«Proteggere il patrimonio». Patto sulla cultura a Roma durante il G20

Sabato 31 Luglio 2021 di Laura Larcan
«Proteggere il patrimonio». Patto sulla cultura a Roma

Sotto la Divina Provvidenza affrescata da Pietro da Cortona, complice la suggestione tragica della Giuditta di Caravaggio e lo sguardo liquido ipnotico della Fornarina di Raffaello, i lavori del G20 della Cultura hanno trovato un accordo nella cornice del barocco Palazzo Barberini. La dichiarazione congiunta ha fatto breccia nei venti rappresentanti delle potenze economiche del mondo, nella coreografia delle complessive quaranta delegazioni. «È stata approvata all'unanimità la Dichiarazione di Roma». Lo annuncia con soddisfazione, il ministro della Cultura Dario Franceschini al termine dei lavori di una lunga calda giornata.
IL DOCUMENTO
Un documento di dieci pagine per 32 corposi punti.

In pole position, il traguardo di un «G20 della Cultura che è stato reso permanente: si introduce così la Cultura nei lavori del G20, riconoscendone il valore economico. È stato infatti esplicitato che la cultura è un'opportunità di crescita in particolare per i giovani e i più vulnerabili».

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Altro tema caro a Franceschini, «l'impegno di tutti i membri del G20 a sviluppare in modo permanente e non occasionale forze operative nazionali in accordo con l'Unesco per proteggere il patrimonio da traffici illeciti, calamità naturali e terrorismo».

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Un passo in più, oltre i Caschi blu della Cultura. Tanti i temi sul tavolo. I musei sono stati il leitmotiv. Già dalla mattina, quando il Capo di Gabinetto del Ministero italiano, Lorenzo Casini, ha annunciato che «secondo l'ultimo decreto, dal 6 agosto servirà il green pass per entrare anche nei musei, salvo altre valutazioni che possono emergere di ora in ora». Una questione importante che in poco tempo è diventato un tema cruciale al summit ministeriale. Anche perché il risvolto è stato «il vasto consenso al G20 sul green pass inteso come strumento utile per spingere le persone a vaccinarsi», ha spiegato Casini. Dettaglio non da poco. Nel giro di poche ore i Musei Vaticani hanno annunciato l'obbligo del green pass. Regola applicata anche dall'Egizio di Torino (museo testimonial al G20) salvo innescare un valzer di polemiche con tanto di insulti sui social. Lo stato di sallute dei musei post Covid, d'altronde, è stato un punto caldo del G20.

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A lanciare l'allarme chiusure è Alberto Garlandini, presidente dell'Icom international Council of Museums: «Emerge una situazione drammatica: ad oggi oltre il 60% dei musei è ancora chiuso. In Italia la situazione è molto migliore, ma nel mondo è così». Nei 32 punti sono stati presi molti impegni, sottolinea Franceschini con orgoglio. Sulla protezione del patrimonio, sulla protezione dei diritti umani, sul legame tra cultura e cambiamenti del clima, sulla digitalizzazione del settore. E anche sul rafforzamento della formazione, con una proposta arrivata dalla Fondazione Scuola Beni e Attività culturali: l'obiettivo è quello «della costituzione - spiega il presidente Vincenzo Trione - di un network, di una rete che sia accessibile, aperta, flessibile capace di porre in dialogo istituzioni di alta formazione nella Cultura nei paesi del G20».
TRAFFICI ILLECITI
Passaggio chiave nella dichiarazione di Roma anche l'impegno ad una cooperazione contro il traffico illecito di opere, soprattutto di beni archeologici che, come ricorda Roberto Riccardi, generale dei Carabinieri Tutela Patrimonio culturale, «fanno gola a mercanti e collezionisti oltreoceano, ma con il lavoro tra Paesi crescono recuperi e calano furti». L'impegno del G20 è quello di «aumentare l'efficacia della collaborazione tra le forze dell'ordine».

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Riccardi, per esempio, ricorda il caso della statua destinata a Kim Kardashian, arrivata dal Belgio ma fermata alla dogana in California, perché riconosciuta come oggetto di mercato illecito. «È stata già disposta la restituzione all'Italia, ma ancora non è stata effettuata per problemi di Covid». E si pensa ai giovani. Il G20 «riconosce l'importanza dell'imprenditorialità dei giovani nella cultura». Figura chiave è Alberta Pelino, 30enne di Avezzano, responsabile Giovani del G20. Una laurea in Economia a Roma, master, lavoro in finanza tra Londra e New York, e il sogno di portare innovazione nel suo Abruzzo.
 

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 03:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA