Chico Forti, la gioia della zia Wilma: «È il regalo di Natale per la sua mamma di 92 anni»

Mercoledì 23 Dicembre 2020 di Stefania Piras
Chico Forti, la gioia della zia Wilma: «È il regalo di Natale per la sua mamma di 92 anni»

«È il regalo di Natale più bello che potessimo ricevere», dice al telefono Wilma, la moglie di Gianni Forti che è il fratello del padre di Chico Forti.

Zia Wilma e zio Gianni, tutti li conoscono così, e sono i pricncipali promotori della campagna per la liberazione del 61enne condannato all'ergastolo per l'omicidio di Dale Pike. 

Sapete come sta Chico Forti?

«Sta bene, ci sono tante restrizioni nel carecre per via del Covid ma sta bene. Non lo abbiamo sentito dopo la notizia. Non abbiamo fatto in tempo neanche a metabolizzare in realtà». 

Quando lo ha sentito o visto l'ultima volta?

«È lui che può chiamare dal carcere, ma ci sono tantissime restrizioni, c'è un solo telefono pubblico. L'ultima volta che lo abbiamo visto invece è stato ormai tanti anni fa, nel 2012. Mio marito Gianni, che è il fratello del padre di Chico che è morto di crepacuore poco dopo la notizia della condanna, è andato due anni fa e non glielo avevano fatto vedere. Stasera ci ha chiamato il ministro Di Maio alle 18:13 e ci ha dato la notizia:il governatore ha firmato il trasferimento di Chico. Il 2020 è stato un anno pessimo per tanti aspetti ed è arrivato un regalo di Natale che aspettavamo da tanto tempo».

Quando potrete rivederlo, cosa sapete?

«Non sappiamo niente. Sappiamo solo che il governatore ha firmato. Al momento non sappiamo quando e come tornerà. Ora devono organizzare il trasferimento». 

Quando avete capito che c'era la possibilità di rivedere Chico in Italia?

«Di Maio nell'ultima settimana aveva parlato di Chico quattro volte, ci siamo un po' illusi ma certo non ci aspettavamo questo splendido regalo dell'antivigilia. La mamma, Maria, ha 92 anni, sono 15 giorni che non lo sente neanche per telefono, abbiamo bevuto un caffè stamattina a Trento in un bar all'esterno perché da domani è tutto chiuso. Non so ancora la reazione, ma sarà felicissima». 

Quali sono stati i momenti più duri di questi venti anni? 

«Non avevamo più una vita, Gianni ha 78 anni ora, e tutti gli ultimi venti anni sono stati vissuti in funzione di Chico. Ha fatto una battaglia a capofitto, ha vissuto per questa causa: aveva preso l'impegno con suo fratello, il padre di Chico. I momenti più brutti sono stati tutte le porte chiuse in faccia».

I momenti in cui si è riaccesa la speranza, invece?

«Sicuramente quando l'anno scorso la Cbs americana si è occupata del caso e ci ha dato molto spazio. Poi sono arrivate le Iene (trasmissione tv Mediaset, ndr). Dopo che sono partite le Iene l'attenzione si è alzata. Per cui il caso è stato conosciuto dal nord al sud dell'Italia, abbiamo organizzato eventi e abbiamo ricevuto tanta solidarietà. L'altro giorno abbiamo fatto una regata con gli striscioni per Chico, rispettando le norme anti Covid naturalmente. Si sono creati gruppo di sostenitori di Chico sui social e anche dal vivo, tutti volontari e sono sempre stati molto vicini: ci chiamavano zii come se fossimo loro zii». 

Avete sempre puntato sulla revisione del processo.

«Le dico che anche il padre e il fratello della vittima, Dale Pike, avevano dubbi sulla colpevolezza di Chico. Il fratello della vittima, Bradley, aveva presentato questa estate una lettera autenticata dal notaio in cui diceva che era d'accordo a farlo liberare perché non lo credeva colpevole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA