare i costi

Martedì 30 Giugno 2020 di Andrea Bassi
Dl Semplificazioni, per le imprese spunta la norma per non far lievitare i costi

Al governo rosso-giallo l'accusa di nutrire un sentimento anti-impresa mosse dal neo presidente degli industriali Carlo Bonomi, devono aver pesato. Certo è che hanno fatto in qualche modo breccia. Tanto è vero che nel decreto semplificazioni che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte vuole a tutti i costi approvare entro questa settimana, è spuntata una norma per impedire alle amministrazioni statali di inserire nuovi oneri regolatori a carico delle imprese se prima non ne sarà cancellato un altro di pari importo. La filosofia dell'intervento è spiegata nella relazione illustrativa dell'articolo 13 della bozza di decreto, intitolato «disposizioni in materia di oneri regolatori».

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La regolazione, si legge nel testo del provvedimento, impone adempimenti e costi che possono essere sproporzionati rispetto agli interessi pubblici da tutelare e agli obiettivi perseguiti. Ciò costituisce, prosegue la relazione all'articolo 13, «un freno all'attività di cittadini e imprese e alimenta la percezione di una burocrazia e uno Stato nemici dell'iniziativa privata». Scopo della misura, insomma, è provare a fumare una sorta di calumet della pace con il mondo imprenditoriale che da sempre lamenta l'eccesso di onerosità della burocrazia italiana. «Per affrontare questo problema», spiega ancora il testo, «si propone, quindi, che gli atti normativi statali che introducono nuovi costi regolatori debbano contestualmente eliminare oneri di pari valore, in modo da garantire un saldo pari a zero». Per una volta non si tratta solo di una disposizione ordinatoria, ma viene prevista una sorta «sterilizzazione» dell'intervento burocratico. «Laddove tale compensazione non avvenga», spiega infatti la bozza del decreto semplificazioni, «i nuovi costi regolatori sono qualificati di regola come oneri fiscalmente detraibili, ferma restando la necessità di individuare la relativa copertura finanziaria».

IL VAGLIO
Uno spauracchio non da poco per la fame di complicazione che in passato la burocrazia italiana ha dimostrato. Ogni provvedimento che introdurrà in futuro nuovi oneri dovrà passare il vaglio della Ragioneria generale dello Stato per la verifica delle coperture nel caso quello stesso provvedimento non abbia provveduto a cancellare un vecchio onere di almeno pari valore economico. Questo perché, saspiega la norma, se la cancellazione non dovesse avvenire, scatterebbe in automatico una detrazione totale per l'impresa del nuovo costo regolatorio. Detrazione che, in base alle regole di finanza pubblica, andrebbe coperta.
Altra novità è che questa procedura non sarà applicata solotanto ai provvedimenti di rango primario (ossia le leggi e i decreti). Ma, spiega la relazione illustrativa dell'articolo 13 del provvedimento sulle semplificazioni il principio vale anche con riferimento agli atti di rango secondario. La ragione è semplice. Si vuole fare in modo di escludere che anche con regolamento si possano introdurre oneri ulteriori laddove la norma primaria non abbia già previsto tale possibilità.
Per ora, come detto, il decreto sulle semplificazioni ha ancora la forma mutevole della bozza.

Bozza sulla quale, tra le altre cose, è aperto il confronto all'interno della maggioranza. I nodi, che non sono pochi, saranno affrontati oggi in un vertice con i capi delegazione che sarà presieduto dallo stesso Conte.

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