Elezioni regionali, in Calabria la partita sembra già decisa. E la sinistra è divisa in tre

Sabato 25 Settembre 2021 di Mario Ajello
Calabria, alle regionali la partita sembra già decisa. E la sinistra è divisa in tre

Almeno su una cosa Salvini e Meloni concordano in pieno: «In Calabria vinciamo al 100 per cento». E probabilmente hanno ragione a dire così. Infatti il capogruppo berlusconiano alla Camera, Roberto Occhiuto, solida famiglia calabrese e candidato governatore della sua regione per il centrodestra, già parla e si muove da vincitore annunciato. Lo hanno soprannominato “il Farò”: farò questo, farò quello. La partita, sulla carta, pare davvero già decisa. Legge regionale alla mano, chi ha un voto in più vince. Senza ballottaggio. E senza ballottaggio l’unico che corre con uno schieramento intero alle spalle, Occhiuto appunto, che ha dietro Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, non avrà - al netto di miracoli nell’ultima settimana prima del voto - problemi.

Elezioni, si vota il 3 e 4 ottobre in 1.154 comuni: la guida completa (e le risposte ai dubbi)

Gli avversari di Occhiuto

Il fronte avversario, che già era spaccato due anni fa tra il Pd da una parte e il M5S dall’altra (più un candidato civico), è spaccato in tre pezzi stavolta. Contro il candidato ufficiale del Pd e del M5S, la scienziata Amalia Bruni, scelta dopo un infinito tormentone, sono in partita infatti il sindaco uscente di Napoli Luigi de Magistris (che in Calabria aveva già lavorato come pm sollevando il vespaio dell’inchiesta «Why not» che coinvolgeva tra gli altri due governatori di anni e giunte diversi, Agazio Loiero e Giuseppe Chiaravalloti, poi assolti) ma anche il penultimo presidente di sinistra, Mario Oliverio. Il quale, dopo quarant’anni di potere (quattro volte deputato a Roma, sindaco di San Giovanni in Fiore, presidente provinciale e poi regionale) era stato scaricato da Zingaretti perché coinvolto in una inchiesta di Nicola Gratteri per corruzione e ridotto (da governatore!) all’obbligo di dimora nel suo paese sulla Sila.

Un’accusa poi evaporata senza che il magistrato dell’accusa facesse neppure ricorso contro l’assoluzione. Risultato: rinfacciando al partito di non averlo difeso, si è ricandidato pure lui. Azzerando le possibilità di una vittoria del centrosinistra più 5 stelle. 

Il contesto in cui si va al voto in Calabria, che è stata governata dalla forzista Jole Santelli, morta per tumore durante il mandato, non è proprio dei migliori. L’incrocio fra il malgoverno e i poteri criminali, condito da una disattenzione della politica nazionale, ha accresciuto – come ha ammesso il vicesegretario Pd, Provenzano, siciliano e meridionalista moto attento  a questo voto calabrese -  le disuguaglianze. Se a Reggio Calabria ci sono tre asili nido e a Reggio Emilia 30, vuol dire che il Paese ha girato lo sguardo dall’altra parte. La regione perde 15.000 abitanti l’anno, secondo un’indagine Agape otto diplomati su 10 se ne vogliono andare. Ma quasi non vedendo questo scenario evidente, il centrosinistra si è impegnato più che altro a dividersi e a preparare  il proprio tracollo. Nonostante sul fronte opposto, a parte la comune convinzione di vincere, non manchino le fratture. Fratelli d’Italia non gradisce che il ticket in corsa in Calabria sia forzaleghista: Occhiuto più Nino Spirlì, presidente salviniano facente funzione dopo la scomparsa della Santelli e grande ispiratore di Crozza. Imbarazzo e proteste per alcuni candidati Leghisti imparentati con mafiosi. Ma il tandem Occhiuto-Spirlì viaggia in agilità senza grandi problemi.

Elezioni Calabria, la scienziata Amalia Bruni candidata con il centrosinistra: accordo M5S, Pd e LeU

De Magistris ha ingaggiato Mimmo Lucano, e gira in ogni paesino e contrada. La rossogialla Bruni, scienziata collaboratrice di Rita Levi Montalcini, una studiosa che ha scelto di restare al Sud, è stata candidata dal Pd in extremis. La sua presenza in Consiglio Regionale - dicono i fan - garantirà una giusta competenza in un settore strategico come la Sanità. Una voce che prende il 69 per cento del bilancio. Bruni ha portato nella campagna una intensità calcistica, con il sostegno dei leader nazionali di Pd e 5S, da Letta a Conte molto applaudito, ora si sente in rimonta, ma sarà dura. Anche perché a rubarle i voti di sinistra ci prova Oliverio che va in tv e canta l’Internazionale e non fa che attaccare il Pd. 
I temi veri sono questi: lotta allo spopolamento, nuove infrastrutture, incendi, criminalità e sanità in tilt: la società calabrese cerca risposte su questo. Ma la scena politica è ingolfata nella rissa, anche quella fratricida e autoreferenziale di una sinistra un po’ miope.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA