Coronavirus, dai negozi alle imprese: le Regioni si smarcano. Tensione con il governo

Domenica 12 Aprile 2020 di Diodato Pirone
Giuseppe Conte
Non c'è dubbio: fra i tanti elementi per cui questa epidemia passerà alla storia un ruolo non secondario va assegnato alle innumerevoli tensioni fra il governo e le Regioni. E' un tassello che andrà sistemato a tempo debito perché la debolezza degli anelli di comando in una guerra favoriscono il nemico, specie se insidioso e feroce come il Covid, e il virus ne ha approfittato fin troppo.

Favorite dal clima schizofrenico di polemica politica scollegata dalla realtà fra governo e opposizioni ieri le Regioni hanno preso d nuovo preso la strada del liberi tutti. E così Lombardia e Veneto in primis a loro volta diversificandosi fra loro e poi per piccole cose anche Piemonte, Emilia e, in parte, anche Sicilia hanno lanciato segnali di forte diversificazione rispetto all'ultimo Dcpm del governo.

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IL CAMPO DI BATTAGLIA
La battaglia si combatte a partire da un fronte limitato come quello delle librerie: il governo ne ha disposto la possibile riapertura a partire da dopodomani alcune Regioni hanno deciso di lasciarle chiuse. Fra queste spiccano la Lombardia e il Piemonte (dove l'infezione ancora progredisce a ritmi fra i più alti del paese). Nel Lazio si potrà scegliere un libro sugli scaffali solo indossando guanti e mascherine. Anche in Emilia in alcuni paesi ad accesso vietato perché zone rosse a contagio elevato le librerie resteranno chiuse come disposto da una ordinanza del presidente regionale Stefano Bonaccini. Anche dalla Sicilia è arrivato un forte segno di differenziazione con il presidente Nello Musumeci che con un atto amministratiivo ha di fatto chiuso la navigazione sullo Stretto di Messina per Pasqua e Pasquetta per impedire che siciliani di ritorno dal Nord potessero aumentare i limitati casi di contagio che oggi interessano la Trinacria.

Le librerie, dunque, sono solo la punta di un iceberg ben più grande. Di qui una certa irritazione da parte del governo che tende a leggere le mosse dei governatori più in chiave politica che come fisiologico confronto fra amministrazione centrale e quelle periferiche.

Fatto sta che ieri dalla Lombardia sono arrivati molti segnali di differenziazione dall'azione del governo. Ad esempio la quarantena dei positivi è stata allungata fino al 3 maggio superando la disposizione nazionale di 14 giorni di fermo che finora era stata comune tutte le Regioni. Anzi l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha detto che si sta pensando di allungare a 28 giorni il periodo di fermo di chi viene individuato come contagiato.
La Lombardia allarga poi lo scontro con il governo sulla cassa integrazione. Il presidente Attilio Fontana in mattinata ha annunciato l'anticipo della cig per un milione di lombardi da parte della Regione spiegando che «se lo Stato non c'è, garantiamo noi». Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha replicato a stretto giro sostenendo che «non sono arrivate all'Inps richieste dalla Regione Lombardia» e bollando come «infondate» le polemiche di Fontana.

IL FRONTE PIÙ CALDO
Ma forse il fronte più caldo è quello aperto dal Veneto. Il presidente Luca Zaia ha affermato che «dopo il Dpcm del governo si va a conclamare che il lockdown non esiste più, parlare di misure restrittive non ha più senso. Io programmo sapendo che non c'è il lockdown e mi concentro sulla protezione dei cittadini. Il tema degli assembramenti e dell'isolamento fiduciario non esiste più. La strategia nel Veneto cambia», ha spiegato il governatore, che è già al lavoro su un'ordinanza incentrata essenzialmente sui Dispositivi di protezione individuale, ovvero le mascherine e i guanti.

In sostanza, sembra di capire, Zaia prende atto che in Veneto molte imprese sono già aperte avendo ottenuto l'autorizzazione a lavorare sia pure a ritmi ridotti da parte delle prefetture e dunque ha deciso di fissare regole che proteggono i cittadini che potranno uscire dalla clausura a patto che rispettino regole severe di distanziamento sociale e, soprattutto, abbiano a disposizione attrezzature minime per difendersi dal virus. la nuova ordinanza del Veneto dovrebbe arrivare già oggi.
 
Ultimo aggiornamento: 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA