Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, vuole continuare a rosicchiare lentamente ma inesorabilmente, qualche briciola del consenso rimasto al Pd, perseguendo sempre di più i temi classici della sinistra. Prima il Reddito di cittadinanza, loro cavallo di battaglia.
LA STRATEGIA
Di certo, c'è la strategia di fondo: aggredire tutti quei temi che gli uomini del Pd più a sinistra ritengono ineludibili per riportare il partito nel suo alveo naturale. E quindi addio, già da tempo, al «non siamo né di destra né di sinistra» coniato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, nel dimenticatoio le battaglie in favore delle Pmi. Conte calca la mano su quegli argomenti del populismo di sinistra: il Reddito, appunto, la pace, l'ambiente. Del resto il modo con cui il presidente del Movimento 5 Stelle si adatta al mutare degli umori dell'opinione pubblica, gli consente di trasformare qualsiasi battaglia di sinistra in uno strumento di captazione del consenso.
E di andare ad invadere campi una volta tradizionalmente legati al Pd. Come, appunto, alcuni mondi cattolici, più legati all'associazionismo e al volontariato. Non a caso l'idea di una grande marcia per la pace l'ha lanciata sul giornale dei vescovi, Avvenire. Obiettivo, neanche a dirlo, scavare la terra sotto ai piedi del Pd che ha sempre sostenuto l'appoggio militare al governo di Kiev. Il vero problema, per Conte, è che alcune associazioni hanno ipotizzato la data del 4 novembre, che però coincide con la Festa delle Forze Armate, e quindi i partiti che sono stati invitati ad aderire, Movimento 5 Stelle in primis, potrebbero avere qualche difficoltà a partecipare. Così benchè i pentastellati siano decisi ad esserci, si sta lavorando per spostare la data della marcia ad un altro giorno.