Di Maio cerca sponde in Europa Ma i Gilet gialli: niente alleanze

Mercoledì 6 Febbraio 2019 di Francesco Lo Dico e Francesca Pierantozzi
Di Maio cerca sponde in Europa Ma i Gilet gialli: niente alleanze
Al termine dell'incontro con alcuni rappresentanti dei gilet gialli a sud di Parigi, Luigi Di Maio twitta entusiasta che «il vento del cambiamento ha valicato le Alpi». Blitz a sorpresa e contratto chiuso: l'alleanza europea sembra cosa fatta. Protagonisti della fortunata trasferta, oltre a Di Maio, anche Di Battista e gli europarlamentari grillini Castaldo, Beghin e Corrao. Ma il «clima di grande entusiasmo» descritto dallo staff del vicepremier, viene raffreddato dal gelo che piomba sul Movimento quando il portavoce dei gilets-jaunes, Christof Chalençon, esclude in serata ogni ipotesi di accordo per le Europee. «Se abbiamo accettato l'incontro dice Chalencon a Le Parisien - è perché volevamo scoprire questo partito e capire bene il suo posizionamento politico rispetto alla Lega. Noi siamo di centro, e lo stesso ci hanno detto anche loro», ha aggiunto laconico.

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Matrimonio morto sul nascere? Non secondo i Cinque Stelle. Che di fronte all'altolà di Chalençon parlano di un chiarimento tra Di Maio e Chalencon e di «frasi decontestualizzate» all'interno di una risposta più ampia in cui viene spiegato che, non avendo i gilet gialli ancora né eletti né liste, è prematuro parlare di «matrimonio» con il M5S per le Europee. A sentire M5S, le due ore di colloquio con Chalençon e alcuni leader della lista Ric (Référendum d'initiative citoyenne) sono state un trionfo. «Molte sottolinea lo staff del vicepremier - le posizioni e i valori comuni che mettono al centro delle battaglie i cittadini, i diritti sociali, la democrazia diretta e l'ambiente».
Così tante affinità con i cugini transalpini, che il Movimento ha preannunciato anche un «nuovo incontro nelle prossime settimane a Roma». Prima di frenare bruscamente in serata, Christophe Chalençon aveva confermato al Messaggero di essere molto soddisfatto dell'incontro con «gli italiani». «È stato un incontro molto costruttivo e non abbiamo avuto nemmeno un momento di frizione, sempre col sorriso». Ma in verità di piani comuni per le Europee non si è parlato granché. «Sull'Europa siamo d'accordo. Abbiamo discusso di due cose, la Tav e il Venezuela», racconta il portavoce transalpino. Tav e Venezuela: due cose che nulla hanno a che fare con le Europee, ma molto con le tensioni di governo maturate negli ultimi giorni con Salvini. Da Bruxelles lo staff Cinque Stelle non nasconde infatti che si tratta anche di una mossa a uso e consumo interno da spendere nel confronto italianissimo con la Lega. «Avere i gilet gialli dalla nostra su Tav e Maduro, avrebbe un indubbio valore politico», è la chiosa. Solo che il piano stellato rischia di naufragare di fronte a molte altre incognite. Già portavoce dei Gilets Jaunes della Vaucluse, poi contestato perché autore di post contro islam e musulmani, sospettato di simpatie di destra, Chalençon è infatti riapparso qualche giorno fa come portavoce di Ric, la lista per le europee creata da un'altra figura poi contestata del movimento, Ingrid Levavasseur. Che non era ieri alla riunione, precisa Chalençon, «ma sarà a Roma tra una settimana, quando toccherà a noi spiegare chi siamo».

NEL MIRINO
Ma anche Levavasseur è nel mirino dei gilet gialli. Il 23 gennaio ha annunciato la creazione della lista Ralliement d'Initiative Citoyenne, che ha preso lo stesso acronimo del Referendum d'Initiative Citoyenne, la rivendicazione simbolo del movimento dei Gilets Jaunes. «Se ne sono appropriati, senza nessuna legittimità» ha ripetuto ancora ieri Maxime Nicolle, un altro leader dei gilet. Senza contare che la Tav in realtà non figura mai negli slogan dei gilet gialli. Per Nicolle «non è in nessun modo una nostra priorità, noi pensiamo al potere d'acquisto». Ma Chalençon corregge il tiro: «Siamo contrari a opere del genere». Sul Venezuela è facile: «Bene la non ingerenza». Sulla logistica, invece, la lista francese non sembra interessata ad approfittare del know-how di Rousseau: «Abbiamo una nostra piattaforma, non abbiamo bisogno di aiuti esterni». Il giallo dei gilet gialli.
Francesco Lo Dico
Francesca Pierantozzi
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