Il centrodestra così ha trovato l'accordo dopo il braccio di ferro. Collegi uninominali: 98 Fdi, 70 Lega, 42 Fi

Compromesso sui collegi uninominali: a FdI 98 posti, 70 alla Lega e 42 a FI

Giovedì 28 Luglio 2022 di Emilio Pucci
Il centrodestra così ha trovato l'accordo dopo il braccio di ferro. Collegi uninominali: 98 Fdi, 70 Lega, 42 Fi

Nel centrodestra si tratta ad oltranza sui collegi e alla fine un accordo, sia pure provvisorio, si trova. Vengono definiti anche i numeri: a FdI 98 seggi, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia (compresi Udc e Coraggio Italia) e 11 a Noi con l'Italia.
Dopo ore di confronto, a tarda sera Salvini e Berlusconi lasciano il vertice. A duellare al tavolo riunito negli uffici della Camera restano, oltre a Meloni e La Russa per Fdi, Giorgetti e Calderoli per la Lega e Tajani per Forza Italia. Si analizzano i dati, Lega e FI insistono sulla necessità che si tenga conto dei risultati storici, che si consideri dunque puro l'esito delle Europee e delle Politiche. Ma Fratelli d'Italia non intende ridurre la richiesta di avere il 50% dei collegi, considera i sondaggi nella coalizione. Si può abbassare l'asticella ma non troppo. Berluscon non ci sta: il sistema dei sondaggi da solo - non può funzionare perché noi siamo al 10%, ma con me in campo, Fi può arrivare al 20». E la resistenza è anche sulla scelta della quota in cui inserire l'Udc e Noi con l' Italia. Con la Lega che tra l'altro vuole aprire a Toti, «sempre se non sbanderà a sinistra», mentre FI frena. (All'incontro a Montecitorio c'è pure il sindaco di Venezia, Brugnaro). «L'importante è che Toti chiarisca subito cosa vuole fare», puntualizza il Capitano leghista.

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Ma alla fine l'intesa si trova. E il segretario del Pd Enrico Letta commenta l'accordo con durezza: «È un giorno importante della politica italiana: Berlusconi e Salvini hanno scelto di consegnarsi nelle mani della Meloni, hanno scelto di far cadere Draghi per diventare dei gregari della Meloni». Salvini invece rivendica il clima positivo. «La sinistra spera che ci siano divisioni tra noi, invece dimostreremo che siamo compatti e pronti a vincere. Non dobbiamo ripetere gli errori del passato», dice il padrone di casa. L'obiettivo è inviare un segnale di unità. Da qui l'accordo raggiunto sul fatto che sarà la forza che più prenderà voti ad indicare la figura da proporre per palazzo Chigi al Capo dello Stato. Il centrodestra correrà unito in tutti i collegi all'estero, ci sarà un gruppo di lavoro per il programma. Ma Fdi da una parte e il centrodestra di governo dall'altra sul nodo delle candidature dovranno tornare a confrontarsi. Nel comunicato ufficiale si utilizza una formula interlocutoria: nei collegi uninominali si sceglieranno «i candidati più competitivi», senza definire i criteri per individuarli. E le decisioni finali sono rimesse a un fantomatico algoritmo, il cui funzionamento non viene definito. Poi escono di numeri, con Fratelli d'Italia che ottiene una quota rilevante di collegi uninominali ma un po' meno del 50% chiesto inizialmente: 98 seggi corrispondono al 45%. Gli alleati alla fine hanno riconosciuto alla Meloni di essere stata molto collaborativa. La cosa che sta a cuore a tutti è mostrare un'immagine della coalizione unita. Sia Berlusconi che Salvini hanno rimarcato con Meloni che non bisogna fare una campagna contro. Il presidente azzurro, per esempio, ha smentito di aver mai posto veti sulla Meloni al governo, «dobbiamo andare compatti per poter governare», il ragionamento.
I PROGRAMMI
Ma le spine ci saranno pure sul programma. Perché Salvini spinge sulla pace fiscale e rilancia su quota 41 azzerando la Fornero, mentre Berlusconi punta a pensioni minime a mille euro, ad un bonus per le mamme e alla riduzione delle tasse. Su diverse idee c'è da tempo l'accordo con Fratelli d'Italia ma osserva un big del partito della Meloni ci deve essere un coordinamento, ogni proposta deve avere una sua sostenibilità finanziaria. La Meloni ha poi ribadito la necessità di firmare un patto anti-inciucio per far sì che non si ripeta più l'esperienza dell'esecutivo giallo-verde o del governo di unità nazionale presieduto da Draghi. «Vogliamo regole chiare e la promessa che ogni decisione sarà presa collegialmente. Non sarà più possibile utilizzare i voti di Fdi a proprio piacimento». Sia Salvini che Berlusconi si sono detti d'accordo sulla necessità di una coalizione compatta. Ribadendo che «c'è una grande occasione davanti a noi, non possiamo perderla». Salvini ritiene che la Lega avrà più voti di Fdi, rivendica il ministero dell'Interno parlando del tema della sicurezza e della necessità di ripristinare Strade sicure, ma per Fdi ogni tipo di discussione sui ruoli di governo va posticipata.
 

Ultimo aggiornamento: 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA