Manca ancora qualche giorno per il consiglio dei ministri che dovrebbe permettere ulteriori riaperture, ma il braccio di ferro è già iniziato.
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«Se il Paese vuole ripartire dobbiamo eliminare il coprifuoco - sostiene Govanni Toti, presidente della Liguria - e dobbiamo farlo adesso perché tra due settimane potrebbe essere troppo tardi: l’Europa è già ripartita, i dati sulla diffusione del virus anche in questo weekend sono incoraggianti, non possiamo più aspettare e rischiare di compromettere la stagione turistica». L’argomento del turismo è notevole perché rispetto ad altri Paesi “concorrenti”, come Grecia e Spagna, l’Italia non ha ancora dato certezze agli operatori attualmente alle prese con un Paese diviso in fasce colorate e che chiude tutto alle 22. Senza contare che l’incertezza italiana si riflette sulle decisioni che assumono i Paesi che, in attesa del Green Pass, procedono in ordine sparso. Nel Regno Unito chi rientra dall’Italia è costretto alla quarantena che invece non è prevista, per esempio, per chi rientra da Spagna e Grecia. Per la Coldiretti «lo stop al coprifuoco vale 11,2 miliardi di spesa turistica degli stranieri durante l’estate» e il coprifuoco alle 22 «riduce dell’80% il fatturato».
Di Maio in pressing - Ieri l’altro il ministro degli Esteri Luigi di Maio è andato in pressing sul collega della Salute spuntando una circolare che elimina la quarantena per chi proviene dall’Europa e da Regno Unito o Israele. Restano però fuori i turisti americani che rappresentano la quota più importante malgrado molte compagnie aeree hanno ripreso i voli Covid-free con l’Italia. L’orario del “tutti a casa” si collega anche a quello della riapertura dei locali al chiuso (ristoranti, bar, palestre, piscine) che chiedono di poter lavorare dal prossimo lunedì seppur con protocolli e distanziamenti. Anche su questo la discussione è assicurata e il consiglio dei ministri che si terrà probabilmente giovedì non potrà non tener conto delle richieste di categorie ferme ormai da mesi. Fermo è tutto il settore dei matrimoni e delle feste che vorrebbe riaprire dal 1 giugno anticipando di due settimane il cronoprogramma contenuto nell’ultimo decreto.
Il metodo-Draghi del «rischio ragionato», che il 26 aprile ha permesso qualche riapertura, sembra funzionare e guiderà anche le scelte che verranno fatte con il prossimo decreto. Riaperture ma «con la testa», ha sottolineato il premier ricordando che tutte le misure cautelative restano e che alla mascherina e al distanziamento non si potrà rinunciare. Concetto espresso anche ieri dalla ministra Maria Stella Gelmini. «Il Governo - spiega Gelmini - ha scelto di procedere verso riaperture graduali, progressive e in sicurezza, ma non possiamo abbandonare tutte le precauzioni, le mascherine serviranno ancora. La campagna vaccinale però va avanti e possiamo guardare al futuro con ottimismo e fiducia».
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