Prima l'opposizione. E, forse, il campo largo. A Rimini oggi - per la prima volta in questa formazione - si troveranno attorno allo stesso tavolo i leader della minoranza. Al congresso della Cgil che attende per domani, venerdì, l'arrivo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, saranno infatti presenti per un confronto la neo-segretaria dem Elly Schlein, l'ex premier pentastellato Giuseppe Conte, il frontman del Terzo Polo Carlo Calenda e, per Avs, Nicola Fratoianni.
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Mentre le suggestioni sulle alleanze tra Pd e M5S faticano ancora sia a trovare conferme che a ricevere smentite, il format inedito - per l'occasione condotto da Lucia Annunziata - contrappone Schlein e Conte nel momento di massima visibilità della prima, e in quello peggiore per il secondo.
Per questo la prima battaglia dialettica tra i leader può essere l'occasione per comprendere quali saranno i rapporti tra il secondo e il terzo partito. Convolare verso un'intesa a più sfumature - guardando alle Europee del 2024 - potenzialmente potrebbe mettere più in difficoltà l'esecutivo. Eppure, in attesa del confronto, ieri a Montecitorio i toni non sono parsi così concilianti. Appena una manciata di minuti prima dell'intervento schleiniano sul salario minimo, Conte ha provato a mettere il cappello sull'iniziativa. «La nostra perseveranza ha pagato - ha scritto in un post su Facebook - finalmente è stata calendarizzata in Commissione Lavoro alla Camera la proposta del Movimento 5 Stelle sul salario minimo legale, a mia prima firma». Poi la sfida: «Vedremo chi è contrario, chi è per il sì, chi per il ni». Se campo largo sarà, lo si capirà anche in Commissione.
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