Crisi di governo, renziani verso l’astensione ma avvertono Matteo: da noi mai voti contro il Pd

Domenica 17 Gennaio 2021 di Emilio Pucci
Crisi di governo, renziani verso l astensione ma avvertono Matteo: da noi mai voti contro il Pd

Sabato De Filippo, ieri Rostan, oggi è possibile che si sfili D’Alessandro. Italia viva perde deputati ma per ora non frana al Senato dove i voti contano doppio. Il Pd e il Movimento 5Stelle continuano a bussare alla porta. Convinti che si sfileranno altri pezzi, che la maggioranza potrà consolidarsi nelle prossime settimane. Per i rossogialli potrebbero staccarsi in tre, chi sta lavorando al dossier preme su Conzatti, Parente, Grimani, Vono, Comincini e Marino, ma Renzi – che ieri sera è tornato a radunare i parlamentari - si dice ancora tranquillo: «Non credo che Conte avrà la maggioranza assoluta», ripete.

Il senatore Nencini è un caso a parte, «io – ripete - faccio parte del Psi, non di Italia Viva». Anche lui però dovrebbe “resistere”, perlomeno è questo il convincimento nelle fila renziane. 

Nella chat interna silenzio assoluto. Si susseguono solo gli appelli all’unità, a non ascoltare le sirene dem. «Perché – il refrain del senatore di Rignano – siamo forti solo se manteniamo la compattezza». Sabato Renzi ai suoi aveva spiegato che il canale con il Pd e con M5S era ancora aperto, «ci stanno sondando», aveva riferito, ma ieri si è registrata una nuova frenata. «Magari – osserva un altro fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio – ricominceranno a parlarci da mercoledì, ma sempre dagli stessi temi sul tavolo bisognerà ripartire». Dunque nessun arretramento. 

Con un piano B in tasca. Se il centrodestra aprirà all’alternativa di un governo di unità nazionale, Italia viva darà subito l’ok. Un esecutivo tecnico, non politico. Sarà la controffensiva al percorso del governo di minoranza che ha deciso di imboccare Conte. I nomi restano quelli di Draghi o Cartabia, mentre lo scenario di un esecutivo a guida Franceschini o Di Maio – che pure Renzi aveva ipotizzato – sembra ormai essere scomparso. «Difficile», sostengono da Iv. Ma la partita al Senato è decisiva non solo per il premier. Anche Renzi si gioca tantissimo. Coloro che non hanno (finora) aperto ai dem ma non nascondono il proprio malessere, all’ex presidente del Consiglio il giorno dopo la conta al Senato faranno un discorso netto: «Ti abbiamo seguito fin qui ma ora devi risolvere la situazione perché non possiamo votare contro il Pd. Il nostro elettorato non ce lo permetterebbe mai». 

C’è chi si spinge a parlare anche dell’eventualità di un appoggio esterno, altri invece puntano su un progetto con Calenda. In ogni caso la paura dei renziani è quella di essere schiacciati all’opposizione, di venire dipinti alla stregua dei leghisti e di Fdi, e per la nostra storia – il ragionamento di diversi deputati e senatori – non ce lo possiamo permettere». Non basta dunque dire che Italia viva voterà lo scostamento di bilancio e il dl ristori. «Non è pensabile, deve trovare il modo per riportarci in maggioranza», osserva un senatore. 

In realtà Renzi la strada l’ha già tracciata: «Io – ha spiegato ieri - sto dalla parte dell’Italia, sono un patriota, ma se mi chiedete se faccio parte della maggioranza dico “non più”». Ed ancora: «Non sarò compartecipe di disegni mediocri. Non voterò mai un governo che si ritiene il migliore del mondo e di fronte a 80mila morti non prende il Mes».

L’ex premier pensa di ritornare centrale non appena sarà chiaro che non ci sono le condizioni per Conte di andare avanti. Di sedersi al tavolo «per aiutare – ha spiegato ai suoi - il presidente della Repubblica Mattarella a rilanciare il Paese». Se la maggioranza dovesse uscire dalla prova della Camera e del Senato con numeri risicati, Renzi proverà a trattare di nuovo. Senza pregiudizi su un Conte ter, «nessun veto sui nomi», ma con la certezza che l’inquilino di palazzo Chigi «ha ormai le ore contate». «Se Conte pensa di aver fatto tutto bene, allora si andrà avanti. Se pensa che ci sono sue responsabilità, che è pronto a mettere sul tavolo in una riunione con la coalizione, allora i problemi si risolvono in due ore», taglia corto il presidente di Iv, Rosato.
 

 

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA