Ddl Zan, in Senato ora non c'è la maggioranza: gli scenari possibili

Domenica 4 Luglio 2021 di Diodato Pirone
Ddl Zan, gli scenari possibili. In Senato ora non c'è maggioranza

Per una volta, la frase "si apre una settimana decisiva" non è un modo di dire ma un'espressione che calza a pennello per il destino del disegno di legge Zan che intende punire chi incita alla violenza contro gli omosessuali.

Il 6 luglio l'aula del Senato voterà sul calendario delle votazioni e il 13 si dovrebbe iniziare a esaminare i singoli articoli anche a scrutinio segreto.

Il fatto è che dopo le proposte di Italia Viva, che si è detta favorevole ad alcune modifiche, in Senato non pare esserci maggioranza per la Zan. E quasto anche se è chiaro che una parte dei senatori del centrodestra potrebbero votare favorevolmente alla legge. Italia Viva tra l'altro propone di modificare l'articolo 7, nel senso di tutelare in modo ancora più netto l'autonomia delle scuole per evitare che quelle cattoliche siano obbligate a festeggiare la giornata contro l'omofobia prevista per ogni 17 maggio nei termini previsti dal testo Zan.

 

Ddl Zan, tutti gli scenari

Cosa possa accadere nei prossimi giorni è davvero difficile dire. Se si dovesse andare a votare il testo attuale probabilmente verrebbe affossato e dunque - al di là delle roboanti dichiarazioni di questi giorni - non si vede la convenienza di Pd e 5Stelle (questi ultimi pur in ben altre faccende affaccendati) ad andare allo scontro. Anche a destra la situazione è meno semplice di quanto si creda. A questo punto sia Lega che Fratelli d'Italia devono dire se le proposte di Italia Viva vengono ritenute interessanti o meno uscendo così da una campagna "facile" fatta soprattutto di indignazione.

 

Gli scenari più probabili appaiono due: affossamento del ddl in caso di bocciatura con voto segreto oppure accordo per modifiche in Senato con l'impegno da parte del centrodestra di far passare poi la legge definitiva alla Camera. L'ipotesi caldeggiata da Italia Viva di un voto di fiducia alla Camera incontra però le perplessità del premier Mario Draghi secondo il quale il tema è di pura competenza parlamentare e non governativa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA