Di Maio: «Governiamo, non giochiamo a Risiko. Basta destabilizzare M5S»

Domenica 23 Giugno 2019
Di Maio scuote M5S: «Governiamo, non giochiamo a Risiko. Basta destabilizzare il Movimento»

Non c'è una dichiarazione di guerra ma sulla mappa di un ipotetico risiko, interno al Movimento 5 Stelle e che vede contrapposti il capo politico Luigi Di Maio e il 'movimentista' Alessandro Di Battista, i carri armati sono schierati. Con il rischio di destabilizzare il Movimento e il governo.

Da qui l'allarme del leader: «Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il Movimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di governo». Di Maio lo scrive in un lungo post su Facebook e insiste: «Stiamo governando la Nazione Italia, non stiamo giocando a risiko». Senza citarlo, insomma, chiama in causa l'ex deputato e autore del libro «Politicamente scorretto».

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Lo stesso che per una frase sui 5 Stelle diventati in un anno 'burocrati chiusi nei ministerì, ha fatto arrabbiare il vicepremier. Ma l'ex deputato respinge le accuse («Non c'è nessun tentativo di destabilizzazione») e le ribalta su Matteo Salvini: «Ieri ho visto il ministro dell'Interno annunciare che intende convocare i sindacati, questo è un modo di destabilizzare il governo», scandisce a «1/2 h in più». Intanto, tra i due big 5S non è pace fatta e i chiarimenti ancora in sospeso. Dibba non lo nasconde. «Non dico che è tutto a posto», ammette e aggiunge: «Quando uno è arrabbiato, si chiarisce».

Quindi annuncia: «Ci vedremo presto e chiariremo screzi e incomprensioni» con Luigi, «a cui voglio bene e lo stimo», conferma. Da parte sua, e prima di lui, il numero uno del M5s è netto nel chiedere di deporre le armi: «Si rimettano i carriarmatini nella scatola e ognuno porti avanti il ruolo che è chiamato ad assolvere nella società: ministro, parlamentare, attivista, cittadino». In attesa di vedersi, l'attuale attivista pronto a ricandidarsi se cadesse il governo, continua a segnare le differenze con il socio di maggioranza: «La Lega sta provando a sondare per trovare un incidente. Se poi mi sbaglio, sarò il più felice», punzecchia. Che il partito di Salvini voglia far saltare il banco, l'ex parlamentare non lo esclude da giorni («Se fosse così, sono affari suoi», aveva detto intervistato da Lilli Gruber mercoledì). Divisioni come da copione anche sulla Tav. Di Battista ripete di essere «contrarissimo» al progetto e aggiunge, quasi rispondendo al leghista: «Tutte balle che siamo il popolo del no».

Quindi argomenta: «È un'opera che costa tanti denari e non è utile». Ma aggiunge, fiducioso: «Sono convinto che Conte possa trovare una soluzione». E butta sul tavolo anche l'ipotesi di una nuova agenda per il futuro del Movimento: «Ne ho parlato con Casaleggio e credo sia d'accordo anche Di Maio. Un movimento ha bisogno continuamente di rigenerarsi e io immagino una nuova agenda».

In casa 5 Stelle, intanto, si apre un'altra crepa. Anche se era nell'aria da tempo. La senatrice 'dissidente' Paola Nugnes annuncia al Manifesto che dirà addio al Movimento, virando probabilmente al gruppo Misto (come già l'ex capitano della Marina Gregorio De Falco, espulso dal M5s). Nel Movimento fin dalla prima ora, a novembre Nugnes non aveva votato la fiducia al decreto sicurezza perché contraria, entrando di fatto nell'aura degli ortodossi. Ora le dimissioni per «coerenza», contro un capo politico accusato di controllare «ogni aspetto» della vita del Movimento e in dissenso sulla riforma del taglio dei parlamentari, bollato come «una legge anti democratica». Da qui la replica di Di Maio: «Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi non passare al misto».

Fino alla contro replica della senatrice: «È lui che dovrebbe dimettersi». Nel mirino del Movimento finisce anche il segretario della Cgil Maurizio Landini: «Landini chi??? Quel sindacalista che fa politica andando contro un governo che difende i lavoratori», si legge sul blog delle stelle.

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 01:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA