Via libera al Def: prove di flat tax, scontro sull'Iva

Mercoledì 10 Aprile 2019 di Jacopo Orsini
Via libera al Def: prove di flat tax, scontro sull'Iva

Una crescita quasi azzerata allo 0,2% quest'anno e dello 0,8% nel 2020. Un rapporto deficit/pil in aumento al 2,4% nel 2019 e in flessione al 2,1% l'anno successivo. Debito pubblico al 132,6% del pil quest'anno, in rialzo dal 132,2% del 2018, nonostante l'impegno a ridurlo preso con l'Europa, e in lieve arretramento al 131,3% nel 2020. Sono i numeri chiave del Documento economico e finanziario (Def) varato ieri dal governo giallo-verde in cui si parla di «un contesto economico congiunturale profondamente cambiato e più complesso, caratterizzato da un marcato rallentamento della crescita europea».

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LE CIFRE
«Nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva», riassume Palazzo Chigi in una nota. Ma la riunione del Consiglio dei ministri, anche se durata solo una mezzora, non è andata liscia. A far litigare Lega e 5Stelle con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, questa volta è stata l'Iva e in particolare come non far scattare l'aumento per l'anno prossimo. Fonti della maggioranza assicurano che i problemi saranno risolti. Il vicepremier Luigi Di Maio, è stato categorico: l'ipotesi che salga «non esiste», ha scandito. «Il M5S chiede più certezze sullo stop all'aumento dell'Iva, con le clausole di salvaguardia che non dovranno scattare», aggiungono altre fonti grilline. Tensione anche sulla flat tax, «che così è una farsa: solo due righe nella parte discorsiva», insistono i grillini. «Si farà, nel documento se ne parla in due passaggi. Quanto a Quota 100, non si torna indietro e nessun aumento Iva», assicura Matteo Salvini. Il punto è che Tria considera flat tax e disinnesco dell'Iva insostenibili insieme, perché costerebbero troppo e non si vede copertura. Ciò spiega perché per la prima volta è stata fatta saltare la tradizionale conferenza stampa per illustrare le cifre del Def: evidentemente si temevano domande imbarazzanti. Numeri a parte, la grande incognita della prossima manovra resta il fisco. La Lega insiste per la flat tax con aliquota al 15% per i redditi familiari fino a 50 mila euro. Costo stimato fra 12-15 miliardi. «Noi partiamo da questo ragionamento per il ceto medio e per le famiglie che hanno bisogno con figli», ha ribadito Salvini. «C'è già una tassa ridotta quest'anno per le partite Iva - ha proseguito - vogliamo ridurle anche per le famiglie e i lavoratori dipendenti». «C'è tutto il mio sostegno se rivolta al ceto medio, alle famiglie, alle imprese - ha risposto Di Maio - Su questo mi faccio garante». Ma senza fare regali ai ricchi, ha aggiunto.

Nel documento approvato dal governo ieri tuttavia non c'è uno stanziamento per introdurre la tassa piatta. Si vedrà quindi in autunno quando verrà messa a punto la manovra, tenendo conto comunque che per non far aumentare l'Iva servono già 23 miliardi. «Il governo, in linea con il Contratto, intende continuare, nel disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno, il processo di riforma delle imposte sui redditi (flat tax) e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l'imposizione a carico dei ceti medi», si legge nel Programma nazionale di riforma (Pnr) allegato al Def. E «questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Programma di Stabilità». L'intenzione del governo è trovare le copertura con una revisione delle agevolazioni fiscali. Obiettivo già più volte annunciato in passato e mai messo in pratica per la difficoltà di tagliare detrazioni che inevitabilmente si traducono in un aumento di tasse. «Il governo - si legge ancora nel documento - intende proseguire sulla strada dell'alleggerimento del carico fiscale sulle famiglie» con «particolare riguardo a quelle numerose». Impegni generici che dovranno essere tradotti in provvedimenti concreti. L'esecutivo, di fronte al peggioramento della congiuntura, intende poi attivare la clausola inserita nella Finanziaria 2019 e congelare 2 miliardi di spesa pubblica. Infine, slittano di nuovo le norme sui rimborsi ai risparmiatori rimasti impigliati nei crac bancari. Il provvedimento, che dopo molti rinvii doveva essere approvato ieri, deve essere ancora messo a punto e non è arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri.
 

Ultimo aggiornamento: 18:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA