Covid, feste con gli amici e cene a casa: quali sono le regole?

Venerdì 9 Ottobre 2020 di Francesco Malfetano
Covid, feste con gli amici e cene a casa: quali sono le regole?

Cene a casa e piccole feste con gli amici. Con il timore di una nuova esplosione dei contagi che torna ad affacciarsi nella quotidianità degli italiani, stanno tornando anche i temuti party tra le quattro mura domestiche. A casa infatti, ci si sente al sicuro non solo dal Covid ma anche dalle restrizioni, lontani quindi da distanziamento e mascherine. Tanto più che ad oggi le festicciole in abitazione privata, salvo indicazioni diverse a livello locale che potrebbero essere interpretate diversamente come il mini-lockdown imposto dalla Regione Lazio a Latina, non sono limitate dai Dpcm governativi. Un via libera che però va preso con le pinze facendo sempre prevalere buon senso e responsabilità. Se è vero che non si può incappare in multe salate organizzando una cena a casa propria, è anche vero che ricevere amici in un ambiente chiuso, ovviamente senza mascherina e magari senza rispettare il metro di distanza (che è sempre una buona idea in questa situazione) o le norme basilari come l’igienizzazione di mani e ambienti, è senza dubbio rischioso.

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COSA DICE IL DECRETO

Il testo entrato in vigore l’8 ottobre con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non fa infatti riferimento alle feste private ma introduce “solamente” l’«obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande».

IL BUONSENSO E IL PREMIER

Nonostante non vi sia un’imposizione diretta in tal senso da parte dello Stato, mantenere una certa accortezza quando si ricevono a casa persone terze dal nucleo familiare convivente dovrebbe essere la norma. Tanto più che le catene dei contagi che stanno facendo schizzare verso l’alto la curva epidemica in questi giorni, si sono sviluppate spesso proprio a partire da dinamiche familiari o amicali. Non a caso il premier Giuseppe Conte, nel presentare il Dpcm al Paese, dopo aver sottolineato che «lo Stato non può entrare nei rapporti familiari e nelle abitazioni private a meno che non sia proprio necessario» e non può «chiedere ai cittadini di indossare la mascherina nelle proprie abitazioni, sarebbe anche irragionevole tenerla tra persone che convivono sotto lo stesso tetto l'intero giorno» ha voluto fare una «forte raccomandazione». «Anche in famiglia dobbiamo stare attenti - ha detto - Ci sono persone anziane, fragili, vulnerabili? Ebbene, rispettiamo anche in famiglia, nelle abitazioni private, la distanza.

Usiamo la mascherina se ci avviciniamo. E se riceviamo amici o familiari che non convivono con noi e vengono dall'altra parte della città, stiamo attenti. Le relazioni amicali e familiari, come ci dicono gli esperti, sono le occasioni in cui più si diffonde il contagio».

In pratica Conte ha escluso misure ad hoc nelle mura domestiche: «Dettare regole che non potrebbero essere sanzionate concretamente non avrebbe senso». Ma fa appello «allo spirito di condivisione di un progetto e un destino comuni da parte della comunità nazionale. È stata questa la nostra forza, è stato questo il segno della nostra resilienza. Da qui la forte raccomandazione ad adottare comportamenti appropriati anche in famiglia». Insomma, «rigore» e «senso di responsabilità» anche dentro le mura domestiche per evitare «nuove misure restrittive per la attività produttive e sociali»,

Ultimo aggiornamento: 18:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA