Catasto, il centrodestra spacca la maggioranza: la riforma passa per un solo voto

Scontro in commissione Finanze alla Camera. Palazzo Chigi tiene il punto: i partiti facciano come vogliono, si va avanti

Mercoledì 9 Marzo 2022 di Emilio Pucci
Catasto, il centrodestra spacca la maggioranza: la riforma passa per un solo voto

Sulla riforma del catasto non si torna indietro, il governo tira dritto. Palazzo Chigi tiene il punto: «I partiti facciano quello che vogliono ma si vada avanti», il messaggio arrivato ieri pomeriggio alle forze politiche che hanno tentato nuovamente di fare breccia per abbattere il muro di Draghi. Ieri il centrodestra è tornato in trincea ma alla fine lo scoglio in commissione Finanze alla Camera, anche se faticosamente, è stato superato. 
La Lega ha sottoscritto l’emendamento di Alternativa per modificare il comma 1 dell’art. 6 e portato avanti la strategia dell’ostruzionismo.

Forza Italia ha lavorato a una mediazione, ha chiesto di mettere da parte i punti divisivi. Di fronte alle resistenze dell’esecutivo ha rinunciato alla mano tesa e si è uniformata – in un primo momento aveva ipotizzato di astenersi – alle posizioni di Lega e FdI.

La battaglia è andata avanti per ore, ago della bilancia i deputati del gruppo misto e Noi con l’Italia. Ma la convergenza tra i partiti della maggioranza e dell’opposizione rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme per il presidente del Consiglio. I pontieri hanno consigliato l’ex numero uno della Bce a cambiare metodo, a evitare spaccature, a trovare un punto di sintesi. FI e Lega avevano lavorato a un emendamento che puntava a individuare gli immobili non censiti (i cosiddetti immobili fantasma) e a regolarizzare quelli abusivi. «Bisognerebbe far pagare chi non ha mai pagato nulla, insistere sulla lotta all’evasione e non preparare una stangata», ha tuonato il leghista Bitonci. «Noi difendiamo la casa degli italiani», insiste l’azzurro Cattaneo. «È gravissimo che il governo, dopo due anni di pandemia e in un contesto di crisi internazionale, voglia creare le condizioni per tassare ulteriormente la proprietà privata», rilancia il capogruppo di Fdi Lollobrigida.
Nell’ex fronte rosso-giallo è un fuoco di fila contro il centrodestra. «Scherzano con il fuoco. Indeboliscono il governo e Draghi», dicono dal Pd. «È straniante litigare sulla riforma del catasto in un contesto del genere. Noi abbiamo già detto che siamo assolutamente favorevoli a una digitalizzazione degli uffici del catasto, ma assolutamente contrari ad aumentare le tasse sulla casa», afferma il presidente M5s Conte. Anche il presidente della Commissione Finanze Marattin non cambia idea. 

IL TIRA E MOLLA

Da qui il braccio di ferro con la Lega che lo ha accusato apertamente di non essere super partes. Clima di tensione e riunione sospesa. Ormai sulla delega fiscale lo scontro nella maggioranza e tra il governo e il centrodestra ha raggiunto l’apice. E se – come sembra – il governo dovesse porre la questione di fiducia in Aula non è esclusa una clamorosa rottura. Anche perché gli ex lumbard hanno detto no a riunioni della maggioranza in mancanza di un accordo complessivo, bloccano i lavori, contestano il fatto che il centrodestra è in minoranza sui numeri delle presidenze di Commissioni. «Non è che Pd e M5S danno la linea e la Lega e Forza Italia la subiscono», il refrain. Di fatto dopo l’aut aut del sottosegretario Guerra («O si vota l’articolo 6 o questo governo va a casa») e la sconfitta per 23 a 22 di giovedì, il centrodestra mantiene la promessa delle mani libere. Anche per stringere l’asse in vista delle amministrative. A preoccupare i governisti – ma anche i centristi che speravano di staccare gli azzurri dai sovranisti - è l’atteggiamento dei vertici di FI. «L’art. 6 del disegno di legge sulla delega fiscale è una misura esclusivamente di carattere programmatico e conoscitivo, che non comporta alcuna riforma dell’attuale sistema catastale, alcun aumento o modifica degli estimi», ha provato a spiegare il ministro Brunetta. Ma è stato lo stesso Berlusconi a imporre un nuovo stop: «Questa è una battaglia identitaria, no a compromessi», ha dettato ai suoi il Cavaliere. I numeri nelle Commissioni restano in bilico, a Montecitorio come a palazzo Madama e anche in Aula sarà battaglia. Ieri nella Commissione Finanze gli equilibri sembravano fossero rovesciati. Ma l’ex pentastellata Aprile che era stata sostituita dal deputato Schullian ha ritirato all’ultimo la firma all’emendamento di Alternativa determinando la sconfitta di FI, Lega e Fdi: finisce 23 a 22. E anche gli altri due emendamenti residui presentati dall’opposizione in tarda serata vengono respinti. La riforma del catasto, tema dirimente per il governo Draghi, per ora è salva.

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA