Juncker: «Per l'Italia situazione difficile». Di Maio: «Siete finiti»

Domenica 7 Ottobre 2018 di Diodato Pirone
Juncker: «Per l'Italia situazione difficile». Di Maio: «Siete finiti»

L'Europa sembra aver scelto una linea più sobria nel maneggiare il caso Italia. Mentre da Roma, con un evidente occhio puntato sui sondaggi elettorali (che premiano la Lega), ieri sono continuati a partire messaggi baldanzosi e barricaderi («Fra sei mesi l'Ue sarà finita», hanno ribadito all'unisono i due vicepremier Di Maio e Salvini), da Bruxelles si è registrata un'attività a bassa frequenza anche se tutt'altro che dimessa.
 



Intervistato da un quotidiano austriaco, il presidente della Commissione Europea, il popolare lussemburghese Jean Claude Juncker, è stato assai misurato. «Non ho mai paragonato l'Italia alla Grecia», ha sottolineato. E questo vuol dire che nessuno a Bruxelles - almeno per ora - pensa che siano necessari interventi straordinari come un prestito all'Italia in cambio di interventi brutali sulle spese pubbliche garantiti dalla trojka (Fmi, Ue e Bce). Insomma per ora il confronto fra Bruxelles e Roma si mantiene dentro gli argini della normalità.

PAROLE CALIBRATE
Tanto che Juncker ha ulteriormente calibrato le parole. «L'Italia - ha detto - è in una situazione difficile. Ha concordato con noi degli obiettivi sui conti pubblici e ora dovremo valutare i nuovi piani italiani. Se necessario, proporremo modifiche ma lo faremo senza pregiudizi». Per l'esattezza il presidente della Commissione ha usato una espressione in latino sine ira et studio usata dallo storico romano Tacito per sottolineare la propria imparzialità nel racconto degli avvenimenti storici.
Non urlata neanche la risposta di Juncker alla domanda sugli insulti piovuti dall'Italia («A Bruxelles parlo solo con i sobri», ha dichiarato Salvini pochi giorni fa). «Non li prendo in considerazione - ha detto Juncker - Il fatto che due vicepremier italiani si esprimano in modo sboccato sulla Ue come istituzione - ha aggiunto - fa capire tante cose».
In Italia, invece, la musica ha tonalità molto più alte. Matteo Salvini ha lanciato sui social questo messaggio: «L'Europa dei banchieri, quella fondata sull'immigrazione di massa e sulla precarietà, continua a minacciare e insultare gli italiani e il loro governo? Tranquilli, fra sei mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori, noi tiriamo dritto!».

Più articolate, sempre via social, le posizioni di Luigi Di Maio. Il vicepremier ha voluto sottolineare che il governo andrà avanti come programmato, senza «piani B». «Se non si mantengono le promesse elettorali meglio andare a casa», sembra essere la sua linea del Piave anche nei confronti del Quirinale e della Banca d'Italia.
Di Maio comunque fa sapere di apprezzare che la Ue abbia reso noto la prima bocciatura della manovra con una lettera diffusa venerdì a mercati chiusi. Per il resto il leader pentastellato ha inviato molti segnali interni. Fra i quali, dopo aver usato termini durissimi contro i giornali accusati di voler accerchiare i Cinquestelle ha usato il termine Fake news, reso famosissimo dal presidente americano Donald Trump, anche per dileggiare i sondaggi pubblicati sui quotidiani che danno la Lega circa 5 punti avanti ai 5Stelle. Un modo per sottolineare la competizione con la Lega.
Dal fronte dell'opposizione, infine, va segnalato il segretario Pd Maurizio Martina che ierI a Milano si è detto molto preoccupato: «Il governo ha messo l'Italia a rischio bancarotta per poi darne la colpa all'Europa».
 

Ultimo aggiornamento: 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA