Coronavirus, Italia in pressing su Merkel: l'ipotesi dei bond vincolati

Sabato 28 Marzo 2020 di Marco Conti
Coronavirus, Italia in pressing su Merkel: l'ipotesi dei bond vincolati
ROMA Due settimane ancora per trovare il salvagente finanziario in grado di mettere in salvo il Vecchio Continente e la moneta unica. Il disastroso Consiglio europeo di giovedì si è aggiornato in attesa che i ministri delle Finanze della zona euro mettano insieme una proposta in grado di superare uno stallo che nel frattempo produce molti danni.

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IL NODO
L'Italia di Giuseppe Conte non ha firmato il documento finale malgrado fosse stato cancellato il riferimento al Fondo salva stati. Il suo utilizzo resta il preferito dalla cancelliera Merkel, ma l'Olanda osteggia modifiche che possano attenuare le condizionalità. E così si è tornati al punto di partenza, con l'Italia che rifiuta di accedere al Fondo che finirebbe col dare al nostro Paese pochi spiccioli in cambio di una serie di condizioni che risulterebbero insopportabili in questa situazione. Ieri il presidente del Consiglio ha fatto il punto sulla questione con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e con il ministro per le Politiche Ue Enzo Amendola. Toccherà ai due ministri riprendere a tessera la tela sondando i rispettivi colleghi per comprendere quale siano i margini per costruire una soluzione comune. Nel frattempo a Palazzo Chigi si lavora ad un nuovo decreto da oltre trenta miliardi in grado da solo di far sbarrare gli occhi ai falchi del nord-Europa che vedranno la Bce costretta di nuovo ad intervenire.

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La trattativa italiana riparte dal fronte dei nove Paesi che a metà settimana hanno firmato una lettera per chiedere i corona-bond. La compattezza del gruppo, e il fatto che vi abbiano aderito paesi che solitamente componevano il fronte dei falchi, come la Slovenia, o paesi mediatori per statuto come il Belgio e il Lussemburgo, ha sorpreso la Cancelliera che, ancora in quarantena e con una sua foto messa davanti la telecamera, durante la video conferenza ha recitato - con qualche inattesa difficoltà - il consueto duetto con il collega olandese del poliziotto quasi-buono, lasciando a Rutte quello del cattivo.
Anche se il fronte dei rigoristi si compone anche di Olanda, Finlandia e Austria, è ovviamente Berlino il punto decisivo da smuovere. L'obiettivo dell'Italia e del fronte che compone insieme a Francia, Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, è di smuovere la Cancelliera a trovare una soluzione che eviti la fine della moneta unica. L'emissione di titoli di debito europei resta il prioritario obiettivo anche se i Nove paesi sono pronti a lavorare su emissioni strettamente legate a recuperare i danni prodotti dall'emergenza sanitaria. Un'emissione a durata temporale anche per aiutare il governo della Merkel a superare lo scoglio del Bundestag. Nel parlamento tedesco le resistenze sono infatti forti.

Aver abbandonato il patto di stabilità e il principio dello schwarze nulle, ovvero dello zero nero che significa addio al pareggio di bilancio, è per i tedeschi un passo inimmaginabile che segna una frattura dalla Repubblica di Weimar ad oggi. Ma è convinzione di Roma, Parigi e Madrid che in Germania sia appena iniziato il dibattito. Tra due settimane gli effetti della crisi non si vedranno solo nei paesi a più alta espansione del virus, ma anche in quelli, come l'Olanda o la Finlandia e la stessa Germania, che sono legati con il resto dei paesi europei da una catena di produzione e di consumi che si va via-via paralizzando. A fermarsi tra qualche giorno non saranno solo i porti di Genova o Barcellona, ma anche quello di Amburgo e Rotterdam. I Verdi tedeschi sono i primi ad aver colto il problema dei rischi che corre la moneta unica a seguito di uno schock simmetrico della zona euro. Tanto più se l'Italia, come ha detto Conte, non intende utilizzare gli strumenti del Fondo mettendosi di fatto intorno alla vita una cintura esplosiva in grado di far saltare l'intera Europa.

 
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