Nuovo decreto, lettera delle Regioni a Draghi: «Rivedere le misure dai ristoranti al coprifuoco»

Giovedì 22 Aprile 2021
Coprifuoco e scuole, ira delle Regioni. Fedriga: grave cambiare in Cdm accordi presi

Su coprifuoco e scuole esplode l'ira delle Regioni. «Grave cambiare in Cdm gli accordi siglati», attacca il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Ce l'ha con la scelta del governo di mantenere il coprifuoco alle 22 e di fissare al 70% il minimo degli studenti in presenza in zona gialla e arancione. E infatti le regioni hanno inviato una lettera congiunta al governo e una delle richieste contenute nella lettera al premier Mario Draghi è proprio il posticipo del coprifuoco. «In ragione dell'approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall'ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali - si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell'interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23».

«Ferma restando l'amarezza per la decisione del Governo di modificare unilateralmente la linea concordata in sede di incontro politico con le Regioni, le Province autonome, le Province e i Comuni in merito alla percentuale minima per la didattica in presenza», la Conferenza offre «nuovamente la propria disponibilità all'Esecutivo nazionale per limare le incongruenze e le criticità contenute nella bozza di decreto-legge». È quanto trapela, secondo fonti informate, dalla lettera inviata nel pomeriggio dal presidente Fedriga al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.

Ministro Gelmini: «Coprifuoco non durerà fino al 31 luglio»

Il ministro Gelmini durante la registrazione di “Porta a Porta”, in onda stasera su RaiUno ha detto: «Stiamo andando verso le riaperture, e questa conquista non è la vittoria di Salvini, di Forza Italia o del centrodestra: è la vittoria degli italiani. Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio, e non vediamo l’ora di abolirlo. Ogni due settimane verrà fatto un check a tutte le misure previste dal decreto: il primo sarà a metà maggio.

Dispiace che la polemica sul coprifuoco abbia un po’ offuscato tutto il resto, ma questo è il decreto delle riaperture».

«Le scuole aperte le vogliamo tutti - ha detto Gelmini - il problema sono i trasporti. In vista di settembre abbiamo istituito un tavolo sui trasporti con i ministri Giovannini, Bianchi e Lamorgese. Con il nuovo anno scolastico si torna in classe al 100%. Con le Regioni e gli enti locali c’è un rapporto positivo di leale collaborazione. Sulla scuola il ragionamento del governo è stato quello di alzare l’asticella della presenza al 70%, ma se qualche territorio avrà difficoltà ad arrivare a questa percentuale ci sarà una deroga».

Tutte le richieste delle regioni

Nello specifico, le Regioni e le Province autonome chiedono di «estendere, nel rispetto dei protocolli di prevenzione, i servizi di ristorazione anche al chiuso, eliminando ogni differenza di trattamento derivante dagli orari di somministrazione», di prorogare «l'orario di inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23», di aprire, «fin dal 26 aprile, le palestre al chiuso per le lezioni individuali», di «inserire un'apposita previsione per la riapertura delle piscine al chiuso», di «consentire la ripartenza del settore wedding», di «anticipare l'apertura dei parchi tematici e dei mercati» e di «uniformare le date di riapertura degli spettacoli all'aperto e degli eventi sportivi all'aperto».

«Una proposta assolutamente responsabile», qualcuno «mi spieghi perché un'ora di distanza farebbe schizzare i contagi in alto», dice Fedriga sulla questione del coprifuoco alle 23. Una proposta non passata in Cdm che, «come tutte le altre - ha aggiunto parlando a Radio KissKiss - è stata presa all'unanimità in Conferenza delle Regioni. È stato fatto un gran passo avanti tra i territori, forse più che a livello centrale: tutte le proposte sono condivise da Nord a Sud e da destra a sinistra. Nella concretezza del quotidiano, abbiamo superato le divisioni partitiche».

Il nodo lezioni in presenza

Poi il capitolo scuole: «L'aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi» sulla presenza di studenti a scuola è «un precedente molto grave» che ha «incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni», ha sottolineato, sostenendo che gli accordi si possono cambiare ma «riconvocando chi quegli accordi li ha presi». Fedriga ha dunque annunciato la convocazione per oggi di una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.

Fedriga ha spiegato che per rispettare una presenza a scuola di «un range da 60 al 100 per cento servirebbero dai 15mila ai 20 mila autobus in più», dunque non si tratta di una «scelta politica ma di limiti fisici», un fatto che «prescinde dalla sensibilità politica». Aver cambiato questo «un accordo siglato tra le istituzioni crea un precedente molto grave, credo non sia mai avvenuto», con un «problema politico istituzionale importante».

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Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 00:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA