Coronavirus, tutti a caccia dell’Armata Brancaleone e degli altri film del contagio

Lunedì 2 Marzo 2020 di Mario Ajello
Coronavirus, tutti a caccia dell’Armata Brancaleone e degli altri film del contagio
Tutti a caccia dei film sulle epidemie. Ognuno dalla propria quarantena spirituale, nelle serate domestiche o nelle pause da telelavoro, smanetta col telecomando e informa gli  amici: “Raga, lo sapete che della Peste di Camus esiste anche la versione cinematografica. Ho trovato il film, lo sto vedendo, ed è una mezza boiata”. Ecco allora La Peste,  film di genere drammatico del 1992, diretto da Luis Puenzo, con William Hurt e Sandrine Bonnaire e al tempo del Coronavirus torna d’attualità questa pellicola minore. Ma su Netflix sta andando alla grande L’amore ai tempi del colera con Javier Bardem, con Giovanna Mezzogiorno e con la sua frase cult da Gabriel García Marquez: “Gli bastò un interrogatorio insidioso, prima a lui e poi alla madre, per comprovare una volta di più che i sintomi dell’amore sono gli stessi del colera”. 

E ancora, nella corsa cinematografica verso “lo morbo”, tutti a guardarsi su YouTube la scena del corteggiamento tra la bella Maria Grazia Buccella e Vittorio Gassman ne L’armata Brancaleone, il film di Mario Monicelli. È la scena di prendimi e dammiti. “Godiamo e pecchiamo!”, dice l’aspirante crociato alla bella dama. Ella è vogliosa ma “no, su quel letto no!”, gli dice. “Perché?”, domanda il cavaliere indomito, “prendimi e dammiti” le ripete spogliandola con gli occhi. “No”, lo ferma lei: “Vi morì lo meo marito!”. Contrito, Gassman, s’informa: “Quando, e di che malanno?”. La risposta di lei fa fuggire lui a gambe levate: “Come di che malanno? Dello gran morbo che tutti ci prende, la peste!”. E che risate. Anche se ormai, con il numero di infettati da Coronavirus che sale sempre di più, c’è poco da ridere.
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