Crisi governo, Renzi: «Lo stop ai ricatti e ministri scelti da Draghi. Così può proseguire»

Il capo di Italia Viva: «Draghi detti le condizioni: senza M5S è anche più forte. Altrimenti al voto»

Sabato 16 Luglio 2022 di Ernesto Menicucci
Crisi governo, Renzi: «Lo stop ai ricatti e ministri scelti da Draghi. Così può proseguire»

Senatore Renzi, lei è stato uno degli artefici dell’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi. Come vive queste ore?
«Male, le vivo male.

Abbiamo mesi di grande tensione davanti a noi. Guerra in Ucraina, crisi energetica, tensioni migratorie legate alla carestia, inflazione ormai vicina alla doppia cifra con conseguenze devastanti sul potere d’acquisto delle famiglie. Davanti a questo scenario l’uscita di scena di Draghi toglie all’Italia un paracadute decisivo. Dunque in queste ore siamo al lavoro notte e giorno per costruire il Draghi Bis».


Margini per ricomporre?
«Si. Ma la mossa adesso tocca al Premier. Aver restituito centralità a quella calamità naturale che risponde al nome di Movimento Cinque Stelle è stato un errore politico compiuto da tanti a cominciare dal PD. I grillini sono un disastro continuo e i danni che hanno fatto a questo Paese si trascineranno per una generazione intera. Tuttavia la palla ora è nelle mani di Draghi. Spero che accetti di rilanciare la sua leadership almeno fino al 2023»


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Mercoledì ci sarà un voto di fiducia o no?
«Non tocca a me stabilire il percorso. Ma fossi Draghi direi: questo è il mio programma, punto. Prendere o lasciare. Utilizzerei la crisi per cambiare quei ministri che hanno lavorato peggio sostituendoli con persone di suo gradimento. E andrei in Parlamento dicendo: basta coi vostri ricatti. Qui o si vota come dico io o si va alle elezioni. Ma, ripeto, dipende dalla sensibilità di Draghi»


Come proverete a convincere Draghi a restare?
«Non si può convincere. Ci si può però appellare al senso di responsabilità. Lui si è definito un nonno al servizio delle istituzioni. Bene: pensi ai suoi nipoti e vada avanti per il bene delle future generazioni. Nel frattempo noi abbiamo lanciato una petizione per il draghi bis che sta riscuotendo un grande successo (30 mila firme, ndr) e domani In Assemblea nazionale di Italia Viva continueremo a lavorare per questa soluzione».


La maggioranza potrebbe andare avanti anche senza M5S?
«Senza i Cinque Stelle andrebbe non solo avanti ma soprattutto andrebbe meglio. Mai visto tanto concentrato di e e incapacità e arroganza come nel movimento di Conte. Tutte le volte che vedo spuntare il suo ciuffo in televisione penso che posso essere orgoglioso di averlo mandato a casa per sostituirlo con Draghi».
 

 

Si aspettava la mossa di Conte?
«Io da Conte mi aspetto tutto e non mi aspetto niente. È un uomo capace di firmare i decreti Salvini e di giocare a fare il leader di sinistra, fa il sovranista e subito dopo l’europeista, è roso dall’invidia e dal risentimento. Mi davano dell’irresponsabile quando volevo cacciarlo, ora tutti si sono accorti di chi è davvero. E forse i dirigenti del Pd potrebbero almeno dire grazie: li abbiamo salvati da un abbraccio soffocante con quello che loro definivano fortissimo punto di riferimento della sinistra»


Qualora Draghi andasse avanti, teme che, dopo M5S, inizino le rivendicazioni della Lega?
«Per questo deve fare un elenco di poche cose non trattabili. Niente rivendicazioni: lista corta e nomi scelti da lui. Nessun suk e nessun tavolo di maggioranza».


Senza Draghi, c’è lo spazio per un traghettatore?
«Se Draghi non ci sta, penso che sia più serio andare a votare. Chi lo vota un Governo così? Ma comunque deciderà il Presidente della Repubblica».


C’è un rischio per i mercati e per la situazione internazionale?
«Si. Non a caso ieri hanno festeggiato molto più a Mosca che a Roma».


In caso di elezioni, è scontata la vittoria del centrodestra?
«Scontata no, probabile si. Anche perché il Pd ha scommesso sul campo largo fidandosi di Conte e commettendo un errore strategico molto grave»


Voi di Iv, cosa fareste? L’alternativa al campo largo è un’alleanza tra voi, Pd, Calenda e Di Maio?
«Senta, se fossi Di Maio anziché giocare alle divisioni grilline mi occuperei di Ucraina e Libia. Erano anni che non avevamo una situazione così tesa sul piano geopolitico e non riesco a capire come possa il ministro degli Esteri passare queste giornate a fare le scissioni anziché a seguire i dossier della Farnesina. Perché Conte ha la responsabilità politica e morale di aver fatto male all’Italia e non c’è dubbio su questo. Ma aver fatto il congresso dei cinque stelle sulla pelle del Governo non è stata una scelta lungimirante. Detto questo: il quadro è in trasformazione, vedremo come andrà a finire. A me interessa che il Pd rompa il rapporto perverso che ha avuto con il Cinque Stelle. Finché Cinque stelle e Pd andranno a braccetto, noi saremo orgogliosamente da un’altra parte».
 

Ultimo aggiornamento: 13:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA